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03 Giu
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Intervista all'autore - Elena Maria Martorana -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Io sono una ragazza siciliana, sognatrice che si stupisce per un tramonto o
un’alba.
Io amo la natura, gli alberi, i fiori. Mi piace vivere le stagioni, i loro cambiamenti e osservare i colori che mi circondano.
Amo lo scorcio di un vicolo e la vita che si snoda al suo interno.
Da bambina e poi da adolescente avevo tante cose da dire, ma per timidezza mi tenevo tutto dentro e questo ha fatto nascere in me l'esigenza di scrivere e dare sfogo alle mie emozioni e ai miei desideri.
Ho cominciato con lo scrivere i fatti che succedevano come un diario quotidiano e poi ho cominciato a scrivere storie personali e a inventarne di altri.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento specifico della giornata per scrivere, ma quando ho tempo e soprattutto quando ho qualcosa da dire, da esternare per me e per gli altri.
Ci sono dei momenti in cui scrivere sembra la soluzione di tutti i problemi e uno sfogo per l'anima e un modo per rigenerarsi.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un autore preferito, ma leggo un po' di tutto: americani come Juliet Grey con le sue biografie, Jonathan Holt, Madeline Miller con Circe e poi Giorgio Faletti e Andrea Camilleri con i suoi gialli.
Mi piace molto anche Valerio Massimo Manfredi e Gabriel Garcia Marquez, come anche Daniel Pennac e Roberto Saviano e tanti altri.
 
Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata dalla grande ammirazione che io ho sempre provato per Luigi Pirandello e dalla curiosità che avevo nel capire i suoi personaggi.
Essi sono diversi, sono grotteschi e soffrono perché non riescono a liberarsi dai vincoli delle convenzioni sociali e non sono liberi, ma schiavi dei pregiudizi.
Un po' come succede adesso, che siamo legati alle apparenze e facciamo quello che gli altri si aspettano da noi e non quello che vorremmo fare. I social hanno evidenziato maggiormente tale situazione; è un impatto diretto con la vita reale, ma occorre saper interpretare i fatti che si presentano. Molta gente si mette in evidenza, ma spesso è la solitudine che li spinge a farlo e soprattutto l'insicurezza. Spesso si finge di essere qualcuno che non si è, simulando una personalità diversa magari un intellettuale o una persona affascinante in poche parole ci si maschera recitando un ruolo come in un palcoscenico.
Ecco, per questo motivo ho cercato di vedere aldilà di quello che leggiamo, dei personaggi che ci vengono presentati e come sono raccontati e comprendere attraverso critici e studiosi i vari punti di vista che non sempre coincidono con il lettore o il narratore. Mi sono posta delle domande e ho cercato di dare delle risposte servendomi delle ricerche di varie personalità che nel corso del tempo si poste quesiti simili.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
La mia formazione letteraria è dovuta essenzialmente alla mia sete di conoscenza e alla mia curiosità, ma anche perché ero molto timida e mi rifugiavo nei libri. Ho cominciato a leggere prestissimo ed ero sempre attratta dalle storie raccontate, dai miti e volevo sempre saperne di più. A scuola amavo ascoltare l'insegnante di lettere e quindi leggere e poi seguire il suo stesso percorso mi è sembrato normale. Così è nato anche l'amore per il mio lavoro e anche la voglia di trasmettere le mie conoscenze ai miei bambini. Il contesto in cui vivo mi induce ovviamente a tenermi aggiornata in modo crescente.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Quando scrivo racconto la realtà che vivo o che ho vissuto sia personalmente che da spettatrice. Ho raccontato anche situazioni vissute da mie amiche o conoscenti, fatti di cronaca e fatti storici.
Ho narrato anche fatti concreti e avvenimenti di fantasia completamente inventati o con un fondo di verità.
Per quanto mi riguarda la scrittura non ha confini e non è delimitata da qualcosa. Io scrivo quello che sento e che in quel momento mi permette di esprimere le mie emozioni e i miei sentimenti, mi libera l'anima e cerco di dare un ordine alle mie parole.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In alcuni miei scritti c'è molto di me: è qualcosa che mi era dentro e che è venuto fuori attraverso le parole e mi ha permesso di liberare le tensioni che avevo dentro. Altre volte ho scritto cose che non riguardano me, ma che mi hanno coinvolto emotivamente e così ho cercato di esprimere il disagio che mi aveva turbato.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
La mia opera è il risultato di varie ricerche e di un lavoro fatto con minuzia e pazienza. Ho seguito una scaletta e ho cercato di non perdere mai di vista il tema di fondo, il messaggio che volevo trasmettere. Ho espresso le mie idee e i concetti selezionati e poi li ho sviluppati costruendo un discorso complessivo e con un senso logico. Come dicevo prima la mia curiosità e il mio vedere oltre le apparenze, alcuni sprazzi e discorsi della mia insegnante di lettere all'università mi hanno portato a scrivere questo lavoro. Mi ha permesso di vedere i problemi da angolazioni diverse e assumere ruoli vari tanto da aiutarmi in tantissime situazioni.
Cambiare visuale ci aiuta a trovare soluzioni dove prima non ne vedevamo con un atteggiamento mentale più positivo.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Il mio romanzo all'inizio l’ha letto una mia amica e collega che mi ha supportato nel continuare la stesura del lavoro. Questo mi ha caricato e stimolato nel proseguire le mie ricerche che poi sono state fondamentali per ultimarlo.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Da quando è nato l'ebook ha avvicinato sempre più i lettori al libro digitale integrando la lettura cartacea e addirittura sostituendola. L'ebook cerca anche di rendere la lettura il più possibile simile a quella che si avrebbe svogliando le pagine del libro cartaceo e non emette luce in modo che la lettura sia meno faticosa per gli occhi.
La tecnologia dei libri in formato digitale si è evoluta molto nel tempo ed è in continuo sviluppo.
Io personalmente amo i libri cartacei, l'odore della carta e la bellezza dell'oggetto, ma io sono della vecchia generazione.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è la registrazione di un libro letto da uno speaker sconosciuto o da un attore doppiatore e permette di ascoltarlo anche mentre sei in viaggio o sei impegnato a fare delle attività. Io trovo che sia una cosa stupenda sentire qualcuno che legge il tuo libro preferito o la tua fiaba. Personalmente l'ho usato spesso con i miei bimbi al lavoro per raccontare loro delle storie che non conoscevamo.

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Venerdì, 03 Giugno 2022 | di @BookSprint Edizioni