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30 Mar
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Intervista all'autore - Francesco Cristauro

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è per me una grande passione. L'impegno diviene divertimento e coinvolgermi con la trama del testo, con i suoi personaggi e con le azioni che questi possono condurre è per me estremamente gratificante. Importante a mio avviso è interessare il fruitore, renderlo attento a ciò che sta leggendo, magari con qualche divagazione divertente o con indicazioni culturali o citazioni che possano far riflettere sulla nostra vita, sulla condizione sociale o psicologica che stiamo percorrendo. L'emozione è sempre importante e così, come quando si scrive, occorre che tale condizione possa essere trasmessa a chi sta seguendo il testo che si è scritto. Non è difficile far commuovere o addirittura far piangere, complesso è far riedere o sorridere attraverso un'azione, un dialogo, una descrizione.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Della mia vita reale in questo libro c'è l'analisi dei personaggi, l'approfondimento della loro personalità. Amo poter valutare e conoscere profili di personalità e, quando scrivo, adotto meccanismi simili a quelli realizzati nel reale per porre in essere condizioni che non siano soltanto fantasie e costruzioni irreali, ma che abbiano possibile riscontro nel quotidiano. È bello poter far toccare con mano la vicenda che sto narrando, anche se questa solitamente è frutto di fantasia mi appassiona renderla concreta e vivibile, adottabile nelle sue linee positive e accettabile come percorso educativo e morale. In genere le storie, i romanzi che scrivo (come questo) sono costruiti su fatti e personaggi immaginari.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Per me scrivere quest'opera è stato il mettere insieme concetti e idee che potessero esaltare l'educazione e la morale, l'orgoglio e la personalità della protagonista che, pur trovandosi in grande difficoltà, non cade in possibili errori rispetto a ciò che ha imparato nell'ambito familiare e soprattutto dal padre. E' facile (o quanto meno accade frequentemente) che una donna in grande difficoltà economica possa cadere nella condizione di cedere al ricatto (più o meno palesato) di un uomo che di lei in tal modo si approfitta. In questo libro ho voluto far comprendere alle teenager che non sempre tutto è perduto e che c'è sempre una via d'uscita: con sacrificio e volontà si è in grado di non tradire i propri principi fondamentali di vita.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
In genere e così anche questa volta, scelgo prima il titolo del libro che desidero scrivere e poi procedo nella narrazione. Il titolo poi ha spesso un riferimento nella trattazione del testo. Anche in questo caso c'è uno scritto realizzato dalla protagonista che approfondisce il concetto. La volontà poi di mettere il pronome personale "IO" all'inizio del titolo sta a significare la volontà di carattere di Monique, la sua forte personalità, il suo temperamento dinamico e intraprendente.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
È difficile scegliere un unico libro. Se così dovesse capitarmi, sceglierei la Bibbia che credo sia il libro più importante al mondo.
Prediligo gli autori classici come Dante Alighieri, Ugo Foscolo, Ludovico Ariosto, Alessandro Manzoni tra gli italiani. Victor Hugo, Albert Camus, William Shakespeare tra gli autori esteri. Amo le letture specialistiche di psicologia realizzate da grandi maestri come: Sigmund Freud, Erich Fromm. Credo che si abbia da tali autori sempre da imparare o approfondire nelle varie tappe della propria vita e delle esperienze di vita.
 
6. Ebook o cartaceo?
L'Ebook è un surrogato del libro cartaceo. Ritengo che la validità e la soddisfazione di sfogliare un libro con il fruscio delle sue pagine, non possa essere equiparato alla comodità di una lettura digitale. Questa ha comunque varie qualità ed economicità rispetto alla lettura tradizionale che ne farà sempre più la scelta maggiormente adottata tra i giovani.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Quando si hanno dentro di sé molte esperienze anche rispetto agli anni di vita trascorsi, si pensa di trasferire i propri pensieri e le proprie vicissitudini (positive o negative che siano) a chi possa comprendere e imparare i migliori percorsi da realizzare da possibili errori o positive scelte effettuate. Certo le esperienze sono uniche e soggettive, ma credo che quelle giovanili possano essere in molti casi equiparate a numerose storie di vita vissuta da altri individui. Ho deciso di scrivere poesie, canzoni (parole e musica) storie e romanzi a seguito di emozionanti esperienze, soprattutto sentimentali vissute già all'età di diciotto anni.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
l'idea nasce in parte dall'evoluzione avvenuta nella donna dagli anni settanta del secolo scorso ai giorni nostri. Il tema strisciante e comunque sempre presente è la Comunicazione e l'importanza di questa nelle sue varie dimensioni reali e paradossali. L'apertura poi di questa attraverso l'esplosione dei Social Media ha coronato l'idea e la volontà di trasporre in vicenda vissuta situazioni ed eventi che si possono quotidianamente verificare tramite i messaggi virtuali.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
La condizione è sempre una grande emozione e gratificazione. È il traguardo di una competizione importante, difficile e divertente. Scrivere per me è sempre stata una soddisfazione, un premio, una tappa di una lunga gara, di un percorso in cui si realizzano e si manifestano idee in parole scritte, in concetti che restano, in opinioni che possono essere discusse, commentate, approfondite e da cui nascono nuovi concetti, nuove idee in un'evoluzione costante e di grande rilievo. Un vecchio detto indica che chi tace acconsente. In realtà giusto sarebbe dire che chi tace non dice nulla. Allo stesso modo chi scrive lascia qualcosa a chi può successivamente leggere e comprendere.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
In bozza è stato letto da mia moglie a cui piacque molto per diversi passaggi sia divertenti sia commoventi.
Come libro finito (da voi stampato) non è ancora stato letto da nessuna delle mie conoscenze, ma auspico che presto in molti possano dirmi le loro impressioni e opinioni positive ed anche negative. Fa sempre bene poter valutare possibili critiche. Si ha in tal modo l'opportunità di migliorare costantemente se stessi.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È una frontiera indubbiamente importante e da considerare come evoluzione culturale e sociale. Conosco diverse persone ipovedenti o anziane che fanno notevole fatica a leggere. Queste pur essendo di età avanzata hanno ancora molto desiderio di apprendere e conoscere, leggere ed ascoltare. L'audiolibro è educativo e culturale: un supporto tecnologico da non sottovalutare né abbandonare. Credo che potrà essere adottato anche nelle scuole primarie o già negli asili prima infanzia e in preparazione alla scuola primaria. È l'espressione dell'attaccamento agli strumenti didattici ed il preludio all'amore per il libro.

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