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29 Lug
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Intervista all'autore - Mario Razzini

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Famiglia e insegnanti mi hanno abituato ad analizzare e comunicare le esperienze, le impressioni, gli stati d'animo e di salute. Ho imparato prestissimo a leggere e a scrivere così che mi veniva spontaneo appuntare
i particolari che mi colpivano e le mie considerazioni. In questo comportamento provavo un'intima soddisfazione. La spinta maggiore a scrivere l'ho avuta quando a nove anni dovetti separarmi da mia madre per i suoi impegni di lavoro. La nostra corrispondenza fu fitta e costante per circa tre anni. Dopo di allora non ho mai smesso di scrivere, fossero canzoni, poesie, racconti o romanzi continuando ad appuntarne gli spunti per hobby.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Solo il breve "incipit" del libro riporta riferimenti personali in quanto mi propongo come testimone narrante delle vicende. "Raffaella Calò" è un romanzo biografico familiare dal 1851 al 1936 ed abbraccia le vicende di quattro generazioni. La storia è stata ricostruita sulla base di memorie trasmesse I oralmente e confortante dalla cospicua raccolta di fotografie, oggetti, documenti d'epoca oltre. Che dal ricco epistolario dei miei genitori.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Non ho avuto la fortuna di conoscere mio padre, giovane ufficiale caduto durante la "campagna di Russia". Nei miei 78 anni ho avvertito la sua presenza in tutti i momenti importanti della vita. La stesura di questo libro mi ha aiutato a ricostruirne la personalità partendo dalle vicende dei suoi nonni che ne avevano curato l'infanzia, l'adolescenza e la prima giovinezza influenzando e carattere, aspirazioni e scelte.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Una volta terminato il libro mi sono reso conto che il personaggio principale risultava essere la mia bisnonna Raffaella Calò che con la sua forza e determinazione è stata il perno della Famiglia per cui mi è sembrato doveroso tributarle un ricordo particolare.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
La solitudine non può essere superata con una lettura ripetitiva, occorre una proposta estremamente varia che riesca ad indurre speranza, ad alimentare la fede di superare un presente che disorienta. L'unico libro che contiene queste caratteristiche è la Bibbia: un condensato di storia di emozioni, di vita e di umanità capace di non farci sentire mai soli e caricarci di speranza.
 
6. Ebook o cartaceo?
Pur apprezzando gli indiscutibili vantaggi del sistema telematico amo ancora avere tra le mani quei fogli di carta stampata, percepire l'odore familiare e magari addormentarmi in loro compagnia.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Il piacere di servirmi della scrittura per illustrare emozioni, descrivere episodi o personaggi, proporre riflessioni, costruire storie attingendole dalla realtà o dalla fantasia è stato sempre il mio hobby. Fin dagli anni del liceo ho partecipato con successo a concorsi di poesia promossi dall'istituto che frequentavo sollecitato dagli insegnanti. Ho continuato a scrivere per hobby racconti, canzoni, storie, poesie. Giunto alla pensione ho iniziato a rielaborare i miei appunti presentando i miei scritti e poesie a, numerosi concorsi letterari a carattere nazionale a Milano e a Napoli riscuotendo sempre lusinghieri risultati. Da, qui la decisione di pubblicare alcune raccolte di scritti e quest'ultimo romanzo: Raffaella Calò.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Al ritorno dal mio pellegrinaggio in Russia per rendere omaggio ai nostri caduti nei cimiteri di guerra stavo riordinando lo studio quando mio figlio Paolo mi si presentò con un enorme scatolone e rimasi interdetto. La corrispondenza comprendeva tra l'altro le lettere pervenute giorno dopo giorno dalla partenza di mio padre al sedici dicembre del 1942. Non avevo mai avuto il coraggio di leggerle perché il dolore che percepivo dagli occhi di ciascuno al ricordo del marito, del figlio, del fratello era così profondo da suscitare in me quasi una difesa e la decisione di evitare di guardarle.
Paolo continuò: Lo feci e così è partita, la ricerca che ha dato luogo alla ricostruzione della figura di mio padre almeno per gli anni giovanili vissuti con la nonna Raffaella Calò.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Se avete presente la fiaba di Pinocchio di Carlo Lorenzini detto Collodi e l'episodio in cui Mastro Geppetto da un pezzo di legno costruisce il famoso burattino e scopre che quell'oggetto ha assunto una sua propria personalità e vita potete vedere il preciso riflesso di quel che provo a vedere il mio libro.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie Vera e mio figlio Paolo i cui suggerimenti e collaborazione mi sono stati preziosi.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Da un lato mi viene da pensare al successo delle trasmissioni radiofoniche fossero dal vivo o registrate, da un altro resto sconcertato per l'utilizzazione delle moderne tecnologie che rendono possibile la produzione di letture non solo da parte di attori professionisti, ma attraverso elaboratissime prestazioni realizzate con algoritmi con risultati stupefacenti.
 
 
 
 
 

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Giovedì, 29 Luglio 2021 | di @BookSprint Edizioni