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16 Feb
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Intervista all'autore - Pietro Colaluca -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è un piacere da sempre; già a scuola amavo i temi; con il solito 10
trovavo sempre la stessa nota "più corto".
Sono molto emotivo e sento di provare le stesse emozioni dei personaggi di cui scrivo, rabbia, amore, commozione; non mi vergogno a confessare che rileggere i miei racconti mi fa perfino scendere la lacrimuccia.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Molto della mia infanzia, poi spazia la fantasia, ma in tutto il libro, fra le pagine, si ritrovano spot di personaggi, luoghi e vicende condivise o sfiorate nella vita.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Coronare un desiderio per il quale non trovavo mai il tempo.
Il mio altruismo mi ha sempre fatto privilegiare l'essere disponibile anche sacrificando il mio tempo libero, ancora adesso che sono pensionato da 15 anni;
poi come è capitato a tanti, sono rimasto forzatamente a casa e il tempo lo ho trovato.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Semplice, è venuto da se essendo rimasto a casa per il look down.
da qui il titolo:
" Io sono rimasto a casa a scrivere un libro".
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In realtà vari libri e scrittori, ma dovendo fare una scelta, penso ad
Anton Cechov e i suoi racconti.
Per come descrive cose, luoghi, personaggi, trovo che gli dia vita, mi sembra di vederli.
Grazie alla memoria che con l'età va attenuandosi, dopo anni mi ritrovo ancora
a rileggere quei racconti, con rinnovato piacere.
 
Ebook o cartaceo?
Cartaceo, senza dubbi.
Capisco il nostro tempo, riconosco l'utilità e la comodità di un ebook, immagino la comodità sui mezzi di trasporto o in un bagaglio.
Ma il piacere di tenere un libro in mano non si può sostituire.
Mi viene da pensare ai dischi in vinile e al rinnovato piacere ( mai spento) di averli in mano.
Penso anche a quando vedi un bel panorama e gli fai una foto, per poi scoprire che non è lo stesso, manca il contesto, il contorno, l'emozione.
Credo che lo stesso avvenga con un ebook, non lo ho provato e credo di non farlo.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Carriera, mi pare decisamente esagerato. Dilettante magari.
Ho da sempre scritto qualcosa e poi rilegato alla meglio; specie storielle per i miei nipoti, quelle che ho detto loro non troveranno mai su di un altro libro.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
In realtà è una vecchia idea, volevo far conoscere ai miei figli e poi ai nipoti
( che oggi hanno tutto, anche il superfluo), come era la mia vita alla loro età.
La molla che mi ha fatto decidere è stato un sogno; io sogno di continuo, anche da sveglio, peccato che tutto al mattino svanisce.
Però un sogno nitido mi ha fatto rivivere un'emozione profonda della mia gioventù; alla mia età ci si alza di notte e ho trascritto questo sogno, non volevo svanisse. Questa emozione ha continuato per giorni ad accompagnarmi, non volevo dimenticarla, dovevo fissarla e ho iniziato a scrivere.
La mia autobiografia si è poi sviluppata in fantasia che però ogni tanto si posa su vicende e personaggi reali.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Un'emozione che non saprei descrivere.
Forse accorgersi che quanti ti conoscono, ti danno l'impressione di guardarti
dentro, non più solo in superficie.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie che divide la sua vita con me ormai da quasi mezzo secolo.
Ne è rimasta entusiasta.
Anche lei si è ritrovata fra le pagine e rivissuto le proprie emozioni.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso all'utilità per i non vedenti; ma una persona sana, secondo me non dovrebbe mai rinunciare ad avere in mano un libro.
Non immagino una casa moderna con scaffali senza libri.

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