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29 Feb
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Intervista all'autore - Alessandro Simeoli

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ho praticamente sempre vissuto in provincia di Ferrara, ma è una città magica che amo, insieme al suo mare e al Delta del Po. Anche se credo che la mia famiglia abbia antiche radici napoletane. Modestie a parte sono creativo dalla nascita, ma ho deciso di scrivere... leggendo, e cercando di imitare i miei autori preferiti. Ho scoperto Jim Morrison, e come lui mi sono riconosciuto un poeta. Sembra un po' adolescenziale suppongo. Ma è così. E poi la vera poesia è sempre adolescenziale.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Dipende. Non esiste un momento preciso, una routine. Di norma avverto l'impulso appena sveglio, ma può capitare durante la giornata se qualcosa mi colpisce, oppure nella calma della sera, prima di dormire. La poesia non richiede il metodo di un romanzo. È più breve, e immediata. Certo poi rivedo tutto, e correggo.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Come ho detto, Jim Morrison. Soprattutto proprio come Poeta. Riassume per me tutti quelli che lo hanno preceduto ed è un faro per quelli che verranno. Naturalmente leggo e ammiro molto altri autori, da Stephen King al nostro ferrarese Roberto Pazzi. Passando per Charles Bukowski a Ian Fleming, l'inventore di 007. Non distinguo fra alta e bassa letteratura. Purché mi emozioni e mi dica qualcosa. Mi ci devo identificare.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Scrivo per esprimere me stesso. Può anche suonare retorico, ma è la verità. Devo raccontare storie, realmente accadute a me o ad altri che ho conosciuto. Ma per me sono altrettanto vere quelle che mi detta la fantasia. È pur sempre la mia. Scrivo per confermare la mia esistenza. Il libro di poesie che ho pubblicato, nasce dalla malattia e morte di mio padre, e attraverso di lui, narro in versi tutta la mia vita, come l'ho percepita. Ho usato un flusso di coscienza spontaneo, come gli artisti della beat generation americana. Altro mio spunto di ispirazione.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Onestamente poco, o almeno credo. Ferrara come dicevo ha ancora gli echi passati dei suoi autori geniali, da Ariosto a Bassani. Da Tasso ad Antonioni. Lo avverto. Ma io con l'immaginazione e le mie letture ho spesso immaginato di essere anche altrove. A New York, a Los Angeles, o nel passato, la Parigi degli anni venti, o la Londra vittoriana. Dai contesti sociali preferisco evadere, se appena appena è possibile. Scrivo anche per quello.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Direi entrambe le cose nello stesso momento. Diciamo bugie per raccontare le verità. Un artista per me fa questo. O dovrebbe. Ma la realtà da sola è sterile. È un incubo. Serve la scrittura perché diventi un sogno sopportabile. Serve la passione umana.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è tutto. La mia vita parola per parola. Sia per come la vivo, sia per come vorrei viverla o essere. Magari anche con una percezione distorta. Ma è la percezione distorta che fa scaturire il verso poetico, e le sue visioni. Quando il poeta scrive, non è sé stesso, è un altro. Lo diceva anche Rimbaud.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Non direi. Io scrivo e lavoro da solo. A parte le ispirazioni che ricevo dal mondo dell'arte e dalla vita anche quotidiana, è un lavoro molto solitario. Naturalmente per la pubblicazione la casa editrice è stata preziosa e fondamentale. Anche con il suo apporto creativo.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Le mie poesie vengono talvolta lette da amici, conoscenti o anche altri poeti e scrittori. In genere, non per vantarmi troppo, ma piacciono. Amici e nemici concordano nel dire che come scrittore ho un certo talento. Ahahah.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Devo essere sincero? L'editoria preme anche in questo senso, anzi, è la moderna tecnologia a farlo. Ma io preferisco ancora il cartaceo, le pagine. Sfogliarle, toccarle. Annusarle anche. L'odore della stampa, è uno dei miei preferiti. Spero sempre che l'eBook non sostituisca i libri "veri". Con buona pace di chi legge e vende ebook.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Può essere interessante ascoltare una buona voce narrante. Come chi narra una favola no? Il racconto tramandato oralmente. Certo. Se poi diciamo, sei non vedente, può essere utilissimo. Ma io preferirei leggere che ascoltare. L'immaginazione lavora molto di più. Ti crei il tuo film nella testa. Certo, costa più tempo e fatica. La nostra epoca non sempre lo permette. È frenetica. Purtroppo non sempre adatta alla lettura.
 
 
 

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