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18 Mag
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Intervista all'autore - Valerio Luciano Bagarella

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Siamo di famiglia originaria di Verona per via materna e vicentina per via paterna. Essendo figlio di un militare di carriera sono cresciuto in luoghi diversi tra cui Verona Cuneo Mondovi e altri ancora.
Ancora giovanissimo dopo una intensa ma breve carriera musicale, mi sono trasferito in Africa occidentale dove tra Costa d Avorio, Ghana, Liberia, Congo, Cameroun e Repubblica Centro Africana ho speso più di 40 anni della mia vita.
Ho cominciato a scrivere nei lunghi periodi passati in solitudine nei silenzi degli accampamenti di foresta, durante i fine settimana o durante le interminabili giornate della stagione delle piogge ,

2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Come le ho già detto, nei lunghi anni spesi in Africa, sono sempre stato aduso a scrivere molto durante i fine settimana, nelle ore calde e indolenti delle domeniche assolate, quando i cantieri era fermi, i ragazzi più giovani erano scesi in città e l immensità dell’Africa , la foresta, il silenzio e la solitudine di quei luoghi, mi permettevano di ricordare.... di riflettere.... di studiarmi l'anima.
Diciamo che in definitiva nei miei racconti, narro soprattutto di me stesso, di cose che ho visto, di gente che ho incontrato, di situazioni che ho vissuto.
In effetti ho avuto una vita estremamente per così dire avventurosa e che mi ha dato occasione di incontrare persone... tipi.... figure ma anche figuri sicuramente interessanti…. una umanità, direi varia e variopinta financo pittoresca, che valeva la pena comunque di essere raccontata.

3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Diciamo che da un punto di vista tecnico ho sempre avuto una grande ammirazione per Andrea Camilleri.
Soprattutto per l'uso geniale che questo Autore ha saputo fare del dialetto e per la capacità di abituare il lettore con costruzioni sintattiche dialettali seppur comprensibili in italiano ma che richiamano cadenze e modi tipicamente regionali, e quindi ambienti e sensazioni che solo i dialetti in effetti riescono a esprimere compiutamente.
Un altro grande scrittore che ha molto influenzato il mio modo di scrivere è sicuramente Piero Chiara.
Lo scrittore che secondo me meglio ha espresso la provincia italiana lacustre dove anche io in gioventù sono cresciuto e dove anche adesso che sono vecchio mi sono ritirato a vivere.
I nostri lungolago di inverno…. Le nostre nebbie del mattino…. le brume della sera...la musica lontana di una balera .... il rumore di una vettura solitaria che passa e a poco a poco svanisce soffocata dallo sciabordio del lago…. i nostri tipi da paese.... storie curiose, a volte tragicomiche che affiorano tra le "ciacole" con un forte retrogusto un po’ epicureo e un po’ boccaccesco, che si possono ascoltare d'inverno in bar semideserti attorno a un biliardo o durante interminabili partite a scopa in serate fredde e nebbiose in una osteria di paese.
Peschiera del Garda come Desenzano. come Como o Luino….
 
4. Perché è nata la sua opera?
Come le ho già detto, i miei racconti nascono soprattutto dal esigenza di raccontare me stesso e le cose che ho visto, le situazioni che ho vissuto.
Diciamo che la componente autobiografica è sicuramente dominante come anche la consapevolezza di avere avuto la fortuna di vivere una vita avventurosa ma non certo noiosa, sicuramente diversa da quella della maggior parte della gente "soit disant" normale.
Una vita che ho ritenuto valesse la pena di essere raccontata.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente l'essere stato figlio di militare di carriere, l'essere cresciuto praticamente in caserma ha avuto una grossa influenza sulla mia formazione.
Come pure l'avere vissuto gli anni della grande contestazione giovanile.
Il 68 ha infatti determinato un cambiamento radicale della società in cui vivevo e probabilmente mi ha trovato decisamente impreparato.....
Tutti i concetti che fin da piccolo a casa mi avevano inculcato ovvero Dio.... Patria.... Famiglia.... cominciavano a traballare.... interrogativi sempre più stringenti mi si ponevano…. la politica mi sfuggiva…
Da qui il desiderio di evadere e di fuggire lontano dove forse avrei avuto modo di meglio esprimermi.
Fu così che mi ritrovai in Africa.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Ovviamente scrivere per me non è che un modo di raccontare la realtà delle cose ma senza la pretesa di raccontare la verità, ma solo la consapevolezza di narrare un punto di vista.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Come più volte sopra ricordato potrei definire i miei racconti come autobiografici.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Qualcuno in particolare no, ma devo dire che le fonti di ispirazione, i personaggi che ho incontrato nella mia vita, i luoghi che ho visto e le situazioni che ho vissuto , non potevano non essere raccontati!!!
Già di per se stessi sono stati fondamentali per la mia opera.
Se non li avessi incontrati non avrei certo potuto descriverli.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A voi!!!!

10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sono della vecchia guarda.
Un libro mi piace al tatto... agli occhi…. lo stesso profumo della carta stampata…
Ma il mondo va avanti….
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mah!! L’Audiolibro aprirà sicuramente nuovi scenari ...
Il trait d’union tra letteratura e cinema!!!
 
 
 

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Lunedì, 18 Maggio 2020 | di @BookSprint Edizioni