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13 Dic
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Intervista all'autore - Pietro Calabretta -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Rho, in provincia di Milano e la mia infanzia si è suddivisa tra appunto Rho, dove abitavo con i miei genitori e la Calabria, dove ho trascorso molti mesi insieme ai miei nonni materni fino all'età scolare. Ho frequentato poi le scuole a Rho fino al raggiungimento della maturità classica. L'università, invece, è stata seguita a Padova, dove ho conseguito la laurea in psicologia sebbene, nel frattempo avessi iniziato a lavorare in polizia, dove poi sono rimasto.

 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Se dovessi sceglierne uno solo, consiglierei "La verità sul caso Harry Quebert" di Joel Dicker. Un libro che mi ha fatto innamorare e che mi ha fatto tornare la voglia di scrivere. Lo consiglierei sia per la trama, che per la capacità dell'autore di far credere ripetutamente al lettore di aver capito chi è il colpevole, per poi farlo ricredere al capitolo successivo. Convinto di essere sulla strada giusta, mi sono ritrovato a ripercorrerne sempre di nuove per poi ritrovarmi al centro della soluzione, senza nemmeno essermi accorto che era stato l'autore ad accompagnarmici. Non è un caso se il mio libro ha come titolo "Nèmesis- Appuntamento con la vendetta": i protagonisti, seppur per vie diverse, si ritrovano tutti sullo stesso luogo e alla stessa ora, come se guidati da una mano invisibile, quella di Nèmesis appunto. La mano invisibile vorrebbe essere appunto la mia.
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’e-book?
La considero una logica conseguenza della direzione intrapresa dalla nostra società: in nome della velocità e del ciò che è più economico sia da un punto di vista dei costi che della fatica, si perde il gusto del tempo, che passa lentamente; del fermarsi ad ammirare le sfumature delle cose; si sacrifica il piacere di sfogliare le pagine di un libro e sentirne il rumore ed il profumo. L'e-Book permette di raccogliere migliaia di titoli, ma volete mettere la bellezza di trovarsi davanti a una grande libreria? Ammirare i colori delle copertine, respirare il profumo della carta, sfiorare con mano le varie opere? Ritengo che solo la bellezza può toccare in positivo l'animo delle persone, ma la bellezza richiede tempo, pazienza, abnegazione e disponibilità a riceverla, tutte doti che, secondo me, la tecnologia non è in grado di trasmettere in nessun campo. È un po' come vedere un monumento dal vivo o sul computer: il monumento rimane sempre lo stesso, ma è tutto quello che gli sta intorno a cambiare.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
È un amore ponderato fatto di colpi di fulmine. Quando scrivi non puoi pubblicare senza aver letto e riletto e senza aver riflettuto sul contenuto. Al contempo, per scrivere, hai bisogno di ispirazione e idee e queste ti arrivano all'improvviso. A volte anche in piena notte, mentre stai dormendo perché la tua mente non si ferma mai del tutto ma, anche se con una minima parte di sé continua a rielaborare ciò che tu, dentro te, senti di voler dire e trasmettere. E così, all'improvviso e quando meno te lo aspetti, ti fa accendere la famosa lampadina. Io viaggio sempre con una penna e un foglio di carta o uno smartphone perché, quando mi arriva l'ispirazione, devo subito metterla per iscritto per poi rielaborarla in forma corretta
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Semplicemente la voglia di scrivere. Dopo aver pubblicato la mia trilogia, ho passato qualche anno senza scrivere in quanto mi mancava l'ispirazione giusta. Avevo solo idee confuse nella testa, ma non riuscivo a metterle insieme. Dopo aver letto "La verità sul caso Harry Quebert", invece, mi sono illuminato e nonostante le difficoltà nel dare un filo logico alle idee, sono riuscito a completare l'opera
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Nessun messaggio perché non ritengo di insegnare niente a nessuno. Semplicemente ho rappresentato diversi aspetti della società, cercando di fare un'analisi obiettiva e critica. Forse, volendone proprio trovare uno, il messaggio che potrebbe passare, è che esiste una legge non scritta, appunto Nèmesis, per cui le azioni scorrette, prima o poi e in un modo o nell'altro vengono punite. Non sempre secondo la logica umana, ma secondo una logica superiore che noi non possiamo prevedere, ma solo vedere una volta realizzatasi
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Direi pian piano nel corso della mia vita. Addirittura, nei temi di italiano, non riuscivo mai a raggiungere il 7. Però, ai tempi del liceo, ho iniziato a scrivere poesie per gioco e sempre per gioco ho composto "Le Pisippiche", una simil-opera epica, sulla falsa linea dell'Iliade, dell'Odissea e dell'Eneide, dove, partendo dagli errori e dai modi di dire dei miei professori, ho costruito una storia comica. Il nome "Pisippiche" è stata una parodia delle famose "Filippiche" di Cicerone ed è stata una crasi tra Pisano e Filippi, due professori ai quali ho imparato a voler bene.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ricordo che, per un periodo di tempo, sono rimasto bloccato con la stesura del libro perché non riuscivo a incastrare le diverse idee che avevo, in modo da dar loro una continuità logica. Una domenica, poi, durante la messa, mi è venuta l'ispirazione giusta e sono uscito di corsa per annotarmi gli aspetti più salienti. Sono stato così preso dagli appunti, che non sono riuscito a rientrare in chiesa prima che la funzione terminasse
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Sì, dei miei 4 libri, questo è stato il più difficile da comporre. Non riuscivo a far combaciare le storie dei vari personaggi in vista del finale, che avevo originariamente in mente. Mi ci son voluti molto tempo e le giuste ispirazioni e non è stato facile poi tradurre il tutto in parole. Ho dovuto modificare anche il finale, ma alla fine ce l'ho fatta e ora mi ritengo soddisfatto del mio lavoro.
 
Il suo autore del passato preferito?
Indubbiamente ho apprezzato la letteratura classica greca e latina. Avvicinandoci ai giorni nostri, ritengo Giorgio Faletti un grande nello stile e Donato Carrisi un maestro nella sua capacità di ricreare atmosfere veramente cariche di tensione.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente una novità interessante e in linea con i tempi. Indubbiamente un vantaggio in certe situazioni e per questo è giusto venga promosso e dove possibile, migliorarlo. Al di là di quei casi, dove la lettura è impossibile, resto per il romanticismo della carta stampata, per l'importanza della lettura a qualsiasi età e per la bellezza di trovarsi davanti a uno scaffale pieno di libri

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