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02 Mar
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Intervista all'autore - Antonio De Mattia

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Antonio De Mattia, sono nato a Serino (AV) il 16-02-1941-
Dietro il mio libro sono solo io, ma penso che qualcuno dall'alto mi aiuta! 
La mia vita è stata straordinaria, bella e pericolosa, ma vera. 
All'età di 14 anni, una macchina sbandava uscendo fuori strada, sbattendo contro il pilastro destro di cemento, del portone della mia casa, ove io ero appoggiato aspettando un amico, la vettura spaccò il cemento dov'ero io, e fui trovato dai soccorritori nella cunetta, sotto la macchina, svenuto ma illeso. Mia nonna Francesca, mi curò, ammalandosi lei dallo spavento, infatti successivamente la sua asma peggiorò e mori soffocata perché eravamo poveri e non avevamo i soldi per farla curare. Prima di morire, mi raccomandò di aiutare i miei fratelli più giovani di me.
Avevo solo 15 anni, piangendo, giurai di farlo.
La morte di colei che io chiamavo mamma perché era l'unica che mi voleva bene e mi aveva cresciuto, sconvolse la mia vita.
Dal grande dolore, diventai subito adulto, cambiando la mia personalità. Mentre prima ero calmo e ubbidiente e anche pauroso, dentro di me entrò la rabbia e il ruggito, non avevo paura di nessuno, nemmeno dei delinquenti. Affrontavo con disinvoltura qualsiasi problema, pur di riuscirci, osavo sfidare pure l'impossibile, con una volontà ferrea, ma temevo solo Dio, portando sempre legato al collo una piccola catenina con il crocefisso. Infatti a 16 anni, al mio paese salvai una ragazza con il suo bambino in carrozzina mentre un camion senza controllo e senza freni, si dirigeva su di lei; corsi dietro il camion, incurante del pericolo, saltai sulla pedana, entravo nella cabina frenando e bloccando il rosso automezzo. Un giorno mentre pitturavo la camera di mia madre, cadde dal muro il crocefisso, il quale si ruppe il braccio di plastica. Con un ferro rovente, con amore lo sanai. E chiesi a Gesù: Signore la campagna a mezzadria non ci dà nessun avvenire, quindi aiuta me e i miei fratelli a entrare in finanza o nei carabinieri. Successivamente, venivo arruolato nella guardia di finanza, così mio fratello Franco; Carmine entrò nei carabinieri mentre Mimmo partiva per i Canada dove si sposava. Avevo solo la licenza delle scuole di Avviamento professionale, ma decisi di migliorare la mia cultura a tutti i costi. Quindi, mentre i miei colleghi presso i vari comandi della guardia di finanza, andavano in libera uscita, io alla sera mi recavo da professori ed altri a studiare, italiano, matematica e geografia, per entrare nella scuola sottufficiali. Infatti superai tutti gli esami, studiando giorno e notte, mangiando solo la sera, riuscendo anche a superare gli esami anche a scelta. Avevo una volontà e un'energia ferrea che non avevano neanche i miei fratelli. Durante il terremoto in Irpinia, mia madre dormiva in una vecchia baracca rotta, con altre donne, quindi al freddo perché la sua casa era inagibile, e quindi non avrebbe sopravvissuto all'inverno rigido dell'Irpinia. Quindi decisi di osare l'impossibile. Controllai i danni della piccola casa di mia madre. Presi le misure e mi feci portare dal mio amico Carmine con il suo famoso camion, 3 sacchi di cemento, 2 tavole lunghe, 1 tronchetto ed altro materiale. Non curandomi del pericolo perché il tetto era pericolante perché il sisma era ancora in movimento entrai nella soffitta, impastai con le mani il cemento, puntellai la trave centrale pericolante, con il cemento chiusi la crepa nel muro ove poggiava la trave centrale e sanai la soffitta. Poi andavo presso la tenda della croce rossa per farmi medicare e alla fine portai mamma a dormire nella sua casa. Salvandola dal freddo dell'Irpinia.
Quindi ho scritto il mio primo libro da solo, di notte con le lacrime agli occhi per ringraziare Dio e la Madonna per la guarigione ottenuta a Lourdes, e per dire a tutti credenti e non credenti, amici e nemici che Dio esiste ed è grande la Sua potenza.

2. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
 Per me scrivere è un modo di raccontare solo la verità e la realtà. Non mi interessa il guadagno del mio libro, perché sono già stato ricompensato dal signore con la mia guarigione e quella di mia moglie, e quindi i libri a mia disposizione li regalo.
 
 
 

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Lunedì, 02 Marzo 2020 | di @BookSprint Edizioni