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10 Gen
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Intervista all'autore - Franco Luise -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Padova ma immediatamente dopo gli studi turistici alberghieri e il servizio militare di leva sono entrato nelle cucine di un grande albergo in Svizzera. Lì ho potuto realmente iniziare la mia carriera di chef, alternando la mia esperienza anno dopo anno e nei migliori hotel e ristoranti d'Europa. Non mancò un'importante esperienza negli States con uno stop formativo nella Cornell University.
Come e quando ho deciso di diventare scrittore? beh, direi che definirmi tale è un po' eccessivo, mi definirei più un cuoco che scrive e che attraverso i suoi testi cerca di trasmettere un poco del suo mondo. Sto affrontando la narrativa da poco ma ho pubblicato diversi testi professionali e ricettari. Nei miei racconti non mancano le ricette, anzi da queste sorgono idee ed ispirazione.

 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Bella domanda.... Come potete immaginare uno chef di cucina non ha molto tempo da dedicare alla scrittura, soprattutto in alcuni periodi dell'anno. Ci sono alcuni testi che ho scritto di notte, verso le prime luci dell'alba e altri che sono nati in uno scompartimento di treno o nella cabina di un aereo. A Praga, tuttavia ho trovato un appartamento dove vivo con Emy, il mio labrador. Una finestra del mio studio guarda un giardino interno curato da un'adorabile signora che vive al piano di sopra. Nei fine settimana esco in quell'angolo di pace con il mio portatile e butto giù le idee per il mio prossimo libro.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Irene Nemirovsky! Beh, forse non è proprio contemporanea ma adoro la sua scrittura e la consiglio sempre a tutti. Ho un debole per Sandor Marai e Sebastiano Vassalli. Nel mio ebook si possono trovare Calasso (Le nozze di Cadmo e Armonia) Recalcati (Cosa resta del padre) Nixey (Nel nome della Croce) Pincio (Il dono di saper vivere) Scurati (M) I romanzi di Manzini, Camilleri; i testi di Muti, Chailly e altro ancora.
 
Perché è nata la sua opera?
Per ricordare una persona speciale e narrare di un'epoca che non tornerà forse più. L'averla vissuta mi dà grande gioia.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Io scrivo di cucina, di cibo, ricette, cuochi, padelle, pentole, tegami. Insomma, io scrivo del mio mondo. Non riuscirei ad uscire da questo contesto.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Direi ambedue i casi ma non chiedetemi quanto c'è dell'uno o dell'altro nei miei racconti.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Questo è un mio segreto personale. Provate ad indovinare!
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Certo. Alcuni amici e colleghi del passato con cui ho raccolto fonti utili per la narrazione.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Il primo che lo ha letto è stato il mio grande amico Matteo. È una persona con una vasta cultura da cui accetto sempre volentieri consigli e suggerimenti.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Di quale futuro parliamo? L'ebook è parte del nostro presente e non ha bisogno di un futuro per confermare la sua presenza. Non vedo che vi siano problemi nella condivisione di ambedue i formati, cartaceo e digitale. A me personalmente l'ebook consente di leggere in italiano di tutto e di più pur restando a vivere all'estero. Grande privilegio che non voglio negarmi. Poi, nei mercatini le bancarelle dei libri sono sempre MIE. Non ho perso quel certo amore che si nasconde aspirando l'odore della carta stampata. È su quella che ho imparato a scrivere e il primo amore non si scorda mai. L'ebook è la convenienza e la praticità. Quindi, evviva a tutti e due purché si legga e bene!
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Bella cosa! Penso ai camionisti che stanno lunghe ore a guidare in autostrada o ai non vedenti o semplicemente a chi desidera ascoltare un bel libro letto da una bella voce con una corretta dizione. Ho fatto un paio di viaggi ascoltando Le sorelle Materassi lette da Paolo Poli. Le ore passavano leggere in sua compagnia e ho goduto ogni parola di quella storia toscana letta da un toscanaccio come Poli.
Ho sentito un mio racconto letto da Bianca Manzari, un'attrice non professionista ma con una splendida dizione ed intonazione. Sono andato a rileggermi il manoscritto originale perché non credevo di aver scritto un così bel racconto. Mi sono commosso.

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