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04 Giu
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Intervista all'autore - Federico Proterra

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Chieti e ho vissuto i miei diciotto anni in una modesta città, sul litorale abruzzese, interposta tra Chieti e Pescara, Francavilla al mare. Come piccola città ha il vantaggio di esser accogliente poiché risulta esser una grande famiglia.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Sicuramente il mio consiglio si baserà sul romanzo che maggiormente mi colpì nel periodo delle scuole medie. Lessi il libro di Fred Uhlman "L'amico ritrovato". Lo consiglio convintamente sia per lo stile usato dall'autore sia per l'importanza delle tematiche trattate: valore dell'amicizia, xenofobia, cambiare paese e, si potrebbe aggiungere, ruolo della scuola. Tale romanzo è una lettura imprescindibile sia per gli adolescenti sia per gli adulti!
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Il progresso tecnologico porta a cambiamenti costanti degli oggetti quotidiani. A mio modesto parere, preferisco il libro cartaceo ma comprendo il valore dell'ebook! Il libro digitale ha, molto probabilmente, un fattore ampiamente più pragmatico poiché non implica il doversi portare materialmente un libro ma basta un telefono. Probabilmente facilità chi da pendolare ha la passione per la lettura che per ragioni di tempo non può coltivare a sufficienza.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura è una necessità! Riempire un foglio bianco di se stessi per mezzo delle parole non è un amore (o colpo di fulmine) finalizzato alla scrittura in se ma un atto di rivendicazione al diritto di vivere! Noi scriviamo per uscire dall'esistenza e poter urlare a noi (ancor prima che agli altri) "eccomi, ci sono! Sono io, così come mi leggi!" La scrittura implica un ripiegarsi su se stessi per intravedere il proprio stato d'animo e i propri pensieri per razionalizzarli e dargli una forma nuova.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Tre anni fa è venuta a mancare una persona molto legata alla mia famiglia. Quello fu il primo, fortunatamente per ora l'unico, caso di perdita di un caro. La scrittura, come detto poc'anzi, è una necessità. In quel periodo ho provato ad elaborare questo vuoto, rabbia e tristezza tramite la scrittura, in questo caso, di poesie.
Io ho pensato ogni volta a questo mio caro durante la redazione delle liriche sperando così di fargli onore.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
"Un libello vicissitudini umane" è una raccolta di poesie che tenta di trattare della vita. Questione inevitabile data la motivazione che mi ha portato a cominciare la stesura delle poesie. Spero che la mia passione per il latino e per la grande tradizione italiana si noti e che si veda anche il mio io. Mi auguro che, durante la lettura, al lettore ritornino in mente dei ricordi.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Ho sempre amato scrivere e leggere. Già in prima media mi cimentavo nel comporre poesie o produrre delle storielle. Solo poco tempo fa è nato in me l'intenzione di cimentarmi nella pubblicazione di un libro. Più che sogno è un desiderio che grazie a Vito Pacelli e i suoi collaboratori si è concretizzato!
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Quando rivedo le poesie presenti nella raccolta ricordo le spiegazioni della mia professoressa di lettere, l'estate, le mie infatuazioni e le mie sofferenze nei mesi immediatamente successivi la morte dell'amico di famiglia.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, poiché inizialmente non era concepita come opera da pubblicare. Questa scelta l'ho presa dopo aver visto la quantità, seppur modesta, di testi composti.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Sono vari ma uno scrittore (secondo me è meglio definirlo intellettuale) che mi guida da sempre è il recanatese Giacomo Leopardi. L'aspetto che mi colpisce maggiormente è come lui sia nato (e non ci è diventato successivamente) uomo. Già ad una tenera età ha composto versi bellissimi e molto saggi. Ritengo debba esser un poeta da studiare tanto, come tutti i grandi scrittori della grande letteratura.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Secondo me è una grande opportunità! Sarebbe la maggiore risposta per le persone che non amano leggere ma vogliono conoscere i grandi classici, saggi, romanzi ecc.! La compresenza di libro cartaceo, ebook ed audiolibro fa comprendere quanto siamo fortunati nel XXI secolo. Abbiamo tutti gli strumenti e le comodità per formarci come persone e poter coltivare una nostra cultura tramite gli altri pensieri.
 
 
 
 
 

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Venerdì, 04 Giugno 2021 | di @BookSprint Edizioni