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04 Gen
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Intervista all'autore - Monia Di Biagio

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Monia Di Biagio e ho 45 anni (...sono "datata", lo so!) i primi 26 anni della mia vita li ho vissuti tra le premurose mura dei miei genitori: a Capodimonte, provincia di Viterbo (Lazio) sul meraviglioso e incomparabile Lago di Bolsena; poi da sposata mi sono trasferita in Versilia (dove la mia carriera letteraria è esplosa, con tante cose scritte e tanti Premi Letterari vinti); e adesso sono tornata a vivere nella Tuscia, a Viterbo, la terra che mi ha dato i Natali, e dove vivo una vita famigliare come tutti voi, tra i mille impegni quotidiani che può avere una mamma... E in più io ho la scrittura, alla quale non rinuncerò mai perché fa parte di me, da sempre.
In effetti alla domanda "Come e quando ha deciso di diventare scrittore?" Potrei rispondere solo così: da sempre, o almeno da quando io ne ho ricordo. Ero piccola e alla scuola dell'infanzia (un tempo denominata Asilo) pur non sapendo scrivere, nella pausa del dopo pranzo, raccontavo storie inventate sul momento, con le quali tenevo buona e facevo da soporifero, a tutto il resto della cucciolata. Poi giunta in Primaria (un tempo denominata Elementari) non appena la Maestra mi ha insegnato a scrivere, ho cominciato a mettere "nero su bianco" tutte le mie storie fantasiose... E ho continuato a scrivere: lettere per gli amici, poesie per il primo amore... Poi ho frequentato Lettere all'Università; poi sono diventata Giornalista, poi ho cominciato a pubblicare le mie opere scrittorie... E insomma di scrivere non ho più smesso, mai!
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il mattino (ha l'oro in bocca), quando la mia mente è più arzilla, fresca e comunicativa e io sono più libera... Poi il resto del giorno ho da fare, come chiunque altro, tra mille impegni e hobby. Ma se un'idea nasce di notte, state pur sicuri che non la lascio sfuggire e al mattino la metto subito, nero su bianco. È più forte di me, la scrittura è implacabile e al primo posto nella mia vita, se un'idea scrittoria arriva, non vi posso rinunciare e corro a trascriverla, quando posso e come posso... E la mia Anima in quel momento si espande all'infinito. Regalandomi una gioia tale che ancora oggi, non saprei descrivere solo con le parole. Ma con il "tra le righe" sì: e questo, ricordatelo, è un dono, che ogni lettore non dovrebbe mai perdersi, per imparare ad amare e a comunicare veramente con il suo scrittore "preferito" o "del momento".
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Amo La Belle Epoque, lo stile Liberty, quella “dolce vita” momentaneamente ritrovata e quel ventennio di Pace tra le due Grandi Guerre. E questo periodo mi affascina, mi stimola ed è come se ne facessi ancora parte (in un certo qual modo è così... Avendolo vissuto, seppur raccontato, attraverso i miei nonni). Va da sé che io ami a dismisura i nostri Scrittori e Poeti Italiani dei primi anni del 1900. Loro sono i miei Vate e i miei Maestri.
Tornando ai giorni nostri però c'è uno scrittore contemporaneo, che io amo più degli altri, per il suo modo di scrivere e il suo modo di pensare, che molto si rispecchia nel mio, è: Erri De Luca. È uno scrittore vero, genuino, trasparente... Che io leggo sempre più che volentieri e spiritualmente mi somiglia molto:
«Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca. Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle. Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.»
(Erri De Luca, Valore, da Opera sull'acqua e altre poesie, Einaudi, Torino, 2002)
 
