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29 Dic
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Intervista all'autore - Alessandro Pellegrini -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere, per me, significa condividere, lasciare traccia, dare forma o corpo alle parole, “verba volant, scripta manent” e cosi che ho voluto lasciare una traccia di qualcosa indelebile che è impresso nel mio cuore. È importante scrivere per dare corpo alle parole, per dire quello che conta veramente, per non lasciare che il tempo cancelli i ricordi.
Le emozioni sono profonde soprattutto quando la scrittura è autobiografica che si rivolge ad alcuni momenti della nostra vita. E spesso si tratta di ricordi che in qualche modo avevamo rilegato in quella memoria nascosta, nella storia sotterranea.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo mio libro è presente il cento per cento della mia vita reale.
Parto dal presupposto che leggere nella più assoluta solitudine diventa una esperienza di viaggio, ovviamente tutta interiore, quando lo scrittore racconta la vita reale diventa interessante ed è un modo per il lettore di compiere il suo viaggio, confrontarsi con il proprio vissuto ricercando sé stesso.
"Gli scritti migliori sono proprio quelli che dicono quello che già sappiamo" (George Orwell, 1984).
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Sono molto orgoglioso di aver scritto questo libricino perché parla della mia storia d'amore ed è emozionante vedere le mie parole diventare mia creatura, che vive con me e dopo di me e può suscitare emozioni a tutti coloro vorranno leggerlo.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del libro è stata semplice perché ho paragonato l'alba a mia moglie.
L'alba è il nuovo giorno che ti fa sognare, il reale cambiamento e così è stato cioè un nuovo progetto destinato al successo.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Odissea di Omero. Immancabile nella borsa di un viaggiatore diretto su un’isola deserta. E’ il poema epico che preferisco, è la ricerca, il sogno, le domande, il viaggio, niente di quello che conosciamo nella letteratura occidentale sarebbe stato senza l’Odissea.
Il precario Ugo sfida la privilegiata casta di Domenico Cirasole e Raffaella Landriscina, è un libro ironico, ricco di sogni e speranze in un paese come il nostro dove il lavoro precario è più precario di quello che si pensa e i contratti danno sempre meno garanzie al lavoratore.
 
Ebook o cartaceo?
Ormai la lettura digitale sta prendendo piede è impossibile negarlo. Da alcuni studi è emerso che la lettura su un dispositivo elettronico non ci permette di assimilare al 100% il contenuto di ciò che stiamo leggendo. In poche parole tendiamo a distrarci molto più facilmente.
Sono dell'idea che la sensazione sotto i polpastrelli delle pagine mentre sfogli un libro e l’odore della carta, suscitino delle emozioni, inoltre puoi sottolinearci e scrivere a margine appunti.
Anche il piacere delle librerie è un punto a favore del cartaceo, perché chi ama leggere ama altrettanto i luoghi in cui comperare i libri, e poi avere una dedica dall'autore da valore al libro.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
La mia non è una carriera, ho voluto mettermi alla prova e devo dire che il risultato mi appaga. Ringrazio di cuore la mia famiglia che mi ha incoraggiato ma soprattutto l'editore Vito Pacelli per la fiducia.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Nella mia vita professionale ho incrociato tanta gente che raccontandomi le proprie storie alla fine mi diceva "posso scrivere un libro" e così, forte della mia storia bellissima con Floriana, ho provato a raccontare e poi è nato il libro. Una bella emozione.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un'emozione unica e indescrivibile.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Alcuni miei colleghi/e di lavoro che sono rimasti impressionati dal racconto e mi hanno invogliato ad andare avanti.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È uno strumento utile per chi ha difficolta a leggere, e mi riferisco agli anziani.

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