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19 Nov
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Intervista all'autore - Massimiliano Cerrai -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono il primogenito di una famiglia con 4 figli. Mia mamma, sarda, era una casalinga, morta giovane di leucemia, mio padre, toscano, invece un Ispettore di Polizia, anch'egli deceduto per un cancro.
Noi figli, tutti in Polizia, siamo nati a Roma ed abbiamo fatto tutti le scuole superiori. Io ho frequentato il Liceo Scientifico, avevo l'hobby del canto e del biliardo sportivo, quest'ultimo rimasto ancora adesso tanto che sono tutt'ora un atleta agonista e gestisco una Associazione Sportiva e di Promozione Sociale votata proprio alla divulgazione ed all'insegnamento del Biliardo Sportivo come tale. Sono in pensione dalla Polizia di Stato dal 2012.
Non ho mai deciso di diventare scrittore; scrivevo quando ero giovane ma poi quelle poesie sono diventati testi di canzoni. In seguito per via del mio lavoro ho tralasciato la scrittura poetica che ho ritrovato al momento della mia entrata in carcere per degli errori da me commessi quando ho iniziato a svolgere l'attività di Investigatore Privato. In quella condizione, nuova per me, di provazione della Libertà Personale, ho ripreso a studiare e a partecipare a diversi corsi, tra i quali un laboratorio di Poesia tenuto dalla Zingonia Zingone e da Ottavia Pojaghi Bettoni, due straordinarie poetesse che hanno dato il LA alla mia ispirazione latente. Da qui quella condizione estrema mi ha consentito di scrivere numerose poesie, alcune ancora non pubblicate, che narrano delle piccole cose della vita a cui molto spesso non diamo rilevanza perché sono intrinseche nella nostra natura, ma che diventano fondamentali quando ne siamo privati, come appunto nel mio caso nella detenzione
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un arco di giornata dedicato alla scrittura. Molto spesso, mentre sono attento a fare qualcosa, mi capitano flash di idee che scrivo su un pezzo di carta e da lì parte la mia poesia.... un modo per dire INTUITIVO
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
La poetessa Patrizia Papili ed Erik Fromm
 
Perché è nata la sua opera?
In realtà non voleva nascere un’opera; scrivendo per il laboratorio di poesia della Zingone sono così state tante le idee e le ispirazioni che ho avuto, anche grazie allo stato detentivo che mi costringeva chiuso in una realtà alienante, che mi sono accorto di aver scritto oltre 100 poesie. In questo caso determinante è stata la mia caparbietà a voler redigere il libro. L'ho voluto fortemente e l'ho pubblicato.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ricordo con piacere alcune frasi di mio padre: Lui era il classico toscano fiero della sua terra e del fatto che la Toscana fosse stata storicamente la "culla" della lingua Italiana. Io ovviamente sono nato a Roma e spesso usavo le classiche cadenze romane, ma lui spesso mi riprendeva perché voleva fortemente che i suoi figli parlassero in italiano, soprattutto quando eravamo tutti a tavola. Poi ovviamente anche gli studi superiori e lo studio del Latino nonché il genere di lavoro han fatto si che nella crescita la mia formazione fosse estesa il giusto e votata alla conoscenza letteraria e scientifica.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
entrambe le cose. Quando scrivo evado per ore dalla realtà entrando esclusivamente dentro me stesso; ma questa introspezione mi serve per raccontare la realtà per come la vedo e come mi circonda. Piuttosto permette di esternare ogni sentimento che molte volte e difficile da narrare.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è tutto di me. In questa opera ho completamente messo a nudo tutto me stesso: sensazioni, sentimenti, paure, Amore.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sicuramente ci sono più persone: La mia famiglia, mia Moglie e i miei Figli, e il laboratorio di poesia di Zingonia Zingone e Ottavia Pojaghi Bettoni. Poi tutti i detenuti con i quali ho condiviso questa triste esperienza che però è stata costruttiva e determinate per conoscermi a fondo
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ai miei Familiari.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Al giorno d'oggi direi sicuramente di sì. Rimango però piacevolmente attaccato al profumo della carta e al rumore delle pagine girate con la mano.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Utile senz'altro per chi non può leggere. Chi può spero possa sfogliare un libro con bramosia di farlo.

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