4. Perché è nata la sua opera?
;-) Eheheh, curiosoni! La risposta a questa domanda la troverete scritta nel primo capitolo del mio libro edito da Book Sprint Edizioni: "La Dama Bianca: un fantasma in cerca d'autore", già il titolo dice tutto, vi posso però anticipare che questa mio libro nasce da "un gioco del destino" e da un incontro fortuito, nonché virtuale (...ma non solo): ovvero quello con il Fantasma della Bianca Dama, d'altri tempi. Appena mi sono trasferita in Versilia, ed ero già una scrittrice, si narrava che l'eterea figura, faceva le sue scioccanti apparizioni, proprio nella via dove io ero andata ad abitare? Voi vi sareste fatti sfuggire l'occasione per scoprire di più su di lei? Se fosse una farsa e solo un gioco estivo, o tutto vero? Io no, e così è nato questo mio libro.
Ma come io ho incontrato questa eterea figura, ammesso che io l’abbia “fisicamente” incontrata, però, non posso svelarvelo, è scritto nelle primissime pagine del libro... Posso però di certo anticiparvi che le argomentazioni da me trattate non si fermano a codesta strana e misteriosa apparizione anzi, proprio da quest'ultima prendono spunto un turbinio di argomentazioni. Tra l’altro di un certo interesse letterario e culturale, come: Storia, Archeologia, Letteratura Scientifica, Misteri dell'Universo, Parapsicologia e non ultima l'Ufologia! Tutti argomenti che ho trovato lungo il mio cammino, posti già lì in bella mostra io non ho dovuto far altro che raccoglierli e metterli nero su bianco; sui quali sono per così dire “inciampata” intervistando coloro, che con la Dama Bianca si sono veramente incontrati! Tre difatti sono i Testimoni oculari più importanti: un Parapsicologo, una Sensitiva ed un Ufologo!
Basta così, vi ho già svelato troppo... Non mi resta perciò che augurarvi: Buona Lettura, spero.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo. Innanzitutto la mia famiglia, poi i miei studi umanistici. Onore e merito a mio padre che quando ero in culla, inventava sul momento storie per me sempre nuove di zecca, appena coniate dalla sua fantasia. Lo faccio anche io con mia figlia, invento delle storie per lei, continuamente, e vedere crescere la sua fantasia giorno dopo giorno, per me è una soddisfazione e la certezza di una vita migliore, più piena, più salvifica, perché la fantasia può essere un paracadute e un'ancora di salvezza, nonché promotrice del nuovo e di nuove strabiliante idee, o per dirla come Albert Einstein (insegnava a sua figlia in primis e poi al resto del mondo):
“La fantasia è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata mentre la fantasia comprende il mondo intero.”
 "La logica vi porterà da A a B. L'immaginazione vi porterà dappertutto."
(Cit. Albert Einstein). 
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
A me piace raccontare la realtà e storie di "vita vissuta" come le chiamo io e che certamente possono poi essere da me romanzate, restando comunque pertinenti alla realtà storica dei fatti. E amo anche scrivere saggi, quando inciampo su un argomento che mi attrae e mi incuriosisce particolarmente. A volte mi dedico anche alla poesia, ma per quella ci vuole l'ispirazione, e quest'ultima giunge quando vuole o probabilmente sempre nel momento più giusto.
E Scrivere non può essere un'evasione, no. Si può evadere completando la settimana enigmistica, preferendolo come passatempo logico-scrittorio... Ma scrivere è un'arte e di fronte all'Arte non ci si può porre senza ritegno, senza passione, senza la consapevolezza che si sta per creare qualcosa di unico e non ripetibile. Scrivere è tra le cose più stancanti che si possano fare, perché implica il ragionamento, la concentrazione, e sì, anche l'evasione, ma nel senso che si deve essere in grado di distaccarsi da tutto il resto, tranne che dalla pagina bianca, che è come la tela per un pittore, lo spartito musicale per un musicista. Per scrivere ci vuole tempo. Un pensiero nasce di getto, ma verrà poi "redatto ad arte" trascrivendolo, pur facendogli mantenere quella sorta di estemporaneità con cui è nato nella nostra mente. Scrivere stanca, perché quando lo si fa, lo scrittore stesso cerca di giungere al traguardo con tutte le sue forze: mentali, spirituali e fisiche.
