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18 Gen
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Intervista all'autore - Domenica Pace

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere significa lasciar correre i pensieri su carta e ripercorrere in parte quanto ho vissuto, fantasticando e modificando fino a quanto noi crediamo. Le emozioni che si provano sono innumerevoli ed è difficile dominare le emozioni in maniera razionale. A me succede che sono al bar per un aperitivo e se vedo una coppia di fidanzati o altro, registro dei pensieri e zac che nasce un pensiero, un’idea, un’emozione da cogliere e che ti viene trasmessa involontariamente.
Ogni adolescente, persona e qualsiasi posto da cui posso ricavare energia positiva, riesce a darmi un’idea ed un’emozione correlata. Basta trascriverla e ricordarla appena si è a casa. Da aggiungere che, in base a quello che si scrive cresce una tensione: felici nell'aver infilato frasi buone e poetiche, dolci emozioni ed ecco che c'è da cominciare una nuova frase, e chissà se ci convincerà come la frase precedente.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro non c'è tanto della mia vita reale, forse c'è qualche protagonista esistito realmente nella mia vita reale, qualche mia abitudine e quanto avrei desiderato nella mia vita odierna che per varie ragioni ancora aspetto, come ad esempio la felicità che rincorro. In questo racconto c'è quella sottile arte di fare della propria vita un ideale di felicità e di agire in base a quello che si vuole realmente fare, senza stare lì a dar adito a quello che pensa la gente, che nel bene o nel male, è lì pronta a giudicarti, senza aver la tua forza, la tua esperienza, la tua capacità di analisi e il tuo coraggio.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Per me scrivere questa opera è stato come dedicare più spazio a suggestioni, a me stessa compresa. Passo per passo c'è stato il gran piacere di scrivere questo racconto preparando sapientemente colpi di scena non escludendo la spontaneità dei personaggi.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata più che semplice poiché si trattava della seconda parte di un racconto precedentemente andato in pubblicazione ed apprezzato.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In un’ipotetica isola deserta porterei con me il testo di Daniele Di Benedetti che si intitola "Amati per Amare" perché una parte di me crede profondamente nell'amore. Dopotutto, tutti siamo fatti per amare, per donare e ricevere amore ma bisogna partire dall'amore per se stessi per poi riuscire ad amare l'altro.
 
6. Ebook o cartaceo?
Sono per il cartaceo per la comodità che vi ricopre. Basta andare nella propria piccola biblioteca e ritrovo in un attimo i buoni libri già riletti, che posso sfogliare e rileggere dove e quando voglio, rievocando il profumo della carta.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ho deciso di intraprendere la carriera di scrittore a 25 anni, dopo aver concluso il mio percorso universitario. A differenza di ben pochi, riconosco a pieno il giusto valore delle parole e altro motivo determinante è stato il voler a tutti i costi, costruirmi una strada da sola decidendo di seguire un sogno.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Il libro nasce dall'idea di un momento magico, scaturita dall'incontro e dalla chiacchierata con una persona perfetta, quasi irreale direi ancora tutt'oggi. Credo che tutto ciò non è stato casuale ma era destinato. Questo è stato il motivo scatenante che mi ha permesso di scrivere il racconto, inclusa la prima parte e la seconda parte.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Nel vedere il mio libro prender corpo ho provato una sensazione indescrivibile, quasi quasi di incredulità.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto il mio libro è stata mia madre.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro credo che sia una nuova frontiera, che si presta a varie sfaccettature. Ti insegna e rieduca il lettore all'ascolto, si comprende di più il pensiero dell'autore e così facendo entriamo più in empatia con lo scrittore, fornendo un’equa recensione.
 
 
 
 
 

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Sabato, 18 Gennaio 2020 | di @BookSprint Edizioni