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18 Feb
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Intervista all'autore - Antonio Insardi

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Vidi la luce di questo mondo, mamma mi diceva che avevo già gli occhi aperti, in un grazioso e ameno paese con l'augurale nome COLFELICE in provincia di Frosinone, nella Ciociaria, nel Lazio e ci riteniamo gli eredi del grande Enea, bensì fosse Troiano, come ci dice Virgilio nell’Eneide, scampò al rogo della città e con alcune navi, entrò nelle foci del Tevere dove incontrò e vinse i Rutuli e i Latini. Sono cresciuto lì dove giocavo con gioia e tanta libertà, dai tre ai sei anni, quando mi costrinsero ad andare a scuola e vi andai i primi giorni con dispiacere per la libertà e i giochi persi. Ma poi mi ci appassionai e frequentai con profitto le cinque classi elementari, dove insegnavano tutto. Ho un brutto ricordo della prima e della seconda dove c'era una maestra, sempre pronta con la bacchetta in mano e il sedere era il suo bersaglio. Per esigenze di famiglia, con dispiacere e anche qualche lacrima, mi dovetti allontanare nel 1937, avevo 12 anni. Da quel momento ne sto lontano, ma l'ho sempre nel mio cuore . . .
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Io, quando frequentavo la quarta e la quinta, leggevo il libro: "CUORE", le "AVVENTURE DI PINOCCHIO". Lessi anche, di Jules Verne il racconto: "DALLA TERRA ALLA LUNA”. Oggi sono tanti e diversi i libri per ragazzi, dove si parla anche di robotica, di elettronica. A quei tempi c'erano solo la curiosità delle cose scritte e tanto i sentimenti . . .
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Secondo me e secondo anche i miei gusti nel leggere, il cartaceo resisterà nel tempo e nello spazio perché, oltre alle sensazioni che procura la lettura e la carezzevole sensazione del contatto del libri stesso sulla mano aperta che lo tiene come tenere nella propria mano quella di un amico. Il libro si legge e si sente, lo chiudi e riposi un attimo gli occhi, lo riapri subito e continui a leggere, te lo metti in tasca dovunque vai e ti fa compagnia. Arrivi in piazza, ti siedi su una panchina, tiri fuori il libro, lo apri sulla tua mano e senti il suo contatto e il suo calore e lo leggi, lo richiudi . . . Tutto questo l'eBook non te lo dà . . .
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Non è né l'uno e né l'altro. Per me la scrittura, come la lettura è un piacere. Ho, come è riportato dai miei dati personali, 94 anni. Andando via dal mio caro Paese, nel 1937, saltiamo alla guerra, a diciott’anni, nel 1943 nel mese di settembre, fui chiamato alle armi dalla nuova repubblica sortita in Alto Italia. Sotto i bombardamenti e anche rincorsi dai tedeschi nelle loro continue retate, non si poteva né scrivere e né leggere. Ma mi feci una buona cultura negli anni del dopo guerra, in preparazione a qualche concorso che veniva - bandito -dalle Ferrovie, dalle Poste. Ricordo che per un Concorso alle Poste per mille posti da occupare, facemmo la domanda in diecimila, siccome sono un invalido civile, fui scartato alla prima visita. Comunque trovai un lavoro che mi lasciava il tempo per leggere e per scrivere e cominciai a scrivere delle poesie, poi dei corti racconti, un saggio e partecipavo ai Concorso letterari per Poesie, Racconti e Saggi. Nello scrivere ho sempre tenuto presente la realtà dell'esistenza, la vita, giorno per giorno, con speranze, gioie e delusioni. Iniziò per riempire il tempo libero e è diventato, adesso, a questa età, un passatempo, che mi tiene occupata la mente, evitandone la ruggine che fa tutto dimenticare e a volte anche il proprio nome...
