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06 Giu
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Intervista all'autore - Vincenzo Lumenti

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Attualmente sono pensionato e data la mia età (94) anni non potrebbe essere altrimenti.
La mia vita è stata un susseguirsi di eventi non sempre facili e felici ad iniziare dal 17° anno di età quando, per un accidente capitatomi e che non auguro a nessuno, mi sono trovato sposato e padre di una bambina. L'unica soddisfazione del momento fu la vicinanza dei miei compagni di classe e dei professori che non mi lasciarono mai solo e che furono al mio fianco fino al conseguimento della maturità classica.
Vengo da un paesino dell'entroterra foggiano dove a quei tempi vigevano leggi arcaiche che bisognava rispettare e alle quali , giocoforza, ho dovuto adeguarmi.
Ho avuto sempre l'amore della scrittura. Ricordo con piacere che qualche mio "tema" era letto in classe dal professore di italiano ma ho potuto concretizzare il mio sogno solo dopo il pensionamento.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un momento particolare: Di solito preferisco scrivere di mattino quando mi sento più fresco e riposato.

3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Il mio autore contemporaneo preferito è NICCOLO' AMMANITI del quale ho appena finito di leggere "Io non ho paura".
Tema del libro è la solidarietà che si crea tra esseri umani, sentimento che i bambini riescono a sentire meglio degli adulti.
Tra poco inizierò a leggere "La via bugiarda degli adulti" di Elena Ferrante. 

4. Perché è nata la sua opera?
Un giorno ho raccolto tutti i foglietti su cui avevo riportato i miei ricordi e le mie osservazioni su avvenimenti accaduti e mi è venuta la voglia di assemblarli in un libro per farli conoscere anche ad altre persone.

5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Consideri che sono nato nel secolo scorso e che la mia mia famiglia ha origini contadine (è la sola cosa bella che mi è rimasta è l'amore per la terra). Quale indirizzo culturale potevo ricevere da un padre che non aveva alcuna base di studi scolastici? Mi sono dovuto arrangiare sempre da solo cercando di emergere da un ambiente che ho considerato sempre ostile e non consono alla mia natura.

6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Diciamo un po’ l'una e un po’ l'altra.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Parecchio (vedi il racconto "All'0mbra del sicomoro") Altri racconti sono solo frutto della mia fantasia ma elaborati a seguito di qualcosa "sentita dire" fino a formare un racconto vero e proprio.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
NO, NESSUNO all'infuori di mia moglie che nelle mie giornate di stanca mi ha esortato a completare l'opera.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Al poeta e scrittore Yoshef Tusiani che, bontà sua, ha voluto farmi anche una bella presentazione.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Penso proprio di sì. Peccato però!
In questo mondo dove tutto scorre velocemente non si ha più la pazienza e il tempo di avere un libro tra le mani, non si prova più il piacere di sfogliarlo, sentire il fruscio di una pagina quando la si gira, bearsi nell'odore della carta e dell'inchiostro. Ma tant'è: costa poco ed è ciò che conta.

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Io dico che un libro si deve leggere in religioso silenzio e non ascoltarlo specie quando si è occupati in altre faccende. L'attenzione in questo caso o viene meno nell'ascolto o ti distrae da quello che stai facendo. Personalmente non lo userò mai.
 
 
 
 
 

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Sabato, 06 Giugno 2020 | di @BookSprint Edizioni