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24 Apr
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Intervista all'autore - Raffaele Fuccella

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono un ex professore di matematica e fisica del Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci di Salerno, ormai da diversi anni in pensione.
Sono nato, circa 74 anni fa, a Pisciotta/fraz. Caprioli, ma ho vissuto a Sapri, dove ho frequentato le scuole inferiori fino al ginnasio, quando, a sedici anni, la mia famiglia si è trasferita a Salerno (con mio grande disappunto) e dove ho continuato gli studi classici.
Ho cominciato a scrivere poesie, proprio negli anni degli studi salernitani, probabilmente perché la mia anima era triste e rimpiangeva gli anni passati, soprattutto, a Caprioli. Poi col tempo, durante gli anni universitari la fiamma poetica si è andata spegnendo e non ho più scritto poesie, fino a qualche anno fa, quando libero da pensieri, ho ricominciato a scrivere poesie e racconti.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il periodo migliore per scrivere è certamente la notte, quando tutto tace intorno e i pensieri si accavallano nella mente.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
L' autore contemporaneo preferito è certamente, Andrea Camilleri, ma mi piace anche Ken Follett.
Comunque adoro gli autori classici: Manzoni, Leopardi, Carducci, Pascoli, Verga, Pirandello e gli autori di libri di avventura: Salgari, Verne, Dumas, ecc.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Il mio primo romanzo è nato quasi per sfida: poiché avevo una mia certa idea sull'origine del corona virus covid 19, la esposi a mio figlio Vittorio, prof di informatica all'Università di Salerno. Poiché è un tipo molto concreto e poco sensibile alle fantasticherie, in tono quasi canzonatorio, mi rispose che la mia idea era buona per un romanzo.
Raccolsi la sfida e nacque il mio primo romanzo: "Il caso covid 18".
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo! Gli anni trascorsi felicemente nella casa della nonna materna a Caprioli, hanno arricchito la mia fantasia. Ho imparato ad amare la natura in tutti i suoi aspetti: amo il verde dei prati, il gorgoglio dei ruscelli, il fruscio del vento tra le fronde, conosco il nome di molte specie di fiori, uccelli e animali. Infatti fin dall'infanzia ho imparato a correre tra i prati e le zolle, a intrufolarmi tra cespugli di ginestre, spino e mirtillo, in cerca di piccole prede, come  passerotti o pettirossi, che cercavo di prendere con il graticcio (di questo oggi sono fortemente pentito).

 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Sì! È certamente un modo per dare libero sfogo alla mia fantasia. Infatti tutti i personaggi dei miei romanzi sono inventati.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Molto poco. Il personaggio principale oltre alla barbetta rossa, non ha nessuna caratteristica in comune con me. Ma è ciò che avrei voluto essere: Alto, con gli occhi azzurri, folti capelli biondi, sempre elegante e disinibito. Ogni tanto però denota un lato del mio carattere: la semplicità d'animo, senza particolari sovrastrutture maliziose.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Non credo. Ho sentito forte solo l'esigenza di dare libero sfogo alla mia fantasia.
Ho sempre adorato l'arte, infatti, fin da giovane avevo realizzato diversi quadri che ora sono tutti andati perduti e quando ho incominciato ad usare il computer ho realizzato numerose composizioni grafiche che è possibile vedere sul mio sito web personale. Amo molto i viaggi e ho girato quasi tutta l'Europa. Subito dopo la pensione, mia moglie ed io abbiamo comperato un cottage nel Galles del Nord.
Un posto favoloso, con una vegetazione sempre verde, ricca di fiori, ruscelli, colline e castelli da favola (spesso diroccati).
Inoltre amo il mare e i paesaggi costieri.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie ed ai miei figli, che mi hanno sempre incoraggiato.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Io non lo credo. A me non piace. La lettura su ebook mi appare fredda e più difficile; invece leggere un libro mi dà piacere.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Potrebbe essere una buona cosa, ma il lettore deve essere bravo e saper comunicare agli uditori gli stati d'animo dei personaggi, con particolari intonazioni e giuste pause. Insomma sarebbe necessario un buon doppiatore come quello dei film.
 
 
 
 
 

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Sabato, 24 Aprile 2021 | di @BookSprint Edizioni