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18 Lug
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Intervista all'autore - Carlo Saporita

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Carlo Saporita, ho 69 anni e vivo a Torregrotta, un comune sito nella costa tirrenica della provincia di Messina. La mia vita si è sviluppata all'interno di una famiglia semplice, i miei genitori erano entrambi contadini e in questo contesto bucolico ho mosso i miei primi passi. Nella polvere di campetti da calcio improvvisati, tra un argomento di scuola studiato e l'altro ho vissuto la mia adolescenza, è in questo periodo che probabilmente è nato in me il desiderio di scrivere, dapprima descrivendo in versi i miei stati d'animo e i paesaggi che vedevo, poi crescendo ho maturato una consapevolezza maggiore e le tematiche delle mie poesie variavano in base a tematiche sociali, ad ispirazioni amorose e legate al territorio. Crescendo, cambiano anche gli scenari e prima il lavoro, poi la famiglia, con la gioia dei figli, hanno messo un po’ da parte la mia passione per la scrittura, passione che però tornava puntuale quando dedicavo alcuni versi a mia moglie durante i nostri anniversari. Poi la pensione mi ha ridato quel tempo libero che avevo in gioventù, e con esso la passione per la scrittura, passione che si è concretizzata nella stesura di questo libro fortemente voluto e che ripercorre le orme tracciate nella mia vita.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Solitamente è la sera il momento in cui trovo la concentrazione giusta, ma talvolta mi è capitato anche durante alcune mattinate.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
L'autore che prediligo è Andrea Camilleri, di lui amo il modo di descrivere i contesti ambientali ed i dialoghi, in un siciliano eccellente, riesce, quando lo leggo a farmi immaginare ogni ambiente e questa a mio avviso è una caratteristica essenziale per uno scrittore.
 
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera non nasce a caso, ho sempre avuto il desiderio di mettere per iscritto esperienze di vita e raccontare i momenti che han caratterizzato la società in cui ho vissuto, ho sempre avuto in mente ciò che poi ho scritto, la disponibilità di tempo ha fatto il resto.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Beh, il contesto sociale in cui ho vissuto ha influenzato la struttura dell'opera, la mia formazione letteraria è iniziata tra i banchi di scuola e si è affinata affiancando alla preparazione scolastica la lettura di libri, questo a mio avviso è stato un passaggio fondamentale per la mia formazione.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è passione, ed è una forma di evasione dalla realtà, ma allo stesso modo può raccontarla. Gli scrittori che abbiamo avuto la fortuna di leggere ci hanno trasmesso tra le loro righe, contesti sociali, economici, sanitari, facendoci immergere durante la lettura nel periodo in cui è stato ambientato il racconto; allo stesso tempo, la scrittura può arrivare dove la realtà si ferma, raccontando in modo fantastico altri mondi, altre forme di vita, altri paesaggi e tradizioni. Si può tranquillamente dire che la scrittura è una forma d'arte straordinaria, capace di trasmettere al lettore molteplici stati d'animo, immedesimandolo in alcuni casi nel racconto.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Il libro è prevalentemente autobiografico, per cui, tutto ciò che è narrato è stato vissuto in prima persona.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Diciamo che sono stato supportato dalla mia famiglia che mi ha spronato ad andare avanti nel mio progetto e, se oggi sono qui a scrivere queste righe, il merito è tutto loro.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Anche in questo caso, la famiglia, che è stata fondamentale per il progetto di scrittura, è stata la prima a cui ho fatto leggere le mie righe. Per me la famiglia è il fulcro della mia vita e tutto ciò che ho fatto nella mia vita l'ho sempre condiviso con loro, nel bene e nel male.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Il progresso tecnologico deve andare avanti e con esso anche le nuove forme di lettura e scrittura ma, le sensazioni che si hanno nel momento in cui apri un libro per la prima volta, il suo profumo, la sua perfezione o anche la sensazione di ritrovarsi di fronte ad un vecchio libro, con le sue pieghe, ingiallito dal tempo, quel profumo caratteristico, sono uniche e nessun ebook potrà regalartele.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Anche in questo caso, ritengo che il progresso deve fare i suoi passi, senza dimenticarsi probabilmente di chi come me e tanti altri riescono ancora ad emozionarsi davanti ad un libro.
 
 
 
 

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Sabato, 18 Luglio 2020 | di @BookSprint Edizioni