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22 Set
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Intervista all'autore - Rosario Nestini -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
La passione per la scrittura è nata per caso, traendo spunto da una mia canzone incisa da un famoso cantante siciliano Gian Campione, dal titolo "A ginnastica di mè mugghieri (La ginnastica di mia moglie)".
Dopo di che sono nati gli altri romanzi e commedie teatrali.
Un fatto strano? Nella mia mente, quando mi viene un soggetto, non viene il soggetto in se stesso, ma solo il titolo dell'opera, il soggetto lo creo dal titolo quando comincio a scrivere ed immaginare.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La mattina intorno alle dieci fino all'ora di pranzo, poi chiudo il computer. A volte passano diversi giorni prima di riprendere. Apro il computer e dico: vediamo dove siamo arrivati e continuo come se già avessi preparato la continuazione della storia.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Luigi Pirandello, drammaturgo siciliano e, precisamente, argentino.
 
Perché è nata la sua opera?
È nata così, senza volerlo, tutto è nato dalla ricarica che ho fatto sul mio cellulare. La ragazza, nello scrivere il mio numero, ha sbagliato l'ultimo numero e così ho dovuto chiamare il numero sbagliato e mi ha risposto una gentilissima persona da Treviso che, nell'opera, l'ho spostata a Venezia.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Quanto influisce? non ho mai smesso di aiutare la mia formazione. Ogni traguardo è sempre un punto di partenza. Guai a dire "finalmente sono arrivato".
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Un modo di raccontare quello che ti detta la fantasia inserendo anche un pò di realtà che va inserita indirettamente
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è sempre qualcosa di personale quando si scrive, guai se non fosse così.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No, nessuno. Io ho sempre odiato le copiature. L'opera è bella o brutta solo quando è originale, senza riferimenti a nessuno. Odio essere consigliato, se sbaglio devo dire a me stesso: «Hai sbagliato, ricomincia daccapo»
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ai miei figli, sono loro che, a volte, quando glielo leggo mi dicono se c'è qualcosa che non va.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Assolutamente sì, anche se preferisco sempre il metodo tradizionale
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Assolutamente positivo, ma avere un libro tradizionale fra le mani ti crea sempre un fascino particolare.

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