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14 Gen
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Intervista all'autore - Bruno Cecchinelli

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Premetto che la mia carriera di "scrittore" è iniziata molto presto. Infatti scrissi una piccola farsa rappresentata nel teatrino del collegio dei Padri Scolopi. Frequentavo la prima media.
Vedere la realizzazione di una propria idea è, quantomeno, esaltante. Ho poi continuato per diletto a scrivere copioni teatrali e a realizzare dei cortometraggi tra amici.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nulla. É opera completamente di fantasia, ma con la caratteristica di poter realizzare realmente la truffa che descrivo nel libro sotto certe condizioni.
Il deep web, i conti cifrati nelle banche di paradisi fiscali tramite studi legali o organizzazioni ad acta sono di pubblico dominio su internet. Basta saper cercare con opportuna cautela.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Un piacevole passatempo. I personaggi sono individui che possiamo incontrare sul pianerottolo della nostra casa.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è venuto di getto. Mi è stato consigliato di aggiungere un sottotitolo a causa della sua larga diffusione.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
I miei scrittori preferiti sono: Gianrico Carofiglio e John Grisham. Andrei volentieri con loro su un'isola deserta.
Come scrittrice Dacia Maraini.
 
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo forever. Il profumo che emana la carta stampata per me è come Chanel N. 5.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho mai intrapreso la carriera di scrittore. Diciamo che mi diletto a scrivere ciò che la fantasia mi detta.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Come tutto ciò che scrivo anche come copioni teatrali. Metto in scena dei personaggi che man mano prendono a vivere e dialogare tra loro scrivendo e creando situazioni di cui io sono solo spettatore. Riporto su carta i loro dialoghi e le loro azioni.
Questo libro è stato scritto come una sceneggiatura cinematografica eliminando tempi morti per dedicare tutto alla azione.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vederlo a teatro è una grande emozione. Vedere la pubblicazione di un proprio libro significa concedere dei documenti di identità ai personaggi.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie, anch'essa amante del genere thriller.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È comodo ma privo del fascino di tenere tra le mani le "sorti" dei personaggi. Io, per esempio, se il libro non riscuote il mio gradimento, "punisco" i personaggi bloccandoli nella azione della pagina in cui decido dimettere di leggere, e quindi di farli vivere.
 
 
 
 
 

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