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14 Ott
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Intervista all'autore - Fabio Sabatini -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto in un paesino della riviera ligure che ha condizionato molto la mia formazione.
Levanto, ai margini delle 5 terre è uno di quei posti dove si vive sopra le righe per 3 mesi l'anno, i mesi estivi quando il paese si riempie di villeggianti per poi cadere nel buio dei mesi invernali quando l'assenza di gente e la chiusura della maggior parte delle attività lascia i giovani e meno giovani nell'inerzia totale. Questo mi ha spinto ad andarmene quando fui più grande ma fu anche lo stimolo che, negli anni 70, mi portò insieme a due amici carissimo che condividevano la mia visione, a fondare una radio libera e a diventarne animatore. In un certo senso questo fu l'episodio che sta alla base del libro. Mi laureai in Ingegneria ed andai altrove ad esercitare la mia professione per poi aver l'occasione di viaggiare a lungo e visitare molti paesi tra cui il Giappone e la Cina. Già da adolescente avevo ammirazione per l'estremo oriente ma avere l'occasione di visitarli e di viverci per qualche tempo ha reso il mio interesse più profondo e consapevole. La protagonista femminile di questo libro è in un certo senso la sintesi delle mie esperienze in estremo oriente
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Io non credo che debba esistere una grossa differenziazione sulle letture di un adolescente rispetto a quelle di un adulto. Consiglierei libri di tema storico in modo che il ragazzo si formi una coscienza sul modo in cui si è arrivati al mondo in cui viviamo. Io invece ho avuto la fortuna di entrare in contatto con la fantascienza e soprattutto con il ciclo dei robot e quello dell'impero di Asimov. La vastità spaziotemporale di quelle storie mi ha portato a valicare i confini sia fisici che mentali che l'educazione e l'ambiente avevano costruito intorno a me. Altro autore che ha segnato la mia formazione adolescenziale è stato Kerouac ma non saprei quanto un ragazzo di oggi lo possa apprezzare. Io sono nato e cresciuto in un'epoca che ha immediatamente seguito quella in cui Kerouac ha scritto i suoi romanzi ma da allora sono passati una settantina d'anni e non sono pochi. Che effetto possono fare ad esempio su un giovane d'oggi i riferimenti al be bop?
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Sono piuttosto attempato e trovo il libro cartaceo estremamente confortevole, forse perché mi è familiare fin dalla mia infanzia. La mia professione di ingegnere elettronico è stata protagonista dell'evoluzione tecnologica che ha tra i suoi frutti anche gli e-book e confesso di avere sia nel tablet che nel PC una vasta collezione di titoli digitali.
La letteratura è un bene comune, se gli e-book possono portare ad una maggiore diffusione di libri ed autori tra cui me stesso non sarò certo contrario al loro sviluppo.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Più che un colpo di fulmine la definirei un tuono. Qualche anno fa, non troppi per la precisione, mi misi in testa di creare e scrivere una trasmissione radiofonica di cui avrei voluto anche essere l'animatore. Lo feci e ne incisi anche alcune puntate prototipo ma in realtà non se ne fece mai niente. E così ne feci un libro. A dire il vero questo è il secondo romanzo che scrissi, il primo era una road novel, un atto d'amore verso la mia motocicletta, una BMW degli anni ottanta che ancora corre sulle strade mentre io mi sto riempiendo, con l'avanzare dell'età, di acciacchi di ogni genere.
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Non ci sono motivazioni precise per cui io cominci a scrivere un libro. Ad esempio una volta mi trovai di fronte ad una lapide mentre andavo a visitare la tomba di mio padre. Quella lapide e la sua iscrizione scatenò in me una miriade di pensieri che volli mettere per iscritto. Divenne l'incipit di un altro romanzo che in realtà narra una storia completamente diversa.
