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27 Feb
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Intervista all'autore - Vincenzo Di Girolamo

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Mi chiamo Vincenzo Di Girolamo e sono nato a Enna. Sin da piccolo ho vissuto in una casa famiglia e all'età di 10 anni ho conosciuto i miei genitori adottivi con i quali insieme a mia sorella minore abbiamo subito capito che avremmo passato il resto della nostra vita insieme a loro. Da quel giorno la mia vita è cambiata: ho iniziato a studiare come si deve, ho viaggiato conoscendo altre culture e soprattutto, come ho già detto nei ringraziamenti del libro, mi hanno fatto conoscere il mondo del fantasy. Ci sarebbe molto da dire, ma non voglio annoiare troppo.
Ho iniziato a scrivere durante la pandemia del 2020, chiuso in casa senza aver nulla da fare a parte i compiti. E grazie alla scrittura sono riuscito a tenere impegnato il mio tempo e soprattutto la mia mente.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Il libro che consiglierei ad un adolescente, cioè ai miei coetanei, è il genere fantasy dato che è un mix di azione, avventura e magia, tutti componenti che interessano molto ai ragazzi di oggi.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Sono a favore dell'ebook perché si ha la possibilità di leggere ovunque si va comodamente, ma eccedendo così con l'uso della tecnologia e perdendo il senso tradizionale del libro. "Il cartaceo è pur sempre il cartaceo". L'odore delle pagine appena stampate, il fruscio del vento quando si girano le pagine ... tutto questo ci aiuta a immedesimarsi in quello che leggiamo e dar sfogo alla nostra immaginazione.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Per quanto riguarda me è stato un colpo di fulmine. L'idea mi è venuta un pomeriggio mentre mi stavo allenando, anche perché tutta la mattinata avevo letto un libro fantasy perché il mio intento era quello di finirmi tutta la saga. All'inizio ho iniziato a scrivere per puro divertimento e per impiegare il tempo durante il lockdown, e nel susseguirsi delle giornate ho capito sempre di più che scrivere mi faceva stare bene, mi allontanava dalla realtà per poi immedesimarmi nelle singole parole che scrivevo, e tutto ciò mi ha fatto emozionare.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Avendo letto molti libri di questo genere "fantasy" ho voluto, con la mia fantasia, scrivere un racconto tutto mio, e mi sono sbizzarrito nel descrivere luoghi e personaggi dando vita così al mio romanzo.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il messaggio che vorrei inviare al lettore è che il bene e il male esisteranno sempre e ci sarà sempre qualcuno pronto a combattere per il bene e che quel qualcuno sarà disposto anche a perdere tutto ciò che possiede. Nel mio libro si parla anche del valore della famiglia e del legame che c'è tra "nonno e nipote" del valore dell'amicizia tra "il protagonista e il suo mio amico", ed infine della magnifica complicità tra "il cavaliere e drago".
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Se devo essere onesto non ho mai pensato di scrivere nulla, anche perché non sono mai stato bravo in l'italiano, anzi avevo difficoltà da piccolo. Però da quando ho conosciuto i miei, loro mi hanno subito aiutato e per questo li ringrazio. Come ho detto prima, scrivere il mio libro è stato un colpo di fulmine.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
C'è un episodio legato ad alcune pagine del mio libro, quelle riferite agli allenamenti di Beldor e del suo migliore amico, le mosse, i gesti li ho sempre provati, dopo averli scritti, nella mia stanzetta con la mia katana, per verificare ed imitare il mio "protagonista" facendo ridere mia madre e mia sorella al loro passaggio.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Si, quando ho incominciato, era solo per puro passatempo, un modo per tenermi occupato nel periodo della pandemia.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Sin dalle medie ho amato Gabriele D'Annunzio, che grazie alla mia professoressa di italiano mi fece subito innamorare del suo "modus vivendi" e del suo essere ribelle.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia una buona idea, soprattutto per i non vedenti e per chi magari preferisce ascoltare invece di leggere.
 
 
 
 
 

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