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16 Ago
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Intervista all'autore - Rosa Crisafulli -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Sono nata in un paese della provincia di Enna.
Insegnante di scuola dell'infanzia, sposata e un figlio. Residente in provincia di Milano da più di cinquanta anni, dove ho esercitato la mia professione di docente. Sin da ragazzina amavo leggere, ero appassionata di letteratura russa: Tolstoj, Dostoevskij, ho letto e leggo anche altri autori.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il pomeriggio, sono più libera di impegni e scrivere mi rilassa.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Ho scoperto da poco lo scrittore Alessandro D'Avenia, mi piace il suo stile, la sua chiarezza, il contenuto dei suoi libri. Forse essendo un docente vi trovo affinità di pensiero.
 
Perché è nata la sua opera?
Non è nata perché avessi ambizioni di scrittrice, ma durante l'esercizio della mia professione, ero alla ricerca di poesie adatte ai miei piccoli alunni, quando non le ritenevo tali, mi accingevo a scriverle io, nel tempo me ne trovai una raccolta.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
La famiglia, gli amici, la lettura...il contesto sociale in cui vivo hanno influito, ma la scuola, attraverso il confronto con tantissimi colleghi, dirigenti, genitori, è stata la fonte determinante della mia formazione letteraria.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Direi entrambe le motivazioni: ho cercato di raccontare la realtà parlando della mia professione, che ho svolto con passione; in alcuni momenti ho scritto per evadere dai problemi che la vita, inevitabilmente, porta da affrontare.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Direi tutto: il mio pensiero educativo e didattico; esprimo il mio senso critico ai cambiamenti umani e sociali; al non rispetto che viene perpetrato nella natura; percepisco una più diffusa fragilità umana e altro.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nessuno in particolare, il libro è rivolto agli alunni, agli insegnanti, alle famiglie.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Il mio libro non è un romanzo, è un testo per la scuola, al cui interno delinea un esempio di percorso didattico, secondo la scansione delle stagioni.
Ho ritenuto opportuno farlo leggere a un professore colto, dirigente scolastico, quindi competente per esprimere una valutazione in merito al contenuto.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Potrebbe esserlo, perché il mondo è dominato dell'informatica. Le generazioni future saranno sempre più orientate dall'uso di questi mezzi e strumenti, peccato però, se scomparisse il cartaceo: per me, il libro è delizia della lettura.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Trovo sia utile: in primis per le persone non vedenti;
per soggetti con difficoltà di manipolazione;
può essere un piacere ascoltare, come si fa con la musica, stendersi al buio e ascoltare...mi sembra un modo efficace per rilassarsi.

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