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15 Apr
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Intervista all'autore - Christian Culcasi

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere significa libertà, quando scrivo (ma un po’ come tutti) è come se tutte le scorie negative lasciassero il mio corpo e la mia mente; e tutte le favole che girano nella mia testa prendono vita e io devo solamente metterle per iscritto.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutto. Tutto quel che scrivo è vero, ovvio però che spesso sogno e qualche volta scrivo di sogni, però come diceva un famoso drammaturgo “siamo fatti della stessa sostanza dei sogni” quindi per me anche quelli sono reali.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere questa opera per me significa dare vita ad un pezzo di me e che non sarà più custodito e segreto, ma sarà aperto a tutti e si spera che qualcuno si possa rivedere in ciò che scrivo.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
No, la scelta del titolo non è stata difficile, per il semplice motivo che per me il titolo conta poco, io in un libro guardo il contenuto; il resto per me non conta.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Rispondo ad entrambe seppur complesse: come libro porterei la Divina Commedia perché per me è un punto di riferito riguardante la perfezione, mentre come autore dico Marco Aurelio perché credo che lui sia stato un uomo incredibilmente saggio e pieno di cose da insegnare.
 
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo, non me ne vogliano i fans dell’ebook ma per me l’emozione di toccare un libro per mano ed “assaporarlo” fisicamente non ha prezzo.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non c’è una data precisa, devo dire che però da quando il lockdown ci ha costretti a stare da soli ho scoperto lati segreti di me che nemmeno io stesso conoscevo.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Non ho mai pensato di racchiudere queste poesie in un libro, quindi non saprei come nasce questo libro... forse l’unica cosa che mi viene da dire è la voglia di farmi conoscere e far conoscere i miei pensieri più intimi ad altri.
L’aneddoto che vorrei raccontare è stato quello con cui tutto è iniziato:
Pieno lockdown, la mia prof di italiano ci assegna un esercizio che ci chiede di produrre un qualcosa per un nostro caro defunto; io scelsi di scrivere una poesia e da lì in poi, compiaciuto da ciò che avevo scritto, non ho più smesso di farlo.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È bellissimo, è un sogno che si avvera, ma è anche la rampa di lancio verso nuovi obiettivi e nuovi sogni.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
In realtà nessuno ha interamente letto le mie poesie, quindi l’unica persona che le conosce tutte sono io.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che l’audiolibro sia molto importante per chi magari è più pigro e si vuole avvicinare alla scrittura o per persone come i ciechi che non spesso non hanno la possibilità di conoscere splendidi romanzi.
 
 
 
 
 

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Giovedì, 15 Aprile 2021 | di @BookSprint Edizioni