Durante il periodo della mia ospedalizzazione a causa di un tumore conobbi una donna con cui strinsi una profonda amicizia, lei era il mio confidente ed io il suo. Fu pura e semplice amicizia ma fu molto importante per me. Poi lei venne a mancare. Forse fu questa la causa scatenante per la scrittura di questo libro
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Nel libro non ci sono messaggi universali quali pace, amore e volemose bene. È una storia intima, quasi privata nella quale trovano spazio sentimenti semplici come l'amicizia, l'amore, l'odio, il sesso. E quando parlo di amore non intendo un concetto tanto generale quanto astratto, è soltanto il legame che porta due persone a legarsi tra loro, ad essere una cosa solo. Pochi giorni fa è stato assegnato il premio Nobel per la fisica ad una ricerca sull'entanglement. Ecco, l'amore è l'entanglement di due persone.
Nel libro c'è un anziano DJ disilluso dalla vita e c'è una giovane straniera che si prostituisce per necessità. Alla fine del romanzo saranno due persone diverse da prima mentre il terzo protagonista invece muore. Ecco, forse il messaggio è proprio questo, non abbandonate mai la speranza, la vita è degna di essere vissuta e riserva occasioni per risorgere.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Per tutti gli anni della scuola la scrittura è stata un vero tormento. Le parole mi uscivano come il dentifricio da un tubetto finito. Sono piuttosto timido e soprattutto introverso, tendo a trattenere tutto dentro. Ma ho cominciato a scrivere molti anni più tardi della fine della scuola e dei temuti "temi in classe". Ho cominciato a scrivere quando le esperienze accumulate erano tali da non poterne più trattenere. La mia scrittura è sempre piuttosto stringata ma a me piace così. La penso come una scrittura impressionista fatta per immagini, una per capitolo o paragrafo senza troppi orpelli o fronzoli. E poi adesso ho cose da dire che forse ai tempi della scuola non avevo o non sapevo di avere
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Mentre ho condiviso la scrittura del mio primo romanzo con più persone, questo è nato in maniera piuttosto intima. Se vogliamo potrei citare un viaggio ad Hong Kong durante il quale ebbi modo di incontrare una amica conosciuta in rete molti anni prima e mai vista di persona. Il personaggio femminile del libro è vagamente ispirato a lei pur se ampiamente più giovane. Credo non sarebbe lusingata se venisse a sapere che l'ho immaginata nei panni di una prostituta.
Questo porta ad un altro argomento. Quanto c'è di me e della mia vita reale in questo e nei miei altri romanzi. C'è molto ovviamente. I miei personaggi si muovono, reagiscono, pensano come farei io stesso o come farebbero le persone a cui sono ispirati. Ma le storie sono completamente di fiction. La mia esperienza personale fornisce il background, l'ambientazione in cui le storie si svolgono ma sono storie di fiction, non sono la mia biografia
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No. Benché non mi sia mai successo potrei interrompere la scrittura di un romanzo per mancanza di interesse in ciò che scrivo ma non potrei mai smettere per "non saper più come andare avanti". In fin dei conti sono molto curioso di sapere come andrà a finire. Mio padre ascoltava in silenzio le storie che mia madre raccontava per farmi dormire. Smetteva quando io cadevo nel sonno e a quel punto lui le chiedeva come andasse a finire. Lei sempre rispondeva "non lo so, me la stavo inventando".
Ecco, come figlio di mia madre e mio padre invento storie ma devo portarle a termine perché anch'io voglio conoscere l'ending, sad o happy che sia
 
Il suo autore del passato preferito?
Omero. Leggere o rileggere, non oppressi da impegni o vincoli scolastici, le prime pagine dell'Odissea per restare estasiati dalla leggiadria e dalla potenza di quelle parole
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Quel che conta è il libro. Importa che i pensieri e le emozioni di chi scrive siano trasmessi a chi legge. La tecnologia importa ben poco.
Trovo solo un rischio nei supporti altamente tecnologicizzati. Il libro cartaceo esiste da quando Gutenberg iniziò a stamparli e sebbene ad oggi gli si siano affiancati l'ebook e l'audiolibro, gode ancora di ottima salute.
I supporti tecnologici invece sono molto più effimeri in virtù o a causa dell'evoluzione tecnologica. Il risultato è che mentre fra molti anni potrò ancora leggere i libri dalla mia libreria cartacea, probabilmente la mia biblioteca digitale sarà inservibile. E questo è un vero peccato

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