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14 Nov
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Intervista all'autore - Arturo Gnesi

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è raccontare la realtà, ragionare sulle cose che ci accadono attorno, riflettere sul nostro futuro.
Agire con realismo senza dimenticare le nostre origini e senza calpestare la nostra storia.
Mettere in discussione le proprie scelte ma non essere indifferente alle scelte degli altri soprattutto quelle che riguardano il nostro territorio e incidono sullo sviluppo economico dei nostri paesi.
Capire quello che succede fuori per comprendere anche noi stessi, emozioni, paure e sogni che accompagnano il nostro vivere quotidiano.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Molto realistico nella descrizione degli eventi che incidono sull'inquinamento atmosferico e la correlazione con le patologie che gravano sulla vita dei cittadini.
Smog ma anche inquinamento industriale e smaltimento dei rifiuti tossici che le organizzazioni criminali hanno orchestrato allorché il nostro territorio è stato interessato dalla costruzione della terza corsia autostradale e dell'Alta velocità Roma-Napoli.
La storia dei migranti e le tentazioni xenofobe di una società che è cresciuta con i valori della libertà e della solidarietà.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ho voluto ricordare i mutamenti sociali che spesso vengono trascurati e dimenticati mentre al contrario dovremmo avere sempre presente il pericolo delle infiltrazioni mafiose e di come con la corruzione e il voto di scambio diventano il volto nascosto dello Stato.
Ho dato rilevanza alla testimonianza di preti che danno al messaggio evangelico un significato concreto e profetico.
Ho voluto parlare del mio paese e dei percorsi difficili e tortuosi che gli abitanti dei piccoli centri sono costretti ad affrontare ormai da molti anni.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
No è la constatazione di quanto difficile sia vivere in questo contesto storico e di come le illusioni possano presto trasformarsi in delusioni o sconfitte.
Quindi appare naturale aspettare il prossimo treno, sperando che non sia l'ultimo.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
"I miserabili" di Victor Hugo perché non bisogna mai arrendersi e mai lasciare il proprio destino nelle mani altrui
 
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo, è più bello, si può sottolineare e poi in treno il libro è occasione di dialogo con chi viaggia accanto.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Per dare un segnale di concretezza alla vita e alle idee che si inseguono ogni giorno.
Il dialogo, il confronto e l'avversione a idee e comportamenti che talvolta sembrano dilaganti e vincenti.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Per vincere l'incredulità di qualche amico che rimaneva scettico al racconto di alcuni fatti importanti e non potendo contraddire gli argomenti mi diceva: e dove sta scritto?
Eccolo servito.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Tanta fatica e tanto tempo sottratto allo svago, ore notturne dedicate alla definizione di un'idea e alla descrizione di fatti di cronaca.
Ma alla fine ne è valsa la pena
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Nessuno ha avuto la possibilità di leggerlo e spero di poter condividere i contenuti con le persone che sono interessate al futuro della nostra terra e delle prossime generazioni.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Uno strumento utile ma che non può sostituire la lettura.
 

 

 

 





 

 

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Sabato, 14 Novembre 2020 | di @BookSprint Edizioni