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02 Mag
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Intervista all'autore - Marco Salis -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Roma ed ho sempre vissuto in questa città, anche se, per motivi di lavoro, ho viaggiato molto sia all'interno della ns penisola, sia all'estero.
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Credo che qualsiasi adolescente dovrebbe leggere "Il piccolo principe", di Antoine de Saint-Exupéry. Io l’ho letto almeno 3-4 volte, ma sono già sicuro che lo leggerò ancora. La poesia, la fantasia e il sentimento racchiuso in quel romanzo rappresentano qualcosa di favoloso.
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
L'EBook è praticità, utilità, comodità; partire per un viaggio con un Ebook ti consente di portare meno peso in valigia ed avere, allo stesso tempo, diversi libri a disposizione. Tuttavia resto ancora dell'idea che sfogliare un libro pagina per pagina sia un'emozione che non potrà mai essere sostituita.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Nella scrittura ho trovato la possibilità di essere solo con me stesso, ma, allo stesso tempo, di respirare il profumo di un'avventura pur stando seduto alla mia scrivania, ma anche, anzi "soprattutto" il ricordo di tanti momenti belli della mia vita come se li stessi vivendo ancora in prima persona.
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Era un'idea che avevamo in mente da anni insieme al mio co-autore Ofelio. Entrambi collaboravamo con una rivista dedicata al mondo del lavoro, ognuno con una propria rubrica e ci piaceva scambiarci non solo l'anteprima degli articoli che avremmo proposto all'editore, ma anche tanti altri racconti, alcuni fantasiosi, altri basati su esperienze vissute direttamente. La curiosità di scoprire cosa avrebbe prodotto la nostra immaginazione se fusa l'una con l'altra era tanta e questo ha portato, dopo tanto parlarne, alla nascita del nostro romanzo.
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Credo che prevalentemente si debba mettere in risalto l'importanza degli affetti personali, che, pur nelle peripezie, restano sempre un valore da difendere e tutelare ad ogni costo. Nel nostro romanzo, al di là delle avventure terrificanti che vivono i vari protagonisti, alla fine, nonostante non pochi dolori, l'affetto e l'amore per i nostri cari resta il vero e unico vincitore.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Tanto per me, quanto per Ofelio, la scrittura ha sempre rappresentato una passione. Oltre ai diversi articoli che entrambi abbiamo pubblicato sulla rivista con la quale collaboravamo, sono tantissimi i racconti che ognuno di noi ha scritto e che ci siamo reciprocamente scambiati, anche se alla fine sono poi rimasti nel cassetto delle nostre scrivanie, oltre che nel nostro cuore.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Penso che la caratteristica concordata all'inizio della stesura del nostro libro, ovvero di alternarci alla scrittura, senza mai poter superare, ad ogni integrazione, i mille caratteri, sia stata la cosa che più ci ha divertito, anche perché, pur essendone gli autori, nessuno dei due poteva mai prevedere cosa sarebbe potuto succedere di lì a poche righe più avanti. Questo portava ognuno di noi due ad aspettare con tanta curiosità la ricezione dell'integrazione dell'altro, al punto che spesso ci si telefonava per sapere notizie al riguardo.
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Sinceramente, considerato l'entusiasmo con il quale ci dedicavamo al libro, non abbiamo mai avuto l'idea o la percezione che il nostro lavoro potesse interrompersi prima di averlo portato a termine. Anzi, una volta completato il romanzo "A quattro mani", avevamo anche iniziato la stesura di un altro libro che, purtroppo, non si è potuto completare essendo venuto a mancare Ofelio.
 
Il suo autore del passato preferito?
Sono un appassionato della poesia ed ho sempre avuto una predilezione particolare per Giosuè Carducci. Amo molto anche i classici e i libri di storia, sia antica che contemporanea. Credo di aver letto tutto o quasi di Platone, così come doiverse opere di Seneca, ma se devo eleggere i libri che più mi hanno colpito in tanti anni di lettura, non posso non citare “Quo vadis” di Henryk Sienkievicz e “Cyrano de Bergerac” di E. Rostand.
Se, però, devo trovare un autore preferito, anche se ne apprezzo tanti, indicherei Luciano De Crescenzo; alcuni anni prima della sua scomparsa, ho avuto anche il piacere, oltre che il grande onore, di conoscerlo personalmente andandolo a trovare nella sua casa di Roma e quell’esperienza resterà sempre per me un bellissimo ricordo
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audio libro, a mio avviso, rappresenta una valida alternativa, ma sempre configurato come "alternativa".
In parole semplici, lo vedo come una caramella al caffè. Se non ho a disposizione un espresso ed ho voglia di caffè, va benissimo anche la caramella; ma se davanti a me ho tutto il necessario per farmi una Moka, o se posso entrare in un bar, preferisco il caffè vero.

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Sabato, 11 Giugno 2022 | di @BookSprint Edizioni