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La spinta principale, e il titolo già lo dimostra: " I QUATTRO EVANGELISTI E IL QUINTO EVANGELIO ", la mia fede in Dio, in Gesù Dio-Figlio e in Dio-spirito Santo, in tutto ciò che li riguarda, dalla creazione del mondo. Ognuno ha la propria fede, e riportando queste considerazioni e questi miei pensieri, come un parlare con me stesso della loro esistenza e della mia esistenza, grazie a loro, non voglio fare della catechesi ma solo esprimermi, scrivere cose che mi stanno a cuore. So che ci sono scienziati, che hanno studiato il mondo ma cattolici. Aggiungo: oltre i quattro Evangelisti, ho aggiunto IL Quinto Evangelio, perché l'autore era un mio carissimo amico e parlandone con i Vangeli, volevo colloquiare con lui mi era già mancato come amico e fare una sorta di pubblicità al suo libro oltre alla grande vendita avvenuta. . .
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il messaggio è chiaro, dall'esistenza di Gesù lungo le vie della Galilea, la vita riportata da questi suoi storici, per modo di dire, andiamo da lui Dio-Figlio, al Dio-Padre e tra loro Dio - Spirito Santo, intervenuto più volte nella vita di Gesù, iniziando dalla sua nascita (per Opera e Virtù dello Spirito santo). Quella Trinità, un mistero per noi, in tre Persone un solo Dio. L'Ente Supremo che tutto ha fatto e tutto può, perché nulla è impossibile a Dio. Lo disse Gesù e lui lo conosceva bene, perché, come uomo, l’aveva aiutato tante volte durante la sua vita terrena. Eccetto nell'ultima sua richiesta: Padre, se possibile, passi da me questo calice. . .- .
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Certamente, una presa di coscienza durante il corso di questa lunga mia vita. Un segno della su a bontà verso di me e tutti miei cari, che si rivolgono a lui pregando. Diventata poi anche una certezza della vincita eterna dell'anima puro spirito e che non perisce e non si consuma col corpo, oppure sparisce quando il corpo muore.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Sì, due episodi e molto cari, che ben ricordo. La conoscenza di un prete, con il quale colloquiai prima di scrivere il libro e che mi diede tanti spunti sui quali poterci lavorare sopra nella stesura del mio libro. E quello già accennato, dell'amico, Mreio Pomilio, l'autore de " IL Quinto Evangelio ", quando era vivo. Mi fece lui omaggio del suo libro con una amichevole dedica e con da lui ne ebbi un compendio . . .
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No. Ci ho lavorato continuamente, perché di tempo a disposizione ne ho sempre avuto tanto. E anche per lo scritto, il quale era già pronto avendone fatto un riassunto sul quale ho sempre lavorato. Non c'era, nella stesura una stesura alcuna difficoltà . . .
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Il primo è stato sempre il mio caro amico, il quale ha scritto sette o otto libri: Come la Compromissione, Il cane sull'Etna, Il cimitero cinese, L'uccello nella cupola e il Quinto Evangelio. Altro autore preferito è: Ignazio Silone, padre del grande romanzo: "FONTAMARA - tradotto quasi in tutte le lingue, del quale c'è stata anche una riduzione cinematografica. L'avventura di un povero cristiano: LA STORIA DEL PAPA CELESTINO V CHE DOVETTE ABDICARE, PER LE TRAVERSIE DELLA CURIA DI QUEI TEMPI, TRA PRELATI E NOBILI. Il segreto di Luca, altro romanzo, a suo tempo una riduzione cinematografica. Uscita di sicurezza. E altri che tutti conoscono . . .
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è una favola, è come raccontare una di quelle storie antiche in televisione e oggi come oggi, ben pochi ascolteranno. Tutti hanno molto da fare. Appena si ascolta il telegiornale. C'è il Personal Computer e il telefonino, i giocattoli della società del terzo millennio, li hanno classificati quelli che provengono, come me, dal ventesimo secolo, dove negli anni 20 c'era solo la Radio e, beato chi poteva acquistarla: ricordo, circa sulle tremila lire i primi esemplari, quando lo stipendio di un impiegato non arrivava a mille lire: se potessi avere mille lire al mese. . .
 
 
 
 

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Martedì, 18 Febbraio 2020 | di @BookSprint Edizioni