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16 Apr
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Intervista all'autore - Silvia Leporati

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata in una famiglia di professori, il che ha fatto sì che casa mia fosse e sia anche ora piena di libri, materiale entusiasmante per chi, come me, è curioso.
Un giorno vidi la copertina di Piccole Donne: ritraeva una ragazza mora, che scendeva una scala stile liberty. Aveva una gonna rossa lunga e lo sguardo di chi sa cosa vuole dalla vita. Me ne innamorai immediatamente.
Il libro conteneva una dedica indirizzata a mia mamma dai miei nonni.
Corsi a mostrare il libro a mia madre, esponendolo come un tesoro, e lei mi diede il consenso a leggerlo.
Lo feci ed il mio entusiasmo divenne amore ed emulazione per il personaggio di Jo, la scrittrice.
"Da grande voglio diventare come Jo" eslamai a libro finito... Beh si è avverato.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
In genere nel tardo pomeriggio fino alla notte inoltrata.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Ho diversi autori preferiti, tra cui Pavese, Cassola, Montale, Maraini, Hemingway, ma quello cui ricorro nei momenti crepuscolari della mia anima, è Oriana Fallaci.
 
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata per il desiderio di partorire il dolore derivante da un amore che mi ha devastato.
Darlo alla luce mi ha fatto prendere consapevolezza che l'amore è esattamente come l'energia: non muore, si trasforma.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molto. Io penso che ognuno di noi sia plasmato dalla società in cui vive.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è un modo di raccontare la realtà, ma fondamentale è anche la fantasia con cui si raccontano i fatti, proprio come mi hanno insegnato Jodoroski e la Fallaci.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è un buon 70%.
Il resto è fantastia, invenzione, sogno.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nessuno, a parte questo uomo, o meglio, la sua assenza.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ho fatto leggere alcuni stralci di poesie a persone che non mi conoscono, per avere una impressione vergine, cioè incondizionata.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sì. È comodo e pratico, aggettivi che si abbinano molto bene con la società di oggi, che ha molta fretta.
L'unica pecca è che non si sente il profumo della carta.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia una ottima idea.
 
 
 
 

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Giovedì, 16 Aprile 2020 | di @BookSprint Edizioni