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10 Ott
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Intervista all'autore - Rosario Capaldo

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Nocera Inferiore in provincia di Salerno, città che ho lasciato giovanissimo e di cui conservo i miei preziosi ricordi adolescenziali, degli anni che hanno seminato in me l'amore per la scrittura. Da 22 anni vivo a Brescia.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
"Veronica decide di morire" di Paulo Coelho per i tanti insegnamenti, mi permetto di citarlo:
"Mantenetevi folli nel cuore e comportatevi da persone normali".
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Ho 40 anni e sono della generazione "cabina telefonica". Ho grande nostalgia di quelle telefonate preziose, scandite dal tempo dei gettoni che avevi inserito.
Ma amo vivere il tempo presente, ho tutti i social e cerco di gestirli in base alle mie esigenze. Non ne sono schiavo ma li uso quel tanto che serve per non restare tagliato fuori dal mondo e dall'informazione.
Gli ebook sono un’ottima soluzione, ne ho anche usufruito, ma il nostalgico che vive in me mi ha spinto poi a comprarlo anche di carta perché se non lo vedo sul comodino, nella mia libreria, e come se mi mancasse qualcosa.
PS non presto MAI un libro, ne compro un’altra copia e la regalo.
Quindi per me tra cartaceo e ebook vince la carta, sempre.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Ho cominciato a 12 anni tra racconti, poesie, accenni di romanzi.
È stato subito amore, avevo trovato un modo per elaborare quello che provavo e poterlo regalare al mondo in una vesta nuova.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Un’idea di un attimo, i personaggi sono venuti a me spontaneamente. Ho avuto difficoltà ad ideare la struttura ma avevo ben chiaro tutto il tessuto narrativo. Volevo affrontare 2 temi importanti: i rapporti padre figlio in primis e spingere il lettore a cercare la verità nella vita, di non subirla come un dogma.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
"Non credere mai a nulla, nemmeno ai tuoi ricordi, non farti mai condizionare dalle verità altrui, cercale sempre dentro di te. Affronta, accetta, perdona, vivi e ama.”
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Come dicevo prima è stato amore da subito, da adolescente era l'unica via di fuga. Dai 12 ai 18 anni ho studiato molto e scritto poco, prendevo appunti per i miei progetti che erano un po' troppo ambiziosi data la giovane età. A 18 anni ho scritto il mio primo romanzo che non pubblicherò mai, lo scrissi solo per me, per mettermi alla prova. Un conto è sognare di scrivere, un altro è appurare di essere in grado di tessere un intreccio narrativo.
200 pagine di una storia troppo intimista ma scritta bene, bene nella forma. Che poi i contenuti dei miei scritti piacciono o meno è questione di gusti e non li discuto. Poi a 23 anni ne scrissi un altro e a 24 anni completai CON INFINITO AMORE Da tempo lavoro ad un nuovo romanzo ma in questi ultimi anni mi sono prestato alla pittura trascurandolo. Ho scritto decine e decine di poesie, vincendo 2 concorsi. Anche nella poesia sono molto severo, la rima non basta, lavoro ore per metterle in metrica.
Scrivere era il mio sogno nel cassetto ed ora è il mio lavoro. Spero sempre di darlo al meglio.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Quando i miei amici più cari lessero il manoscritto me lo restituirono con le lacrime agli occhi e in un caso mi chiesero "sei sicuro che non ha figli in giro? Racconti troppo bene questo tipo di legame".
Non ho figli, sono stato figlio. Ho solo elaborato in me il mio fortissimo desiderio di paternità che non potevo soddisfare.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Mai. Passo settimane, mesi anche a pensarlo come un film nella mia testa, poi quando riesco a trovare la struttura che voglio dargli comincio e non mi ferma più nulla. Tutti i personaggi sono lì davanti a me, dentro di me ed io traduco senza sosta i loro racconti. Per scrivere l'epilogo di CON INFINITO AMORE ho lavorato 16 ore di seguito. Quando mi alzai dal pc non mi reggevo in piedi ma avevo vinto.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Oriana Fallaci. Il primo romanzo che ho letto a 11 anni, dopo che ero stufo dei fumetti, lo presi dalla stanza di mia sorella senza chiederlo, lo scelsi perché era di poche pagine e pensai fosse facile e veloce...
Era "Lettera ad un bambino mai nato".
Mi ha cambiato la vita.
Sempre di Oriana vivo da sempre con una delle sue massime più belle, tutta la mia vita gira intorno a questa frase del suo romanzo "Penelope alla guerra" e la frase è "L'amore è un dialogo non un monologo".
O come dice anche Cohelo "se non penserò all'amore non sarò nulla".
Fallaci, Cohelo, Ammaniti, Cornwell, Verga, De Crescenzo, Calvino....
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo sia un’ottima soluzione per abbattere tante barriere. Pensiamo agli ipovedenti o chi per lavoro deve guidare ma può ascoltare il suo romanzo piuttosto di un barboso radiogionale.
Tutto sta che sia una bella voce, ovvio.
E in più mi riporta tanto a quando, secoli fa, la seta, la gente dei campi si trovava davanti ad un fuoco, uno solo sapeva leggere e intratteneva tutti regalando quella gioia immensa della narrazione.
La voce arriva al cuore, come le favole ai bambini.
 
 
 
 
 

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