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27 Feb
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Intervista all'autore - Lucio Caruso

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Caneva (PN) un paesino ai piedi delle Prealpi, in pianura, ma che termina in montagna in parte nel Bosco del Cansiglio, confinante con la provincia di Belluno e con la provincia di Treviso. Caneva è in Friuli ma confina con il Veneto, quindi in pieno Nord-Est. Fino ai 18 anni sono cresciuto in questa località, per poi, stanco di questa vita di studente, mi sono arruolato volontario in Marina, e sono stato prima alle scuole C.E.M.M. di Taranto per poi dopo due anni di studi essere imbarcato prima su Nave Intrepido (a La Spezia) operando come tecnico sull'impianto lanciamissili, poi sono stato imbarcato sulla Nave gemella Impavido (a Taranto) per tornare ancora a La Spezia imbarcato sul nuovo caccia lanciamissili e portaelicotteri Audace. Da questa nave sono sbarcato per sposarmi scegliendo di interrompere la carriera militare.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Penso che sia molto difficile consigliare ad un'altra persona senza conoscerla quale libro leggere. Se fosse mio nipote che ha 15 anni consiglierei libri di avventura (come ho letto io, in principal modo Emilio Salgari, oggi credo dimenticato dai ragazzi, per mia nipote che ha vent'anni, tutto ciò che ricorda l'arte conoscendo questa sua passione.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Mi spiace che la nuova tecnologia faccia dimenticare il libro cartaceo. Io ancora oggi amo il cartaceo e continuo a comperare libri che io e mia moglie continuiamo a leggere e collezionare. Mediamente ne comperiamo una ventina l'anno, infatti abbiamo una biblioteca molto ben fornita alla quale i miei nipoti attingono, soprattutto la femmina.

4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Io sono per natura un grande pigro nello scrivere, lo confesso. Ne sa qualche cosa un mio amico delle scuole C.E.M.M. Rosario Mastriani, (pronipote dello scrittore napoletano Mastriani), che pensando di scrivere le vicissitudini di come siamo arrivati in Marina, ha raccolte i nostri racconti (leggibili sul nostro sito EM68, la mia storia non l'ho scritta io, ma gliel'ho raccontata e poi l'ha scritta lui. Forse dopo questa nuova esperienza sono cambiato.

5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Il desiderio di conservare tutto ciò che di piacevole arrivava dal web su WhatsApp e che mi spiaceva perdere.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Una raccolta di questo tipo e trasformata in libro, pensa di far capire ai lettori che anche in tempi non molto positivi come quelli che il nostro Paese stà attraversando (e non parlo solo del recente Covid 19) ormai da un paio di decenni, lo stimolo a guardare oltre la palizzata che è stata alzata nascondendoci il futuro. Soprattutto con la spensieratezza potremo avere la tranquillità di abbattere le ideologie che perseguitano tantissimi italiani. Le barricate che le ideologie alzano ci impediscono di guardare oltre e se non si guarda oltre è impossibile programmare il futuro. Questo mi porta a ripetere una frase che ho scritto anche nel libro: "È inutile avere il vento a favore se non sai dove andare." Quindi ridere può far solo bene e preparare il nostro IO ad affrontare le difficoltà che sempre più spesso ci si parano davanti. Impavidum Ferient Ruinae, questo era il motto di Nave Impavido, facciamo si che diventi anche il nostro motto; crediamoci.
 
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
  No, il mio sogno nel cassetto era ed è conoscere il mondo. L'ho potuto realizzare prima in marina, e poi lavorando in tutta Europa.
 

8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Il momento più bello è stato quando mia nipote Giada ha accettato di interessarsi dell'illustrazione della copertina del libro, le sarò sempre grato.


9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
 
No, il mio carattere non mi fa sospendere un'azione che ho iniziato, anche perché prima di prendere una decisione la pondero a fondo, Infatti il mio sport che ho sempre praticato è la vela, dove prima di prendere una decisione anche se rapida, bisogna sempre ponderarla a fondo perché una volta presa a volte è difficile tornare indietro senza rischi.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
  Emilio Salgari, ha saputo descrivere una parte di mondo senza averlo mai visto.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
 
La tecnologia va avanti, io, forse per la mia età, il mio passato, sono ancora legato al cartaceo dove non uso il segnalibro ma posso ancora piegare a triangolo la parte superiore della pagina che ho ancora letto, di sottolineare dei passaggi interessanti che posso andare a rileggermi per cercare chiarimenti. Questo non vuol dire che non accetti quanto di nuovo ci viene proposto, benvengano le novità purché non mi venga tolto ciò che da sempre esiste e mi venga data la possibilità di essere io a scegliere. Pensate che cosa avremmo dal passato senza i disegni rupestri delle caverne, oggi dopo millenni ci sono ancora. Io amo molto la storia passata, stò visitando in Albania ciò che ci ha lasciato la civiltà Ittita, a Pasqua andrò a rivedere le zone dove hanno vissuto gli Etruschi nel grossetano, e altre civiltà come la romana, la greca, l'egiziana le ho esplorate e toccate con mano come in centroamerica gli Incas e gli Atzechi. Le nuove tecnologie non mi permetterebbero tutto ciò.
 

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Sabato, 27 Febbraio 2021 | di @BookSprint Edizioni