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24 Ott
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Intervista all'autore - Assunta Sperino

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata a Napoli, in una famiglia di modeste condizioni economiche... Modeste... Volendo essere molto ottimista! A 10 anni non mi è stato più concesso di andare a scuola. Terza di 7 figli mi toccava dare una mano in senso pratico. Avevo la mia bancarella, ben avviata, di sigarette di contrabbando.
Penso di aver iniziato a scrivere in quegli anni e non ho più smesso. Non mi sono mai arresa e sono riuscita a diplomarmi nonostante tutto.
La mia vita è stata un'eterna arrampicata e la scrittura è sempre stata la mia corda, il mio sostegno, ma mai la meta... Non so quale sia la meta ma non riesco più a fermarmi.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La scrittura non ha un suo momento... L'ispirazione è improvvisa e impellente...
Io non ho mai scelto la poesia, lei ha scelto me.
Porto sempre in borsa il mio "Zibaldone" proprio perché non so mai quando, né perché arriverà una nuova poesia.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Adoro Oriana Fallaci, è il mio mito, anche se in verità leggo qualsiasi cosa.
Trovo, inoltre, che sia eccezionale Elif Safak, autrice di "La bastarda di Istanbul", libro tra i miei preferiti.
Non ho un poeta preferito perché credo che chiunque sia capace di stupire ed emozionare allo stesso tempo usando le parole sia un'artista... In fondo la scrittura non è semplicemente l'arte delle parole? Io credo di sì.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Perché nasce un'opera? Per esigenza, come tutte le cose!
Nel mio caso è l'esigenza di tirare fuori, con l'aiuto dell'inchiostro, ciò che con la voce, probabilmente, non avrei saputo fare.
Chi vuole davvero conoscermi non può fare a meno di legare il mio libro. Io stessa scopro cose di me che non sapevo mi stessero dentro.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo.
Il mio vivere di fatiche troppo grandi mi ha resa empatica e riflessiva, forse un po' troppo! Rifletto, rimugino per giorni su ciò che mi emoziona...e non parlo solo di belle emozioni, ma di quelle che segnano, a volte sconvolgono la normale quotidianità.
Sicuramente l'essermi nutrita di poesie sin da piccola ha avuto il suo peso.
Ricordo che un professore, quando finalmente sono riuscita a frequentare le scuole medie, mi ha regalato un libro di Raffaele Viviani; ancora oggi è il mio tesoro!
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Sicuramente un modo, forse l'unico che sappia davvero usare, per raccontare la realtà. Spesso, nel mio caso, è una realtà intima, interiore, ma non meno concreta e vera di quella materiale, anzi, sono sicura che sia, a volte, più cruda e lacerante.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Difficilmente ciò che scrivo è autobiografico, ma è evidente che ci sia molto del mio modo di sentire e vivere in ogni verso. Non è possibile che l'autore sia estraneo alla sua poesia, semplicemente perché il testo è stato partorito dalla sua anima.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
I miei figli, tutti e 4. Se ho pubblicato questo libro è stato perché volevo conoscessero di me la donna che c'è dietro alla loro madre.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A loro, sono i miei critici letterari...
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sicuramente. È più comodo ed economico, anche se penso che il cartaceo abbia sempre il suo fascino.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono non solo belli, ma anche utili.
In passato ho già fatto un audiolibro ed è stato un ottimo modo per avvicinare anche i più pigri alla letteratura.
Personalmente non riesco a farmi piacere i miei scritti con una voce che non sia la mia, ma sono consapevole che siano un ottimo modo per diffondere cultura.
 
 
 
 
 

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