Insomma, se io dovessi, avere bisogno di un passatempo o di un momento di evasione sceglierei di fare giardinaggio o di andare in palestra, di certo non sceglierei di scrivere, per far questo devo già avere la mente sgombra da altri pensieri e problemi del quotidiano... E perché so, già a prescindere, quello che mi comporterà: ovvero l'impegno che ci metto sempre nel farlo nel modo più giusto e sempre umilmente di fronte a questa grande arte, che tanto prende, ma tanto da.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In tutto ciò che scrivo c'è la mia Anima. O meglio la mia "Anima tra le righe" come ho anche voluto intitolare la mia pagina personale di scritti su FB. Perciò nei miei scritti ci sono io al 100% fuori e dentro. Adesso e oltre.
Nei miei scritti ci sono i miei pensieri, il mio modo di approcciarmi con la vita, il destino come filo conduttore tra la mia vita piena e le mie pagine ancora vuote; nelle mie poesie ci sono i miei sentimenti più veri e più puri; nei miei racconti ci sono le storie della mia famiglia... E nelle mie interviste, proprio come in questa, sono "io alla specchio" in ogni riga, in ogni ruga.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Ogni mio scritto nasce dall'amore e dalla stima che nutro nei confronti di una persona speciale e a volte inaspettata, la quale con la sua storia diventerà la protagonista delle mie. Queste persone, che incontro lungo il mio sentiero, incrociando la loro vita con la mia, sempre si sono rivelate fondamentali, perché mi hanno aiutato a scrivere, qualcosa che poi ho realmente amato scrivere.
Per quanto riguarda il mio libro "La Dama Bianca", fondamentale è stato l'aiuto pratico della Giornalista Simonetta Tonarelli del Quotidiano La Nazione, che mi ha aiutato a sviscerare l'archivio della cronaca locale, alla ricerca di tutti gli articoli riguardanti gli avvistamenti della Dama Bianca a Marina di Massa; e che poi ha voluto anche gentilmente redigere la prefazione del mio libro.
E poi naturalmente i tre protagonisti, i "tre testimoni oculari": la sensitiva, il parapsicologo e l'ufologo, che hanno messo nelle mie mani le loro storie e le loro credenze, dimostrandomi la loro massima fiducia, affidandomi le loro preziose testimonianze.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
In primis all'altra me stessa (sempre critica e mai completamente soddisfatta); poi a mio marito (un buon correttore di bozze); poi a mia madre (una puntigliosa maestra dalla penna rossa); poi all'editore (certamente sempre più magnanimo dei primi tre)... Poi ai lettori, ma loro per me saranno sempre coloro che leggono per primi, il cui giudizio è quello che conta di più. E in un futuro? Spero (appena imparerà a farlo), che i miei scritti li leggerà mia figlia, la lettrice più agognata... Non me ne vogliano gli altri.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Molto probabilmente, sì. Si legge sempre più on-line o con applicazioni dedicate alla lettura. Anche se tenere un libro stampato tra le mani avrà sempre il suo fascino e l'odore di una libreria o di una biblioteca (seppur diversi tra loro) resteranno sempre inconfondibili, e romanticamente solleticheranno le narici di chi ci è entrato almeno una volta nella vita.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Le audio-storie e le audio-poesie, specie se lette da attori di un certo calibro, con le loro belle voci impostate, mi sono sempre piaciuti molto. È come ascoltare una bella canzone, e io amo i cantautori, specie quando la melodia si sposa alla perfezione con le parole, e queste possono dirsi una vera poesia a tutto tondo. Quando si ascoltano canzoni così viene la pelle d'oca... Ecco se la stessa sensazione riesce a darmela un audio-poesia, vuol dire che l'esperimento di renderla viva, è perfettamente riuscito alle mie orecchie, facendola scendere come una carezza fino in fondo al mio cuore.
Un intero audio-libro invece credo che mi farebbe addormentare dopo poche pagine, proprio come accade quando si legge la favola della Buona Notte ad un bambino. Nel caso di un libro, credo che la lettura autonoma e "impegnata" sia sempre migliore e il miglior metodo per far sovrapporre la propria anima con quella dello scrittore.
 
 
 
 
 

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Sabato, 04 Gennaio 2020 | di @BookSprint Edizioni