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12 Gen
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Intervista all'autore - Marco Del Moro

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è materializzare i pensieri carichi di amore sentimenti, emozioni il pensiero è astratto e vola via nel nulla, scrivere è catturalo, ma non imprigionarlo perchè quando lo rileggi rinasce e riprovi le stesse emozioni di quando l'hai pensato.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Posso dire una buona parte, non posso dire tutto perchè alcuni aspetti sono troppo privati e personali, ma non sono distanti, anzi vanno a braccetto con quello che ho scritto e con un po' di fantasia si possono anche immaginare.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
È come avere fatto un figlio che è una copia di me stesso, e peraltro compiacermene.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Assolutamente no sono state le prime parole, la motrice di tanti vagoni, non poteva essere diversamente, è il mio essere, fisso un punto e lo raggiungo.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
L'alchimista di P. COELHO, perchè mi rappresenta, in cerca di quello che non trova perchè era già lì al punto di partenza, ma l'importante è che l'abbia cercato.
 
6. Ebook o cartaceo?
Visto la mia età cartaceo, però......
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
La mia non è una carriera, sono un umile pensatore che ha voluto mettere su carta alcuni pensieri i più importanti, poi nella mia testa ci sono tanti libri che fanno parte solo della mia biblioteca personale.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea nasce perchè dopo 14anni sono riuscito a parlare del trauma della mia rianimazione, sono voluto andare oltre e metterlo sulla carta.
Più che aneddoto è una linea, ho sempre cercato di fare la comparsa, e invece mi sono sempre ritrovato protagonista, chiaramente la mia visione è rimasta da comparsa, tutto il contrario di quello che accade nel mondo.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Compiacersi del tuo vissuto, visto che racconto quello che sono, in perenne conflitto a tutto quello che mi circonda, non perchè sia tutto sbagliato ma potrebbe essere tutto molto, molto migliore.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Nessuna perchè è stata una società che si chiama BOOKSPRINT.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Fuori tempo esisteva già quando ero bambino.
È comoda ma non necessaria, toglie un po’ di volontà, impigrisce
ci sono anche i pigri.
 
 
 
 
 

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