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14 Lug
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Intervista all'autore - Dino Carlo Pratesi

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono un anziano pensionato e per tantissimi anni sono stato rappresentante di commercio nel settore profumeria. Nato e sempre residente in un paesino della toscana in provincia di Arezzo tranne qualche anno a Firenze, ospite di una zia, per completare gli studi. Fin da giovanissimo ho avuto questa passione per la scrittura: con alcuni amici si preparavano monologhi, scenette e anche commedie brillanti da presentare nei vicini paesi con la compagnia di cui facevo parte. Poi è arrivata la passione per il cinema e mi piace scrivere soggetti per creare brevi film. Alcuni di questi cortometraggi hanno avuto anche dei riconoscimenti ai vari festival e questo mi incoraggia a continuare a scrivere.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Si fa meglio a dire l'arco della nottata. Infatti quando viene qualche idea da analizzare o annotare, e questo avviene normalmente di notte, mi devo alzare e mettere subito nero su bianco per non rischiare di scordarmi tutto dopo pochi minuti. Con questo non che il giorno non capiti di scrivere ma sono occupato e distratto da troppe altre cose: la casa, il volontariato, i figli che ti trovano sempre da fare qualcosa.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Spesso mi lascio consigliare (condizionare) da qualche amico che, rimasto impressionato dall'ultima lettura, mi incuriosisce e appena possibile leggo.
Un autore preferito in assoluto non c'è, ognuno ha lo stile che lo distingue e rileggo volentieri i classici come gli ultimi autori, preferibilmente italiani.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Quando si è anziani si pensa troppo, si ricordano tante cose e qualche volta viene voglia di riordinare un pò le idee. Può capitare di voler condividere con altri alcuni di questi momenti, reali o inventati, e così si cerca il modo di farli conoscere.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Certamente la vita di ogni giorno offre suggerimenti per chi vuole scrivere e sa osservare: personaggi, situazioni, luoghi... Nei miei brevi racconti ci sono persone comunissime che hanno vissuto storie comunissime.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Credo sia il modo migliore per raccontare la realtà, con la semplicità, la correttezza o l'ironia che il " caso " richiede.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Qualcosa, ma solo qualcosa.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sicuramente mia moglie. È una accanita lettrice e molto critica. Se ti fa capire che può andare, non ha mai detto "bellissimo" intendiamoci, mi sento tranquillo e lo salvo più volentieri.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Che domanda, provate a indovinare...
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sento tanti giovani che preferiscono l'ebook, e probabilmente avrà il suo futuro, ma personalmente, come tanti amici, preferisco ancora il LIBRO stampato.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Se devo essere sincero non ho mai ascoltato un audiolibro, ne sento solo parlare. Facciamo settimanalmente degli incontri con gli anziani e, fra le varie attività, leggiamo qualche pagina di un libro, non posso pensare al momento di far ascoltare un audiolibro.
 
 
 
 

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Mercoledì, 14 Luglio 2021 | di @BookSprint Edizioni