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28 Feb
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Intervista all'autore - Daniela Signorile -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me significa mettermi a nudo, esprimendo al meglio le mie emozioni, dato che caratterialmente sono una persona introversa.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
All'interno del libro sono racchiusi i miei pensieri più inconsci, ricordi legati al passato e esperienze di vita vissuti non solo da me, ma anche da chi mi sta attorno; sono un’ottima osservatrice, ascoltatrice e un'amica fedele nella vita, per questo chi ha piena fiducia in me, sa che custodisco gelosamente i pensieri e le esperienze altrui, come se fossero mie. All'interno di questo romanzo, ho voluto racchiudere tutto ciò che mi ha colpito particolarmente, le emozioni e le sensazioni a cui nel tempo sono rimasta legata, e con l'aiuto della fantasia sono riuscita a creare una storia.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera, come già anticipato diverse volte, mi ha riportato ad aprire dei cassetti di ricordi, che ormai erano latenti. E' stato divertente, rilassante e sono riuscita a scoprire una parte di me che non conoscevo legata al mio IO più profondo, lasciandomi così trasportare da pensieri inibitori, che non pensavo di avere.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stessa per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata molto spontanea, non ho avuto difficoltà di nessun genere, l'ho inserito verso la fine della mia scrittura, ovvero quando ho deciso di introdurre una città estera all'interno del libro, da lì, il nome "Mariposa", legato al tema del romanzo, ovvero della libertà, dell'indipendenza e dell'emancipazione femminile. Non posso dire la stessa cosa del sottotitolo, che mi ha messo un pò in crisi, in quanto esisteva già un altro libro intitolato come il mio, del quale non ero a conoscenza. Ma con l'aiuto della casa editrice sono riuscita a trovare il giusto compromesso per mantenere il titolo di partenza, senza fare variazioni, inserendo il sottotitolo "in volo da me", in quanto come si evince dall'immagine di copertina, la farfalla si stacca dal tatuaggio sulla spalla della ragazza, liberandosi così del peso che portava con sé, e vola via verso nuovi orizzonti, immersa tra i colori dell'alba, simbolo della rinascita di un nuovo giorno.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Il mio libro preferito per eccellenza, è "il piccolo principe" di Antoine de Saint-Exupéry, è un libro che mi fa sognare, che mi fa vedere il mondo in un'ottica differente, concetti importanti e profondi visti con gli occhi di un bambino.
Inoltre, amo i grandi classici come "Il fu Mattia Pascal" di Luigi Pirandello, "Il sentiero dei nidi di ragno" di Italo Calvino, oppure tra gli scrittori contemporanei, come non nominare “La rabbia e l'orgoglio “di Oriana Fallaci. Mentre, se dovessi scegliere uno scrittore al quale mi sono ispirata per la realizzazione del mio libro direi Fabio Volo, trasmette nella sua scrittura leggerezza, spensieratezza... infatti, anche se solo nei ritagli di tempo, mi piace portare in borsa uno dei suoi libri, tra i miei preferiti "Esco a fare due passi".
 
Ebook o cartaceo?
Sono una lettrice vecchio stampo, mi piace sentire l'odore della carta stampata, girare le pagine, sono anche molto categorica nella scelta del tipo di carattere all'interno del libro, non mi piace sforzare troppo gli occhi. Anche se ritengo che l'Ebook, sia l'innovazione, è un modo per incentivare soprattutto le nuove generazioni alla lettura, quindi ben vengano i dispositivi elettronici, laddove aiutano ad ampliare le nostre conoscenze.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
È stato per caso, sono stata coinvolta in un incidente stradale che mi ha tenuto a letto per un mese impossibilitata nel muovermi, a farmi compagnia avevo la tastiera del pc, mentre scrivevo le dita scorrevano da sole, dopo l'infortunio che ahimè non mi ha abbandonata, sono dovuta restare per altro tempo a casa e senza rendermene conto, dei semplici pensieri hanno preso forma, trasformandosi in un romanzo.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Come già anticipato nella mia biografia, sono Pugliese, ma ho vissuto diversi anni in Emilia Romagna, Riccione per la precisione, i miei affetti, famigliari e amici sono lì, a 20 anni feci la scelta di inseguire quello che poi sarebbe diventato mio marito. Trasferendomi nuovamente, nella mia città di origine Bari, anche se la nostalgia, per i miei cari e quella città che mi ha regalato tanto è rimasta, ecco da dove sono iniziate le mie idee... Infatti, esattamente come la protagonista Bianca, sono sempre stata un pò ribelle, indipendente, non mi piace stare ferma in un posto o fare la stessa cosa per anni, cerco sempre di mettermi in gioco, sono dell'idea che nella vita non si smette mai di imparare, prendersi cura di sé significa anche scoprire nuove passioni, infatti, ne è un esempio lampante la creazione di questo libro che ignoravo completamente di essere in grado di fare.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Sinceramente, non riesco ancora a realizzare la cosa, sono soddisfatta e orgogliosa di me perché sono riuscita a portare a termine un progetto che non avrei mai pensato di intraprendere, mi sento molto più una lettrice che una scrittrice, ho sicuramente tantissimo da imparare ancora, sono a tratti imbarazzata perché essendomi lasciata andare totalmente, sicuramente a chi mi conosce ho mostrato un immagine di me nuova. Sono però anche dell'idea che siamo ormai nel 2022 e si spera che ci sia meno bigottismo e più clemenza, nei confronti di chi decide di mettere alla mercé di tutti il proprio pensiero.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia cugina Cristina, nonché protagonista indiscussa del libro, la quale ha voluto fortemente che il suo nome restasse il medesimo. Esattamente come la descrivo nel libro, grazie alla sua tenace influenza su di me, è riuscita a spronarmi nel liberarmi completamente, così da immergermi in pensieri inesplorati.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia un ottimo aiuto per chi non ha la possibilità fisica o culturale di poter leggere un libro, come disabili, anziani, analfabeti o semplicemente chi al posto di ascoltare musica preferisce rilassarsi, ascoltando il suono delle parole scritte.

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