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20 Ago
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Intervista all'autore - Raffaella Ferrara

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Abito in un paesino in provincia di Caserta. Ho iniziato a scrivere per la prima volta all'età di nove anni, senza un motivo preciso. Avevo una storia in mente e volevo riportarla nero su bianco. Poi ho smesso, non ho più dato importanza a tutto quello che volevo raccontare, continuavo la mia vita senza soffermarmi sulla scrittura. Avevo dodici anni quando decisi di voler narrare la storia di due adolescenti, storia che ancora oggi è rimasta incompiuta. Ho partecipato a molti concorsi di scrittura grazie alla scuola e mi sono resa conto che quando scrivo mi sento bene, esprimo me stessa, do sfogo alla mia fantasia. Ho dedicato del tempo alla poesia ma, "Tutte le strade portano all'amore" è la prima storia che ho deciso valesse la pena portare al termine.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Scrivo principalmente di sera, ma ogni momento della giornata è fondamentale per avere l'ispirazione. Mi sono svegliata più volte nel cuore della notte perché avevo immaginato una determinata scena. Quando non posso scrivere prendo appunti così da non dimenticare nulla e riportare l'immagine, l'evento o la scena che aveva scatenato in me un'emozione, anche piccola che sia.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Ho scoperto da poco la scrittura di Ava Lohan ma le sue storie mi sono entrate subito nel cuore. Leggo anche molti libri scritti da Jennifer Armentrout.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Credo molto nel valore della famiglia e mi sono sempre chiesta perché nelle storie d'amore spesso viene messa ai margini. Nel mio libro è presente sì la storia d'amore tra due adolescenti ma è circondata dall'amore che una famiglia vive o dall'assenza di esso.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Poco, quasi nulla.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è un modo di evadere raccontando la realtà. Scrivo storie che potrebbero accadere a chiunque ma che io, né le persone che conosco hanno vissuto in prima persona.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Nulla. La storia non prende spunto dai miei gusti personali o dal mio modo di vivere. Tutti i personaggi hanno una vita propria.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A nessuno.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L'ebook sicuramente è un qualcosa di fantastico e comodo, soprattutto quando si vuole portare la storia che si sta leggendo con sé, ma non credo possa superare l'emozione, l'euforia che l'acquistare un libro ti dà. Il rumore delle pagine, il suo profumo, il vederlo sulla mensola della tua stanza.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non ho ancora provato questo modo di vivere un libro ma deve essere bello mettere le cuffiette ed isolare i rumori che ti circondano per entrare in un nuovo mondo e vivere nuove avventure.
 


 

 

 

 

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Venerdì, 20 Agosto 2021 | di @BookSprint Edizioni