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28 Apr
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Intervista all'autore - Vincenza Gianfriddo -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Io sono Vincenza Gianfriddo, ma tutti mi chiamano Nancy.
Sono nata il 22 febbraio del 1991 a Siracusa, una splendida città siciliana, vivo a Canicattini Bagni, una cittadina lì vicino e sono moglie e madre di tre splendidi bambini.
Durante la mia vita ho frequentato svariati corsi di formazione ed ho fatto moltissime esperienze lavorative in vari settori, ampliando  le mie conoscenze ed arricchendo il mio bagaglio di vita.
Mi sono immersa particolarmente nel settore sociale, in quanto mi gratifica molto poter aiutare gli altri.
Ma la cosa che mi piace più di tutto è poter lavorare con i bambini, soprattutto nella loro prima fase di vita, quando iniziano a scoprire ciò che li circonda e a prendere la consapevolezza del magnifico miracolo che essi stessi sono!
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Innanzitutto, consiglio a chiunque, non solo agli adolescenti, di leggere.
Perché leggere ci apre le ali, permettendoci di volare in luoghi meravigliosi!
Leggendo, infatti, abbiamo la possibilità di catapultarci in infiniti posti e soprattutto abbiamo la possibilità di rivivere quello che è stato il nostro passato, la nostra storia!
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Per quanto riguarda la perdita progressiva del libro cartaceo, devo dire che un po' mi dispiace, ma questo, forse perché sono follemente innamorata della carta e della penna!
Però penso che l'eBook sia un'ottima alternativa, soprattutto per i giovani che sono abituati ai dispositivi elettronici.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura per me è stato un colpo di fulmine inaspettato e, come ho anche scritto nella copertina del mio libro "Pensieri che volano nel tuo cuore", la mia prima poesia "Da una Donna per tutte le Donne!" è nata d'impatto.
Non lo dimenticherò mai!
Un giorno, mentre ero in terrazza a fumare una sigaretta, iniziarono a passarmi per la mente delle frasi e per paura di dimenticarle, le trascrissi subito nel mio cellulare.
Poco dopo riportai tutto su un foglio e, soddisfatta di quelle frasi messe assieme, decisi di farle leggere alla mia ex docente di italiano Maria Antonietta Tribulato, che ne rimase entusiasta.
Apro una piccola parentesi perché ci tengo molto a dire che, quando studiavo la vita degli autori, cercavo prima di tutto, di capire il motivo per il quale avevano dedicato la loro vita alla scrittura, quando invece, avrebbero potuto fare altro, "guardandoli", a volte con scetticismo!
Ironia della sorte... L'ho scoperto in prima persona!
Il motivo è che si ha l'esigenza di trasmettere agli altri il proprio pensiero, per far conoscere, per far riflettere o anche solo per regalare un sorriso!
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Ho scritto e pubblicato questo mio libro, grazie alle persone a me care, che mi hanno spinta in questa avventura credendo fortemente in me e nei miei testi.
Ma il motivo per il quale l'ho fatto è dato dal fatto che mi sono resa conto che poter emozionare e trasmettere qualcosa a chi legge, mi gratifica molto e mi riempie il cuore di gioia.
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il messaggio che voglio inviare al lettore, penso di poterlo ridurre in una grandissima parola: sensibilità!
È questo quello che si diffonda con i miei testi, la sensibilità verso gli altri.
La sensibilità verso le donne, che ancora oggi devono lottare molto per poter essere apprezzate;
verso le madri che magari non si curano per non "sprecare" nemmeno un secondo della loro vita per loro stesse;
verso chi sorride, nascondendo la tristezza che gli logora il cuore;
o ancora, la sensibilità, nei confronti di quelli che è stato il nostro passato, fatto di molti anni di immensa crudeltà, segnati dalle guerre.
Se noi tutti, avessimo la giusta spendibilità potremmo davvero, vivere in un mondo migliore.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La scrittura, non era un mio sogno, ma lo è diventato.
Non avrei mai pensato di poter diventare, un giorno, un'autrice, ma adesso, la scrittura è diventata parte di me.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
La cosa che ricordo con molto piacere, a parte la nascita della mia prima poesia e l'emozione data dai miei primi lettori, è il fatto che dopo tanti anni, passati a capire come molti autori invece di "alzarsi le maniche" per cercare di cambiare le terribili sorti di quello che sono stati alcuni avvenimenti storici, passavano molto del loro tempo a scrivere.
E poter immedesimarmi leggermente, in quello che poteva essere il loro pensiero, mi emoziona moltissimo.
L'essermi ricreduta su quello che loro facevano e che volevano comunque e nonostante tutto trasmettere, mi rende felice.
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, da quando ho iniziato a scrivere, non ho mai pensato di non completare nessuno dei miei testi.
Anzi, vi dirò che qualche mese fa, per mie esigenze personali, ho messo in stand-by due miei testi, uno è un racconto per bambini che ha come tema principale l'autostima e l'altro è un racconto di fantascienza per ragazzi, che non vedo l'ora di poter continuare perché per me, non sono solo dei testi ma è come se i miei personaggi fossero in vita, come se mi stessero aspettando affinché io completi la loro storia.
 
Il suo autore del passato preferito?
Devo dire che amo e ammiro molti autori del passato, ma quello che preferisco più di tutti, è sicuramente Luigi Pirandello, sia perché lo ammiro come uomo, padre e marito molto legato alla famiglia, che fin quando ha potuto, ha saputo curare e supportare la moglie, psicologicamente molto fragile e sia come meraviglioso autore del '900.
Pirandello, con molta semplicità ha esposto quello che noi, ancora oggi siamo.
Noi, infatti, siamo degli indossatori di maschere!
Ed è vero, perché ognuno di noi è costretto ad indossare delle maschere. A volte in modo volontario, per necessità o per le circostanze, oppure perché sono dettate dalla società stessa, che ci impone di ricoprire determinati ruoli con determinati comportamenti.
Tanto importante e di grande insegnamento è il suo famoso saggio L'umorismo, nel quale sottolinea l'enorme differenza tra l'avvertimento del contrario e il sentimento del contrario, rappresentando l'effettivo contrasto che c'è tra la realtà e l'apparenza.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro, penso sia un'ottima innovazione in quella che oggi è la nostra società sempre più tecnologica.

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