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10 Mar
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Intervista all'autore - Anastasia Gambera

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ciao, io sono Anastasia (Anya, o Any, per gli amici) e sono una studentessa universitaria iscritta alla facoltà di Scienze e Lingue per la comunicazione - indirizzo Scienze della comunicazione - all'Università degli studi di Catania. Sono nata a Catania il 31 marzo del 1990, ma cresciuta nel mio paese, Scordia, una ridente località di circa ventimila anime. Ho scoperto la mia passione per la scrittura nel 2015, quando ho iniziato a collaborare con la testata giornalistica online catanese "Voci di Città", con l'intento di effettuare il percorso per diventare giornalista e iscrivermi all'albo.
In realtà, ho sempre avuto una naturale propensione per questo settore, malgrado non ne fossi del tutto cosciente - al liceo, infatti, ero continuamente ripresa dai professori per via della prolissità dei miei temi, sebbene, poi, ne ammirassero profondamente i contenuti. E ora, uno dei miei sogni è proprio quello di diventare una scrittrice; come anche giornalista ovviamente.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Durante la giornata, mi piace dedicarmi a più cose contemporaneamente. Oltre che allo studio, infatti, riservo del tempo alla lettura, alla redazione e correzione di articoli giornalistici, e nel momento in cui sento forte l'ispirazione per continuare a scrivere il mio libro (il secondo adesso), ne apro il file e vi sbizzarrisco la mia fantasia. Tuttavia, questo è un qualcosa il quale non accade tutti i giorni, perché penso che l'estro debba essere lui a chiamarti e a chiederti di digitare altre parole e frasi, che diano vitalità a un nuovo sogno.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Fra quelli contemporanei, non ve ne è nessuno in realtà, dal momento che il mio preferito, in assoluto, rimane Luigi Pirandello; per via della sua poetica, dei suoi trattati, e di quello che ha scritto, il quale ha molto influenzato le mie riflessioni sulla vita e sui comportamenti umani che, di fondo, accomunano un po' tutti noi.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Il mio libro è nato da quell'inenarrabile voglia di mettere nero su bianco i sogni di bambina (mai sopitisi) inerenti l'amore. Ho sempre pensato che anche gli uomini sappiano amare, e, anzi, a volte molto meglio delle donne. Non a caso, il protagonista del mio romanzo è un ragazzo di 25 anni che, a causa della sua bellezza, paga le conseguenze dell'essere, all'apparenza, troppo amato e conteso. Con questo, per dire che non sempre l'avvenenza di una persona sia un valore aggiunto, ma può portare, se non tenuta a bada, alla perdizione e a sofferenze, molto spesso, in contrasto con la propria indole appassionata.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molto devo dire. D'altronde, al giorno d'oggi il cliché più in voga è quello dell'uomo violento, profittatore delle donne e insensibile di fronte ai sentimenti, e io non credo assolutamente - o perlomeno, mi rifiuto di sostenere un simile pensiero - che tutti gli uomini siano peggio di bestie esangui. Ecco perché ho deciso di imperniare il mio romanzo sulla vita di un giovane ragazzo, fondamentalmente innamorato dell'amore.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambe le cose. Scrivere, mi aiuta a isolarmi letteralmente dai problemi della vita, a non pensare a ciò che di brutto essa ci riserva a volte, catapultandomi in una realtà fatta solo di caratteri, font, fantasia e tutto ciò che di più originale passi per la testa in quel momento. E raccontare la realtà fantasticando, aiuta a migliorarla e a vivere in una dimensione onirica che ha dell'incredibile (provare per credere!)
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Nei miei libri, cerco di imprimere il mio pensiero, il mio modo di fare nella vita di tutti i giorni. Voglio che i miei personaggi abbiano la verve che ho io, e che la pensino come me riguardo l'amore. Non mi ravvedo in Manuel, lui è un ragazzo e, tutto sommato, l'etica amorosa è un po' differente; ma il mio obiettivo è, nonostante tutto, quello di pensare come loro, cercando di capire, nel più profondo, cosa animi il cuore di un uomo innamorato. Sono fidanzata da sette anni con lo stesso ragazzo, vedo come mi ama, e penso che non sia una peculiarità atipica ma, in realtà, molto più comune di quanto si pensi - facendo in modo che essa faccia parte del proprio carattere naturalmente.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
L'amore, i sentimenti umani, che portano alle stelle questo meraviglioso impulso involontario. Nessuna persona in sé si è dimostrata essenziale alla stesura del mio libro, ma i valori comuni, che eguagliano più individui contemporaneamente, sì, e hanno animato la mia immaginazione dall'inizio alla fine. Sebbene alla resa dei conti, molti di quei valori insiti nel mio libro, stiano, purtroppo, perdendosi inesorabilmente.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La prima ad avere letto il mio libro è stata una ragazza con cui suono insieme in banda. Ha espresso, sin dall'inizio, il desiderio di leggerlo, e una volta avuta una copia, gliel'ho fatta pervenire affinché mi desse, dopotutto, un parere. Ed è stato il primo parere positivo riscosso.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Personalmente, amo il genere cartaceo, il profumo della carta dei libri, specialmente se un po' datati; quindi, credo che l'uomo debba soffermarsi su questo e fare la differenza tra il formato digitale e quello classico, analizzando i pro e i contro di entrambi. Gli ebook vanno benissimo se si va in viaggio e ci si scoccia a portare dietro moli di libri, le quali esigono un certo spazio; ma sul divano di casa propria, o, magari, su una spiaggia sotto il sole, a farla da padroni son sempre loro, opere inestimabili di grande valore in cui, di mezzo, non ci sia uno schermo a incidere negativamente a volte (tra pixel e altro).
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono piacevolmente colpita da questa nuova possibilità offerta dalla tecnologia, poiché si dà opportunità di leggere anche a chi, purtroppo, non gode degli occhi per assaporare gli straordinari contenuti di un libro. D'altronde, non serve la vista per leggere, ma bisogna ascoltare con il cuore tutto ciò che il destino frappone tra i nostri passi, facendo di ognuno un nuovo tassello da aggiungere a quel sorprendente puzzle che è la vita.

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Martedì, 10 Marzo 2020 | di @BookSprint Edizioni