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12 Dic
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Intervista all'autore - Giuseppe Bettera -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Sarnico sul lago d'Iseo ma, per motivi svariati, ho frequentato per lunghi periodi la Val di Non in Trentino.
Sono cresciuto in questi luoghi come tutti i ragazzi un po' con i genitori un po' con i nonni, un po' e un po' là.
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Non mi sento in grado di dare un consiglio. Da ragazzo come esperienza di lettura mi era piaciuto "Marcovaldo" di Italo Calvino ed "Il prete bello" di Goffredo Parise.
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ebook?
L'eBook consente l'accesso a biblioteche con migliaia di titoli, è economico e, tra breve, accessibile alle grandi masse. Ciò è senza dubbio positivo. Tuttavia la forza del cartaceo, in particolare del tascabile, è di poter essere utilizzato in qualsiasi condizione ed anche di poter scrivere un appunto sulle pagine o una sottolineatura che poi, rileggendo può essere giudicata più o meno importante, più o meno realistica; può essere aggiornata e corretta.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Ho scritto da fin quando ero al liceo. È sempre stato un hobby, una cosa fatta per il mio piacere, per descrivere sentimenti ed emozioni. Poiché per vivere ho dovuto fare altro non mi sono dedicato alla scrittura come avrei voluto. ora ho tempo e sto prendendo in mano le cose del passato con l'intenzione di pubblicarne almeno una parte. Quindi per me la scrittura è un primo amore, pur se non concretizzato.
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Il libro in realtà è una serie di racconti collegati tra loro. Parlano soprattutto del bosco, dei funghi, degli animali che vi vivono e di alcuni personaggi che vi gravitano intorno e che ho conosciuto. Queste persone e le avventure che mi hanno raccontato mi hanno trasmesso dei messaggi che a mia volta vorrei trasmettere a lettore unitamente ad una descrizione della civiltà contadina come era fino a pochi anni fa, prima dell'avvento della civiltà dei consumi.
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
I racconti de "Il vino e la neve" sono indirizzati ad un lettore giovane che vive l'attualità ma non conosce com'era prima, solo pochi decenni addietro. Vanno bene anche per un lettore più maturo, di mezza età ed anche anziano che abbia dimenticato, o non abbia visto, o non abbia prestato attenzione alla vita contadina di quando eravamo tutti più poveri. In definitiva sono racconti "per tutti", o "per tutta la famiglia", come si scrive spesso di un film e le riflessioni cui può spingere il lettore sono molteplici. È questa la sfida di chi l'ha scritto e, spero, anche di chi lo legge: la molteplicità dei traguardi raggiungibili con questa lettura.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Ho scritto e pubblicato, nel corso degli ultimi 20 anni, varie ricerche di carattere storico-sociali riguardanti il territorio dove vivo. Cose leggere ma utili ai miei paesani per capire chi siamo e da dove veniamo. Ho pubblicato anche un volumetto di poesie giovanili dal titolo "Stelle filanti e stelle cadenti". Ho collaborato dal 1976 in poi con testate e radio locali. Cose da poco ma che mi appassionavano e mi hanno dato soddisfazione. Scrivere per me è stato un hobby e ora che ho tempo vorrei finire alcune cose già in gran misura pronte ma da sistemare e pubblicare.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
In realtà questi racconti sono il terzo di tre volumi che vorrei portare in pubblicazione. Mi si dirà:"ma come parti dall'ultimo?". Proprio così si tratta di un percorso a ritroso, di una sorta di saga familiare che dagli anni finali del novecento ripercorre gli avvenimenti di una famiglia fino ad arrivare alla fine dell'ottocento. Questa curiosità nasce dai racconti di alcuni personaggi anche molto anziani che ho incontrato nel corso della mia vita.
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Trattandosi in realtà di una trilogia ogni giorno temo di non portarla a termine causa la caducità della vita. per intanto sono riuscito a finire il primo libro che, in ordine temporale, è l'ultimo.
 
Il suo autore del passato preferito?
Dumas padre.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono convinto possa avere un grande spazio. Lo può avere tutti i testi ma in particolare per commedie, tragedie, gialli, poesia, racconti, romanzi e testi legati all'avventura. Per altri libri dai contenuti diversi da quelli citati ritengo la cosa possibile ma più complessa. Penso ci si possa distrarre con facilità. Rimane al momento solo una impressione avendo solo esperienze di opere sentite per radio e non con audio lettura.

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