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27 Lug
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Intervista all'autore - Andrea Frova

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere mi soddisfa moltissimo, più che leggere, tanto quanto ascoltare musica. Mi aiuta ad approfondire la mia conoscenza di tutto ciò che mi circonda e ad analizzare le mie reazioni di fronte al mondo esterno, oltre che a scoprire cose di me stesso. Ciò che può servire a meglio regolare la mia condotta nelle circostanze future.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Moltissimo: si tratta in fondo di un'autobiografia per episodi, in cui si narrano eventi reali in bilico tra la vita e la morte, liberamente raccontati e resi più emozionanti dall'immaginazione.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Rivivere storie del mio passato recente e remoto, riandare col pensiero agli anni gloriosi della giovane età e a quelli più significativi della maturità, sino a una ipotetica anticipazione ideale della fine.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
È stata immediata, perché sintetizza in modo efficace il tema dominante del racconto.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
"Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" di Robert M. Pirsig, perché descrive i due inscindibili aspetti della vita, la contemplazione artistica e della natura, con la necessità di organizzazione metodica e di approfondimento scientifico.
 
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo senza alcun dubbio.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Dal tempo della laurea, per lunghissimi anni come autore di lavori di fisica, in seguito allargando le tematiche alla saggistica divulgativa in ambito scientifico, ai punti di interazione tra la fisica e l'arte, segnatamente la musica, e infine alla narrativa.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea si distribuisce su vari anni e varie circostanze. Come tipico episodio da menzionare è la volta in cui mi trovai ad essere travolto da una gigantesca onda anomala nell'Oceano Indiano, quando fu pura fortuna uscirne indenne.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Ho scritto circa 25 libri, ma ricordo bene la grande emozione che provai quando pubblicai il mio primo testo di natura tecnico-accademica, e ancor più quella che mi colse quando uscirono il mio primo libro di divulgazione scientifica ("Perché accade ciò che accade", Rizzoli) e di narrativa ("Bravo Sebastian", Bompiani), entrambi rivolti al vasto pubblico. Credo che proverò una rinnovata emozione all'uscita di questo libro, che ho compilato tutto per me, senza condizionamenti editoriali di sorta.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie, e talvolta coautrice, Mariapiera Marenzana.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Pur riconoscendo che si possa godere di una lettura d'alta qualità fatta da professionisti, non sono favorevole alla possibilità che l'audiolettura venga a sostituire la lettura in proprio dalla fonte scritta. Così come non vedrei volentieri il libro stampato cedere il passo a quello elettronico.
 
 
 

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