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06 Nov
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Intervista all'autore - Deborah Iacopino

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Ho vissuto in varie città d'Italia ma l'ultima che mi ha "adottata" è Roma.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Partiamo dal presupposto che la scoperta della lettura è un incontro tanto casuale quanto magico. Un po' come avviene tra le persone. Devi incontrare la persona con cui ti senti in sintonia e in affinità affinché scattino i legami. Lo stesso avviene per la lettura e l'amore che può scaturire da un libro che può condurre poi alla scoperta di una nuova passione.
Consiglierei un approccio attraverso libri come "Venuto al mondo", oppure "Acciaio" o " La solitudine dei numeri primi". O qualcosa di Murakami. Potrebbe nascondersi, tra questi, l'incontro giusto.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Sono una nostalgica del cartaceo, lo confesso. Sfogliare, toccare, annusare, avere il libro sul comodino è un appuntamento affascinante con la lettura.
Naturalmente l'e-book ha i suoi vantaggi che vanno dal poterlo portare sempre con sé in ogni occasione ad un costo inferiore e ad un'accessibilità anche a chi ha dei "bisogni speciali". Ma il fascino del libro cartaceo non ha paragoni.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura è un colpo di fulmine che ha bisogno dei suoi tempi affinché si trasformi in amore. Ha bisogno di momenti di furia creativa ma anche di tempi distesi e mente sgombra per lasciare lo spazio a personaggi, situazioni, descrizioni. Ha comunque bisogno del fluire della vita perché ne porti un po' con sé.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Viviamo in un mondo in cui spesso le emozioni hanno la meglio sui sentimenti e non si evolvono mai in qualcosa di superiore.
Questo a causa anche di reti ed inganni che possono essere intessuti da persone troppo amanti del sé e dell'altro solo per gratificare se stessi. Persone, narcisisti, che curano le proprie ferite "violentando" e abusando psicologicamente proprio quelli che danno loro amore e proprio nel campo in cui bisognerebbe abbandonarsi e fidarsi: l'amore.
E quando le relazioni non si evolvono, non crescono ma traballano destabilizzando violentemente uno dei due non si può parlare di amore vero ma di relazioni tossiche.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
È un messaggio di speranza e di rinascita. Si può toccare il fondo, essere ingannati a volte, anche illudersi e farsi del male. Ma da tutto e da tutti c'è la possibilità, attraverso il recupero dell'amore verso se stessi, di liberarsi e sperimentare la rinascita.
Diventando, attraverso percorsi dolorosi, ogni giorno più forte.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
È sempre stato un sogno nel cassetto ma solo ultimamente, in un momento di rinnovamento personale e di cambiamento, è venuto fuori prepotentemente.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Sì. La pagina bianca che, all'improvviso, accoglie personaggi e storie che prendono vita attraverso dei caratteri. È una nascita, è una sensazione meravigliosa.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, mai. Avevo in mente un piano dell'opera, un filo rosso e un Leitmotiv che era quello della rinascita e doveva avere una completezza. Attraverso dieci donne ho tracciato un percorso che doveva avere, pur nella fluidità delle tematiche, un epilogo.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
È una scelta difficile. Direi Italo Svevo però. Lo trovo geniale e visionario con la sua scrittura terapeutica e con la tecnica del flusso di coscienza. Sarà che adoro la psicologia?
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Beh, è un 'opportunità di inclusione in una società che non può e non deve permettersi di non essere tale. Un bel traguardo.
 
 
 

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