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02 Nov
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Intervista all'autore - Giordana Fauci

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è un'esperienza meravigliosa. Indubbiamente, una grandiosa opportunità. È la rappresentazione dei propri pensieri, sentimenti, idee ed opinioni, visibili nero su bianco e, al tempo stesso, condivisibili con altri, tanto più nel caso in cui si abbia la fortuna di vedere pubblicata la propria opera.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
A dire il vero, questo è il mio quarto libro. E la mia vita reale, seppur romanzata, è sempre stata presente: in ognuno. Nessuno escluso!
La mia opera-prima si intitola "Storia di Giordana", è edita da BookSprint nell'anno 2012 ed è la mia biografia fino ai quarant'anni di età.
La seconda si intitola "Il diabete: Aspetti medico-legali, psicologici e sociali", edita sempre dalla vostra casa editrice nel 2017; si tratta di una rivisitazione aggiornata della mia tesi di laurea, sostenuta su una patologia che conosco fin troppo bene, visto che sono affetta da diabete di tipo I fin dall'età di soli 12 anni. Il terzo libro si intitola "Pucci e Rany: piccoli-grandi eroi" ed è stato pubblicato nel 2017, ovviamente sempre da BookSprint. È una storia in cui racconto, oltre ad eventi legati alla mia vita privata, anche il mio quotidiano con il diabete, soffermandomi a considerare il tema della pet-therapy e l'intervento dei "diabet alert dog" nella gestione delle crisi ipoglicemiche. Infine, l'ultimo testo, uscito pochi giorni fa, sempre col mio editore preferito, si intitola "Combattere il Covid senza se e senza ma": una tematica fin troppo reale. Per me, come per ognuno. Purtroppo!
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Il Covid è un virus altamente aggressivo e, fin troppo spesso, letale...
Una pandemia con la quale ognuno di noi si è trovato, suo malgrado, a fare i conti. Un flagello inaspettato e improvviso che ha colpito l'intero mondo.
Una malattia gravissima che ha indotto ciascuno a sperare nell'imminente nascita di un vaccino che potesse liberarci dalle innumerevoli restrizioni a cui siamo stati costretti ad adeguarci. Poi, quando questo vaccino è giunto in nostro soccorso, anziché confidare nella scienza, sono sorti i no vax e i no green-pass, preceduti dai negazionisti e dai no mask. E, così, anziché essere lieti di avere la possibilità di tornare a vivere liberi, ci siamo deliberatamente creati altri problemi che ancor oggi ci costringono a non vivere...
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo del libro è stato scelto, come sempre, al termine del mio scritto.
Si è trattato di una scelta logica: ho avuto modo di trattare i molti se e ma che riguardano ancor oggi il Covid, soffermandomi a considerare i commenti e le insulse teorie presenti in rete, sui social ed a cui, purtroppo, non pochi rischiano di credere. La mia conclusione e stata, pertanto, ovvia: se intendiamo realmente combattere il Covid, dobbiamo farlo senza più se né ma; di contro confidando nella scienza e nel vaccino, i cui effetti, del resto, sono già sotto gli occhi di tutti.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Senza alcun dubbio, porterei con me la Bibbia. Perché si tratta non certo di un libro, bensì del LIBRO. Oltretutto, sono credente. Quindi, la mia scelta non potrebbe che essere tale.
 
6. Ebook o cartaceo?
Abbiamo detto che dovrei trovarmi su "un'ipotetica isola deserta". Suppongo, quindi, che non avrei la possibilità di connettermi. La scelta, a tal punto, non può che essere "cartaceo".
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Io non ritengo di aver intrapreso la carriera di scrittore.
Per me scrivere è una passione. E, invero, una passione meravigliosa, come ho già avuto modo di spiegare.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea di questo romanzo nasce dal confronto con amici e conoscenti. Ho notato che viviamo, oggi più che mai, in una società in cui tutti hanno la presunzione di sapere tutto, ritenendosi "tuttologi". Per cui, finanche su un argomento importante quale è il Covid, molti si improvvisano, evidentemente, scienziati. E questo è quel che è accaduto anche ad una mia cara amica. Tra l'altro colta e laureata: persona che ho sempre ritenuto degna di massima considerazione e stima ma che, tuttavia, mi ha sorpreso non poco quando, pur di non rappresentarmi il suo timore verso un vaccino di cui, indubbiamente, molto ignora, ha tirato in ballo insulse teorie, prive di fondamento. Ad esempio, ha sostenuto: "Temo di vaccinarmi non per la somministrazione del vaccino in sé, ma perché qualcuno potrebbe, poi, avere la possibilità di controllarmi, iniettandomi una sorta di micro-chip".
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
La trasformazione del proprio scritto in un libro non può non inorgoglire. Immensamente! E, ad onore del vero, anche se nel mio caso si tratta della quarta opera, l'emozione è sempre immensa, straordinaria, bellissima!
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mio padre. Perché con lui ho avuto modo di confrontarmi più volte sull'argomento. Ed anche perché mio padre è cugino dell'immunologo Anthony Fauci. Perciò, ho desiderato che proprio lui esprimesse il suo primo giudizio.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ben venga l'audio-libro! Perché in una società in cui si è sempre più impegnati e si ha, perciò, sempre meno tempo a disposizione per leggere, la frontiera dell'audio-libro rappresenta una grandiosa opportunità.
 
 
 

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