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18 Gen
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Intervista all'autore - Alessia Di Stefano Rossi

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
La scrittura è il mio modo di vivere la vita: da qui nasce la maggior parte della mia espressione, i sentimenti diventano corpi solidi che hanno nomi e caratteri, ciò che mi urge dentro diventa comprensibile e analizzabile.
Quando scrivo sono serena, mi sento a casa.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutto!
Più che vita reale è ciò che ho vissuto e vivo, quindi non lo definirei "reale" bensì filtrato dalla mia lente, dal mio corpo e della mia mente.
Potremmo dire che ho preso spunto dalla vita reale per trasformarlo in "sentire".
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
In poche parole, era una delle mie più ardenti volontà.
È stata una catarsi, una consapevolizzazione di ciò che era dentro; il venir fuori, illuminando tutto ciò che è stato, la condivisione con me stessa e con chi vorrà idealmente tenere in braccio questo feto.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Molto semplice. Non ci sarebbe stato nella mia mente titolo più performante di quello che ho scelto, ne è la naturale conclusione e allo stesso tempo concausa.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Come raccontato nella sinossi, ho un debole per i poeti maledetti francesi, in particolare Baudelaire. Mi piacerebbe entrare nella sua mente e sentire tutto ciò che avrebbe da dire del suo tempo, della sua vita e del suo "spleen".
 
6. Ebook o cartaceo?
Tutta la vita cartaceo.
L'ebook è senz'altro comodo e molto pratico ma niente sostituisce l'avere tra le mani un libro in carta ed ossa, sentirne l'odore, la ruvidità al tatto, come metterne un segnalibro tra le pagine.
Il libro cartaceo è sentire, insieme alla storia che racconta.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho mai deciso di scrivere. È più un bisogno, una chiarificazione dei miei stati ed anche un rendere omaggio (in senso positivo e negativo) a persone e situazioni vissute. Direi che fa parte del mio essere.
Potrei raccontare, così, a voce un certo fatto o sentimento, ma non sarebbe lo stesso dello scriverne una poesia.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Questo libro è la naturale tesi (ed antitesi! Mi sono molto cari i paradossi) di anni della mia vita. Potrei dire sia nato da solo, era come se fosse già pronto. Provo l'idea di aver partorito un figlio mio solo in parte, credo vada oltre me, ha i suoi motivi per Essere (da qui il magismo del sottotitolo).
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È molto emozionante e soddisfacente. È affidare agli altri ciò che per molto tempo è stato solo intimo e personale.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Qualcuno ha letto qualche poesia, ma il libro intero non lo ha ancora letto nessuno.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Trovo che l'audiolibro sia una buona soluzione per chi vuole avere accesso ad un romanzo o a delle poesie mentre sta facendo altro, per esempio attività fisica, cucina, lavori o faccende domestiche, perché rende queste attività più leggere e ludiche se vogliamo.
Utile quindi, pur restando mia l'idea che il libro cartaceo non è sostituibile con nessun altro strumento.
 
 
 
 
 

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Sabato, 18 Gennaio 2020 | di @BookSprint Edizioni