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06 Mar
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Intervista all'autore - Silvia Maria Mereni

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Che dire di me? Sono una madre prima ancora di essere una donna: ho un figlio, Alessandro, che ha quasi vent'anni.
Ho un compagno da tanti anni: Maurizio che mi ama e che amo alla follia.
Vivo a Milano: la mia città natale con loro e con la nostra cagnolina: Nana, un incrocio molto simile ad un lagotto, adottato 9 anni fa al canile di Campobasso. Adoro gli animali, tutti: sono a favore del loro rispetto più che dell'adulazione.
I miei hobby sono svariati: mi piace leggere romanzi e testi che trattano di psicologia e di filosofia. Spesso mi diletto con i colori, prediligo le tecniche ad olio e ad acquerello.
Mi è sempre piaciuto scrivere per fermare i miei pensieri sulla carta.
Ho iniziato scrivendo un diario: mi ha aiutata moltissimo a superare svariate difficoltà che la vita mi ha presentato.
Durante il lockdown, avevo bisogno di evadere dai miei pensieri e così ho deciso di lasciare fluire la mia fantasia sulla carta: è nato il mio primo romanzo "L'amore sulle scale".
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Un sorriso nasce spontaneo sul mio volto nel rispondere a questa domanda.
La risposta è un po' assurda: alle quattro e mezza del mattino; o della notte come mi fanno notare i miei familiari.
Adoro il momento in cui accendo il mio computer, mi siedo alla scrivania della mia camera e lascio che i polpastrelli digitino i miei pensieri più intimi.
Spesso faccio riflessioni profonde, la sera prima di addormentarmi e al risveglio sento forte l'esigenza di mettere "nero su bianco" quei concetti astratti: così nascono i miei diari e i miei romanzi.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Daniel Goleman con il suo primo libro "Intelligenza emotiva" mi ha aperto un mondo: il mio mondo.
Ho appreso solo negli ultimi anni che la mia parte razionale era predominante e questo autore è riuscito, attraverso semplici parole, a palesarmi la mia realtà emotiva.
Ora sono consapevole di esser intelligente sia razionalmente che emotivamente e ho la possibilità di sviluppare e perfezionare anche la seconda, per governare al meglio le mie emozioni ed ottenere il massimo da me stessa e dagli altri.
 
4. Perché è nata la sua opera?
"L'amore sulle scale" è la mia scappatoia felice da un momento di grave difficoltà, in parte dovuta al confinamento domestico del periodo "Covid 19", in parte riguardante pregresse problematiche.
Un pomeriggio autunnale, ho iniziato a pensare ad alcuni personaggi e loro stessi hanno iniziato a prendere vita sulla carta: é stato bellissimo, creare una storia dal nulla.
Questa attività, mi ha rilassata moltissimo oltre a rallegrare i miei pensieri.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente c'è molto di me nei personaggi che appaiono nei miei racconti.
Non parlo di me esplicitamente, ma i miei personaggi esprimono al meglio i miei sogni, i miei desideri e ciò che ho dentro di me.
Vivo in un contesto pieno d'amore.
Non è stato facile ottenere questo risultato: ho lottato con tutte le mie forze per uscire da situazioni complicate e creare intorno a me una solida e fitta rete di persone "positive".
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere per me è entrambe le cose: non potrebbe essere altrimenti.
Le parole hanno un peso ed un loro valore inestimabile: mettendole per iscritto ho la possibilità di condividerle con la parte conscia di me stessa e con gli altri.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
La nascita del mio romanzo è stata un po' come la nascita di un figlio: nel senso che dal nulla, anzi dall'amore per la scrittura, sono nati e si sono sviluppati dentro di me i personaggi che vivono in quelle pagine.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Certo!!!! Ogni personaggio della storia racchiude in se caratteristiche che rispecchiano e traggono il loro essere da persone reali che ho incontrato nel mio passato e presente.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Siete molto curiosi?
...Ma non posso divulgare quest'informazione per non creare malintesi.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non ho la sfera di cristallo qui con me, ma adoro sfogliare le pagine cartacee di un libro. Sentire il profumo della carta stampata.
In quest'epoca in cui anche su un semplice convoglio della metropolitana, tutti hanno in mano il loro dispositivo elettronico, mi piace molto notare che taluni hanno ancora piacere di leggere un libro cartaceo.
Con questo pensiero, lungi da me, demonizzare l'ebook, che considero uno strumento davvero molto valido.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Quando ero piccola e non sapevo ancora leggere, mi ricordo che la nonna mi prendeva sulle sue ginocchia e mi raccontava delle storie leggendole da grandi libri che odoravano di buono.
Poi sono cresciuta, ho imparato ad apprezzare la lettura, ma non ho mai perso il piacere per l'ascolto di una buona storia.
Da mamma, ho passato intere ore a raccontare favole e leggere storie al mio bambino, tramandandogli il piacere per la lettura.
L'audiolibro per me è un po' questo: il ritorno al piacere dell'ascolto attivo.
 
 
 
 
 

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