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20 Apr
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Intervista agli autori Luca Valerio Messa ed Enrico Matteo Messa

1. Parlateci un po' di voi, della vostra vita. Da dove venite? Come e quando avete deciso di diventare scrittori?
Siamo entrambi Ingegneri Biomedici, ma prima ancora di questo siamo fratelli e siamo sempre stati molto legati. Siamo cresciuti insieme nella meravigliosa città di Siena, eterna nella sua antichità e tradizione, che si trova nel cuore della Toscana e che ci ha trasmesso valori come l'amicizia, il senso di appartenenza, l'amore per la propria terra. Abbiamo studiato in città diverse, Luca Valerio a Genova, Enrico Matteo a Pisa; luoghi che abbiamo nel cuore come delle "seconde case" che ci hanno visto crescere diventando dei professionisti.
Una nostra caratteristica è sempre stata la curiosità: cerchiamo in ogni occasione di approfondire molti argomenti guardando le cose da più "punti di vista" e senza mai dare niente per scontato.
L'idea di far confluire la nostra esperienza in un volume era dentro di noi già da tempo. Durante gli eventi contemporanei, che ci hanno confinato nelle nostre case in maniera inaspettata, abbiamo avuto il tempo di realizzare quanto potessero essere utili gli argomenti che desideravamo esporre. Abbiamo avuto l'opportunità di fermarci dalla frenesia di tutti i giorni per riflettere, e tradurre in un manoscritto tutti i pensieri e le conoscenze derivanti dal lavoro che svolgiamo insieme.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedicate alla scrittura?
Luca Valerio: "Solitamente mi sento molto più creativo nell'arco della mattinata, in cui riesco a concentrare tutte le mie energie per dare vita a qualcosa di nuovo. Durante il pomeriggio e la sera riesco a tornare sui miei passi e a controllare ciò che ho fatto, per poi eventualmente correggerlo o rielaborarlo."
Enrico Matteo: "Non c'è un momento preciso: quando inizio riesco a isolarmi dal resto del mondo e a continuare anche per tutto il giorno, praticamente senza mai staccare gli occhi dal computer. È come una "full immersion" dalla quale esco quando mi rendo conto di avere troppa fame e magari...è ora di cena!"
 
3. Il vostro autore contemporaneo preferito?
Un autore al quale senz'altro ci sentiamo profondamente legati è Oliver Sacks, che ha scritto (tra gli altri) "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello". Sacks riusciva a descrivere gli aspetti anche più complessi della Neurologia senza mai prescindere dalla componente "umana" e con grande capacità emotiva, perfino artistica. Ci ritroviamo molto nel suo pensiero, ossia che si sentiva "Medico e Naturalista al tempo stesso", perché gli interessavano "in pari misura le malattie e le persone".
Un'altra figura che non possiamo dimenticare è Luciano De Crescenzo, che era Ingegnere come noi ma anche Scrittore, Filosofo, Regista e Attore; una persona "a tutto tondo" che, con eleganza, ironia e una cultura immensa, aveva sempre qualcosa di nuovo da insegnare con un sorriso.
 
4. Perché è nata la vostra opera?
Il nostro lavoro ci ha portato a stretto contatto con tantissime persone con malattia di Parkinson. Con molte di loro si sono instaurati rapporti di sincera amicizia e, osservando quanto migliorava la qualità della loro vita seguendo le nostre osservazioni e le nostre "intuizioni", abbiamo sentito il desiderio di dare vita a un volume che racchiudesse tutti i nostri pensieri a riguardo; lo scopo ultimo era quello di creare un libro, tecnico ma anche comprensibile ai "non addetti ai lavori", che potesse risultare di ausilio a quante più persone possibile. I destinatari? Le persone con Parkinson "in primis", ma anche i loro familiari, i loro amici, i curiosi e anche i Professionisti della Salute che possano apprezzare un lavoro di questo tipo.
 
5. Quanto ha influito nella vostra formazione letteraria il contesto sociale nel quale vivete o avete vissuto?
Sicuramente moltissimo, per prima cosa in relazione alla nostra formazione accademica ma anche professionale. La sinergia, poi, che si è creata tra di noi come fratelli e come professionisti, ci ha consentito non di "sommare" le nostre energie e le nostre conoscenze come avviene in un'addizione del tipo "1+1", ma di espanderle "all'esponenziale", come in una funzione matematica del tipo "2^n".
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Nel nostro caso, e per questa opera, scrivere è un modo per trasmettere le nostre conoscenze e raccontare una realtà tangibile, che possa essere utile a più persone possibile - perfino a coloro che si sentono "abbattuti" da una notizia come ad esempio la diagnosi della malattia di Parkinson.
 
7. Quanto di voi c’è in ciò che avete scritto?
Moltissimo. Questo volume racchiude anni di studi, esperienze, approfondimenti e lavoro al quale ci siamo appassionati e dedicati con tutto il cuore.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura dell'opera?
"In primis" le persone con malattia di Parkinson che abbiamo conosciuto nel corso degli anni e con cui abbiamo condiviso molto, entrando in qualche modo a far parte delle loro vite come loro sono diventati parte delle nostre. Non è un caso che un capitolo del libro sia dedicato proprio a loro.
Non possiamo non menzionare i nostri genitori, che ci hanno sempre sostenuto e che hanno contribuito in grandissima parte al nostro interesse per le materie scientifiche, insegnandoci tra l'altro a porci continuamente delle domande senza ragionare esclusivamente "per schemi".
 
9. A chi avete fatto leggere per primo il romanzo?
Ad Antonio e Claudio, due Amici che hanno avvalorato la nostra opera con, rispettivamente, la Prefazione e l'Introduzione. Oltre all'affetto e alla stima nei loro confronti, siamo particolarmente felici perché loro rappresentano due delle "categorie" al quale il nostro libro è rivolto. Infatti, Antonio è Vicepresidente dell'Associazione Parkinson di Siena, mentre Claudio è Medico Neurologo e Neurofisiopatologo, fino al 2010 Primario dell’Unità Operativa Complessa di Neurologia dell’Ospedale di Grosseto.
 
10. Secondo voi il futuro della scrittura è l’ebook?
Sicuramente l'ebook è uno strumento utile e comodo, specialmente per "leggere in libertà" attraverso un dispositivo leggero e maneggevole. Tuttavia, secondo la nostra personalissima opinione, il fascino del libro cartaceo è impagabile. Il fruscio delle pagine, l'odore della carta stampata, perfino i piccoli "difetti" che un libro porta dopo aver "viaggiato" nel mondo e nella vita delle persone regalano emozioni grandi, forti, profonde, che a loro volta racchiudono "storie nelle storie". Probabilmente, l'ebook non è ancora riuscito a raggiungere questo tipo di emozioni.
 
11. Cosa ne pensate della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
La voce è uno strumento potentissimo, che consente di toccare il cuore e l'anima delle persone. L'audiolibro è quindi uno strumento dalle enormi potenzialità, perché consente di aiutare una persona che per un qualunque motivo ha il bisogno o il desiderio di leggere un'opera attraverso la voce di un altro lettore. Inoltre è l'espressione del testo dell'Autore che viene interpretato da un attore, dando vita alle immagini e ai mondi attraverso la pronuncia della parola.
 
 
 
 

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Martedì, 20 Aprile 2021 | di @BookSprint Edizioni