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20 Ott
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Intervista all'autore - Francesca Vitale

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Laureata in lettere moderne, ho insegnato per lunghi anni letteratura italiana e storia. Sono diventata scrittrice tardi anche se le idee mi ribollivano nella testa da anni, infatti il mio secondo saggio “Maledetto '68” lo avevo in testa dagli anni Settanta, quante pagine avrò scritto e dimenticate. Il primo saggio riguardava la negatività della televisione italiana che aiuta solo chi la fa, chi la vede è un semplice spettatore passivo. Ho deciso di diventare scrittore per rabbia, poi mi sono addolcita con “Cinanca” un romanzo quasi storico ed infine con la mia ultima opera Marilyn che considero un canto per tutte le donne che hanno cercato la felicità senza mai trovarla.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Qualsiasi momento è buono.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Dipende da cosa si intende per contemporaneo, io preferisco i classici. All'autore nuovo che non mi dà niente preferisco il vecchio, il naturalismo francese è l'apogeo del romanzo, “Il maestro e margherita” l'opera contemporanea più intrigante, sono molto esigente, la letteratura spazzatura non mi interessa -i libri sono come il cibo se si è abituati ai piatti buoni risulta difficile adattarsi al peggio.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Da una esigenza interiore, per caso avevo letto una biografia di Marilyn e da allora ho voluto conoscere di più su un personaggio, di cui sporadicamente avevo sempre sentito parlare. Chi ha ucciso Marilyn. Questa è la domanda a cui volevo sempre rispondere, poi per caso sui giornali leggevo le sue poesie, allora mi dicevo ma questa è un'altra, ma chi è veramente, ho cercato nel mio libro di rispondere a questa domanda, ho trovato molte risposte, forse ora so chi è Marilyn.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Nella mia formazione letteraria hanno contribuito molto gli studi classici, l'università, ho avuto la fortuna di avere a Napoli dei grandi professori, successivamente sono stata un'autodidatta, ho cercato di superare le lacune ritenendo la vita una continua ricerca e conoscenza. Il contesto sociale non mi ha aiutato molto, certo la conoscenza di tanta umanità per uno scrittore è un grandissimo aiuto, un contesto sociale vivo, brillante aiuta moltissimo, ma se si ha da dire qualcosa fuoriesce comunque come un fiume che esonda. In questo viene in aiuto la formazione letteraria che pone in grado di fare dei confronti. I grandi ti vengono in soccorso e scopri che c'è una base umana uguale per ogni tempo, il dolore è sempre dolore, penso che lo studio della letteratura acuisca la sensibilità, il senso critico, questo si dovrebbe far capire a chi non legge niente.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
È un modo per raccontare la realtà, nei miei precedenti saggi affronto argomenti duri, grido contro l'insensibilità, le ingiustizie operate dalle stesse leggi, anche questo libro non è affatto di evasione nella storia di Marilyn si possono ritrovare milioni di donne e anche uomini che hanno cercato disperatamente di essere felici.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Moltissimo, penso che non si possa scrivere una qualsiasi opera se non c'è qualcosa di te, mi sono ritrovata nella sua innocenza, nel suo candore, nel suo bisogno di avere sempre delle conferme dagli altri, che riteneva migliori, per poi scoprire che non potevano darle niente. Al di sotto di ciò che appare vi è un dialogo segreto che si svolge tra me e lei, mi sento come la madre che non ha mai avuto o una sorella, mi piace Marilyn è la donna più vera che ho incontrato nella mia vita.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No, nessuno.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Alle figlie.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sì è un modo per diffondere libri che altrimenti nessuno leggerà mai.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Grande, sinceramente non so in cosa consista.
 
 
 
 
 

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Martedì, 20 Ottobre 2020 | di @BookSprint Edizioni