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29 Ott
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Intervista all'autore - Matteo Dandolo

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Camposampiero e cresciuto a Borgoricco, entrambi comune nell'Alta Padovana.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Sinceramente trovo difficile consigliare un libro ad un adolescente, è un'età particolare e non sempre si sposa con la lettura di un libro.
Ma se dovessi scegliere, consiglierei "Siddhartha" di Hermann Hesse: un libro leggero ma che sa far cogliere il giro che può fare la vita di ognuno di noi.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Da questo punto di vista, sono un romantico e prediligo ancora il cartaceo.
L'odore delle pagine, il loro suono mentre si sfogliano e la consistenza del libro mentre lo si tiene in mano è molto sensazionale per me.
Come per ogni cosa, ci sono i pro e i contro: qui, secondo me, ognuno deve sentirsi libero di interpretare la lettura a suo modo.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Per quanto mi riguarda ho sempre avuto il piacere di scrivere: avere tra le mani una penna o una matita e scrivere, appunti o pensieri che siano, mi ha sempre trasmesso un senso di libertà.
Direi che per me è stato un colpo di fulmine, senza rendermene subito conto.
Poi secondo me con la maturazione di una persona possono variare le cose che si scrivono, l'importanza di metterle nero su bianco, la sensibilità di quello che si trasmette e le scelta delle parole più corrette.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Ci sono più motivi che mi hanno spinto a farlo.
Quello forse più significativo è la volontà da parte mia di mettere da parte alcune cose della mia vita, mettendole figurativamente dentro ad un libro appunto, e riporle in un posto senza dovermele portare dietro ogni giorno.
Ovviamente in senso figurato.
Dal passato non si può scappare, si può solo imparare.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Da parte mia non c'è la volontà di mandare un messaggio in particolare.
Forse solamente riflettere sul fatto che non si può mai sapere cosa ci sia dietro ad un sorriso, dietro ad una persona qualunque che incroci per strada.
Poi però c'è la volontà di lasciare spazio all'interpretazione del lettore.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La scrittura è stata una piccola abitudine che ho coltivato nel tempo.
Anche da piccolo mi piaceva scrivere.
Però negli ultimi anni la scrittura mi ha donato molto, è stata un tramite molto importante nell'esprimermi e farmi conoscere.
E non essendo una persona particolarmente loquace, mi ha aiutato molto sotto molti punti.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ricordo con amore i momenti in cui mi si rigava il viso con le lacrime, quelle piene di commozione, mentre cercavo di ricordare alcuni passaggi.
E il significato che vale per me questo libro è molto importante, al di là delle poche parti descrittive che ho inserito.
Volevo lasciare al lettore l'interpretazione: credo che uno dei poteri di un libro sia anche questo.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Il pensiero di non portarlo a termine non mi è mai venuto.
Ci sono stati, però. dei momenti in cui non ero convinto di scrivere alcune cose, credo per paura dei possibili effetti che avrebbero portato.
Ma sarebbe stata un'opera a metà e avrebbe perso una parte di significato quindi ho perseverato, contro anche il pensiero di persone vicine.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Sinceramente non ho autori preferiti del passato, leggo volentieri varie opere del presente.
Un pensiero particolare lo vorrei però esprimere a Paulo Coelho e a Alessandro Baricco: sono due autori che con i loro libri hanno segnato due periodi importanti della mia vita.
Un grazie particolare a loro per tutti i pensieri che hanno poi preso vita nella mia mente.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente dà la possibilità a più persone di poter vivere la lettura, anche se con l'udito.
Spero che non venga vissuto come una musica da ascoltare mentre si fa dell'altro perché un libro merita la maggior attenzione possibile.
Credo che ascoltare un libro possa dare anche maggior possibilità all'ascoltatore di poter chiudere gli occhi e immaginarsi le scene, i protagonisti, le vicende narrate e dar corpo a quelle piccole sfaccettature del racconto che a volte vengono tralasciate.
 
 

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