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20 Apr
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Intervista all'autore - Roberto Consigli -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono Livornese di scoglio, come diciamo noi, e lo spirito allegro e scanzonato della mia città permea anche "Favole Livornesi".
Sono un ingegnere in telecomunicazioni e la mia vita si è sviluppata con una valigia in mano in giro per il mondo, ma alla fine sempre tornando a casa per ritrovare la mia famiglia, i miei amici e le storie di cui questa città è davvero ricchissima. Tutti i porti lo sono, ma Livorno ha una storia particolare: nel 1593 Ferdinando I de Medici, Granduca di Toscana, emanò le cosiddette leggi livornine, che in un secolo di oscurantismo e persecuzioni religiose, consentirono di riunire nella città labronica gente da ogni dove e di ogni cultura e religione. Possiamo solo immaginare le storie che venivano raccontate nelle taverne e nelle piazze della città tra mercanti greci e olandesi, viaggiatori inglesi provenienti dalle Indie e dal nuovo mondo. Si sviluppò una commistione di storie e leggende come forse in nessun altro luogo d'Italia.

 

Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Oggi gli adolescenti leggono pochissimo e questo è uno dei maggiori problemi della nostra epoca, io consiglio a queste ragazze e questi ragazzi di leggere qualunque cosa gli appassioni, purché leggano. Leggere significa mettersi in contatto con l'anima e con il vissuto di grandi personaggi vissuti anche in epoche e luoghi molto lontani da noi. Il senso piacevole dell'estraniazione che fornisce la lettura non ha eguali e quello che un libro lascia lo si scopre solo nel tempo.

Se proprio devo suggerire che cosa leggere, consiglio la letteratura italiana del secolo scorso, purtroppo poco studiata nelle scuole, in particolare Umberto Eco e i nostri grandi poeti moderni, come Montale, Ungaretti e, volendo restare a Livorno, Giorgio Caproni. Per la letteratura straniera dico invece i poeti maledetti francesi: Rimbaud su tutti, ma anche Verlaine, Baudelaire e la meravigliosa e poco conosciuta Marceline Desbordes-Valmore, che di tutti questi è stata il precursore, leggete Les Separes, e vi innamorerete di lei.
Tra i moderni Majakovskij: leggendolo cucitevi addosso una gialla blusa di tre tese di tramonto.
Queste poesie possono cambiarvi la vita.

 

Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Le storie sono fatte della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, non fa niente che poi diventino carta inchiostrata o byte, basta che siano in grado di far sognare.

Personalmente credo che niente possa sostituire il piacere di un libro in mano, letto magari su una sdraio in riva al mare al fresco sul far della sera con un bicchiere di vino in mano.
Tuttavia gli ebook sono uno strumento importante per favorire la diffusione della letteratura, a mio avviso anche per ampliare l'esperienza della lettura con l'utilizzo di contenuti multimediali. E' importante che gli ebook diano qualcosa in più non in meno rispetto alla lettura di un libro cartaceo, altrimenti il loro successo resta legato ad un concetto economico e di rispetto dell'ambiente, che è importantissimo, ma qui possiamo provare a cogliere l'opportunità di una maggiore diffusione della letteratura.

 

La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura è un atto naturale di espressione dell'essere umano, come parlare, recitare, cantare, suonare, dipingere e danzare. Senza questo, senza l'arte, la nostra vita sarebbe piuttosto buia. Per me scrivere è come accendere una luce sulla mia anima e lasciare che questa si riversi sulle pagine.

E' un'esperienza unica, che ti cambia.
Ma è importante scrivere pensando a chi legge, scrivere per sé stessi pensando che gli altri debbano leggerti perché quello che scrivi vale, è un atto di grande presunzione.
Io ho prima creato queste storie pensando alla mia bambina, poi le ho scritte pensando ai bambini. Alla fine ci sono tanti spunti anche per i grandi e non solo per i piccini. Anche se voglio precisare che la mia non è certo arte, solo un divertissement...

 

Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Queste storie nascono da leggende divenute favole, che ho inventato e raccontato a Marta, mia figlia, quando era piccola, prima di farla addormentare.

Poi ho deciso di scriverle, perché rimanessero, alla fine di pubblicarle, perché magari anche altri avessero modo di leggerle.
Sinceramente l'obiettivo è quello di divertire, perché un sorriso di una bambina o di un bambino quando ascoltano una favola vale di più di tutti i tesori di Alì Babà.

 

Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Credo che si debba riacquisire la giusta attenzione verso i bambini, in questo periodo troppo trascurati se non peggio, tra pandemia e guerre.

Vorrei che gli adulti comprassero questo libro, lo leggessero prima loro e poi ai loro bambini.
Vorrei riportare alla luce la parte romantica, ingenua e scanzonata che in fondo c'è in ognuno di noi, partendo dai bambini che la voglia di divertirsi ce l'hanno in superficie.
Vorrei che chi legge questo libro per qualche istante si dimentichi di tutto, calandosi in un mondo magico dove i cattivi non ci sono.
Vorrei che i lettori fossero incuriositi dai luoghi magici descritti e venissero a Livorno per visitarli.

 

La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Scrivo da sempre, come tutti, anche se nessuno lo ammette, o non ha il coraggio di farlo e se ne vergogna. Ho preso coscienza che valesse la pena pubblicare, perché mi sono reso conto che queste favole piacevano a chi le leggeva e che bisognava condividerle.


 

C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Durante la messa a punto delle storie, le ho condivise con un'amica, Beatrice, che fa la maestra d'asilo e le aveva lette ai suoi allievi. Mi hanno inviato un sacco di disegni bellissimi, che mi hanno fatto capire come ogni favola poi rivive nella fantasia di un bambino in maniera diversa, creando una ricchezza di emozioni e interpretazioni che probabilmente è anche un po' il senso del libro.

Mi piacerebbe ricevere altri disegni dai bambini che li leggeranno e se loro ed i loro genitori vorranno mi piacerebbe pubblicarli.

 

Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Non ho scritto questo libro per pubblicarlo, ma per leggere queste storie ai bambini, quindi il pensiero di non arrivare in fondo non mi ha mai sfiorato. Di contro questo ha portato ad una lunga gestazione, ma sono davvero contento del risultato finale.


 

Il suo autore del passato preferito?
La favola più bella che mi hanno prima raccontato e poi ho letto è e rimane Pinocchio: Carlo Collodi è il mio autore preferito per bambini.

Se devo scegliere un classico però dico Esopo, e tra i moderni Rodari e Calvino.

 

Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È un'ottima opportunità soprattutto per chi viaggia molto in auto ad esempio, e per i bambini (in fondo gli audiolibri sono nati per loro). Però cari grandi io vi consiglio di leggerle voi le storie ai piccini.

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