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16 Set
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Intervista all'autore - Vito Marone -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ho 52 anni, sono nato a Potenza, ma ho sempre vissuto in un piccolo borgo che si chiama Oppido Lucano posto nella parte nord-orientale della Basilicata, a ridosso del confine con la provincia di Matera e della provincia di Bari.
Sono presidente di una squadra di calcio locale che si chiama A.S. La Fiasca Oppido che gioca nel campionat0 regionale di 1^Categoria. Oltre ad essere un'associazione sportiva, essa si occupa di organizzare eventi culturali a scopo di integrazione sociale e nel 2017-'18 ha portato avanti un progetto finalizzato ad uno scambio culturale con la comunità di Iquique, una cittadina cilena con la quale la comunità di Oppido è gemellata dal 2005. È stato proprio un viaggio, da me intrapreso nel febbraio 2006, proprio ad Iquique, che mi fece decidere di scrivere la mia prima opera: "FELICIA, cronaca di un viaggio straordinario.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Dipende molto dal tempo che il lavoro e la famiglia mi consentono di dedicarmi a quello che ormai è il mio impegno preferito: fare ricerche storiche documentate e poi ricomporre vecchie storie di passate vicende locali. Spesso scrivo nel medio pomeriggio.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Leggo prevalentemente saggi storici (Barbero), romanzi storici (Silone), libri di storia dell'arte (Caroli, D'Averio) o di approfondimento (Augias, Odifreddi).
 
Perché è nata la sua opera?
L'opera è nata quando nel 2006, durante il mio primo viaggio in Cile, ho scoperto lì la figura di Felicia Muscio, natia del mio stesso paese e poi trasferita ad Iquique, nella regione del Tarapacà, tra l'oceano Pacifico ed il Deserto di Atacama, tra i più aridi del mondo. Nella cittadina cilena, dove ancor'oggi vivono migliaia di discendenti di immigrati partiti dal mio paese a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Ad Iquique Felicia Muscio è considerata il simbolo dell'emigrazione al femminile, e all'ingresso della città, nel 2001, fu eretto un monumento che la rappresenta, posto nel centro di una rotonda stradale chiamata proprio (dal 2001) Redonda Oppido. Per questo il fascino della figura di questa donna e delle sue gesta, mi hanno dato ispirazione a scriverne una specie di biografia.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Credo molto. Soprattutto il passato della comunità in cui vivo, da sempre trascurato nel circuito della grande Storia, quella nota alla massa. La realtà sociale di una piccola comunità meridionale ha caratterizzati, prima di tutto la mia stessa vita, e poi mi ha spinto a ricercare nelle pieghe del passato i moventi e le cause dei vari accadimenti.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me è certamente un modo per raccontare fatti realmente accaduti facendo riferimento a documenti certi, fin dove è possibile averne, e poi sul trasferimento orale di notizie che restano nella memoria popolare. Penso che non si dovrebbe essere presuntuosi nel pensare di raccontare la verità, ma cercare di scovare le tante verità che da più parti provengono.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Nel senso ideologico, credo molto. Dal punto di vista puramente narrativo meno, perché raccontare una storia reale presuppone descrivere tutt'altro che la propria persona.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Si. Felicia Muscio e i suoi diretti discendenti, alcuni dei quali ho avuto modo di conoscere personalmente come Canio Sciaraffia, nipote diretto di Felicia, il quale è scomparso pochi anni fa.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A molti miei amici e conoscenti.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Su questo non ho elementi per potermi esprimere, anche se è chiaro che la tendenza è verso l'utilizzo di moderni sistemi di divulgazione letteraria.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Anche su questo non posso dare un parere certo. Le nuove suggestioni tecnologiche riescono sempre a sorprenderci, l'importante è non cancellare o accantonare definitivamente il modo classico di leggere.

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