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29 Mar
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Intervista all'autore - Raffaella Scelsi -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è mettere nero su bianco la trasmissione di un qualcosa, di un sapere, di una competenza, dove viene coinvolto tutto l'universo emozionale. È il lasciare un qualcosa di tangibile e consegnarlo a qualcuno che potrà farne tesoro, metterlo in pratica, elaborarlo.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo manuale?
Una sola parola, tutto. Dalle prime esperienze come allieva, al perfezionamento, alla pratica vera e propria con tutti i pro e i contro, avendo sempre presente degli imperativi morali e soprattutto la responsabilità che la funzione di Istruttore deve avere, una professione che purtroppo negli ultimi 20-30 anni ha perso di importanza e rispetto e che pochi sanno, coinvolge 365 gg l'anno, per 14 - 16 ore al giorno.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Trasmissione. Lasciare un qualcosa della mia esperienza a un qualcuno. Dare strumenti. Fornire informazioni.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stessa per deciderlo tra varie alternative?
E' stato facilissimo, perché l'Equitazione non è quello che fanno vedere sui giornali di settore, o dal vivo nei circoli ippici, nelle gare, o le mode che si affacciano, dietro a quello che si "vede" c'è tutt'altro.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei - trattandosi della mia professione - i scritti di Federico Caprilli raccolti da Carlo Giubbilei.
 
Ebook o cartaceo?
vengo dalla vecchia scuola, il cartaceo.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Ho deciso di scrivere questo libro, per amore della mia Professione e perché molta gente pratica il montare a cavallo senza sapere, non dico tutto, ma buona parte del complesso tecnico e culturale che richiede.
 
Come nasce l’idea di questo manuale? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura?
Nasce da diversi fattori riscontrati nella mia ultraventennale pratica professionale. Molti allievi si lamentano con me, perché altri miei colleghi che hanno avuto in "carico" questi allievi non sono stati capaci di fornire risposte a delle giuste domande, perché nel 1907 ci fu un omicidio che fu fatto passare per un banale incidente e che ha determinato la rovina dell'Equitazione Italiana e perché il cavallo non è un giocattolo e l'Equitazione non è solo un passatempo.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È il pensiero e l'esperienza che diviene un oggetto che chiunque può toccare, sfogliare, una sorta di "kilroy è stato qui"
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo manuale?
Un mio collega più anziano e con delle qualifiche assai più pesanti delle mie che mi stima tantissimo.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ecco questo mi piace, sebbene la lettura mette in moto diversi processi cognitivi differenti da quelli dell'ascoltare un libro.

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