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27 Dic
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Intervista all'autore - Valentina Boldrini

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono e vivo ad Ancona.
Ho sempre vissuto qui, anche se il mio cuore ha radici sibilline... nel senso che ho origini Camerti, terra universitaria sui Monti Sibillini.
Amo profondamente tutta quella zona… ho riso, scherzato, imparato, pianto e amato sin da piccolina e per anni su quella terra. Fino al terremoto del 2016; l'estate che ci ha portato via la casa, il sorriso di interi paesi, potenziali ricordi per i miei figli.
Ogni giorno perso a come poter fare qualcosa per accelerare la ripresa di quelle terre martoriate.
quanto alla scrittura… più che un mestiere nasce come un'urgenza, la necessità di buttare fuori un dolore inespresso dentro.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Bisogna fare un distinguo… quanto al tempo dedicato alla elaborazione mentale di un pensiero, un'idea, un sentimento… da scrivere... beh ogni momento della giornata... e della nottata.
Quanto alla scrittura materialmente intesa, beh... qualche ora la settimana… al mattino.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Garcia Marquez......
 
4. Perché è nata la sua opera?
È nata per volontà forte e incontenibile della mia decennale frustrazione… mia credo e non solo.. un'intera generazione a cui io appartengo soffre consapevolmente o meno. E ritengo sia doveroso manifestarlo.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Totalmente, nel come nel cosa e nel quando. Non avrei saputo cosa raccontare, con l'aggravante di non sapere neanche bene come.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere per me è un modo per sfogare la mia realtà.
Seppur faccia l'avvocato, io odio il contraddittorio! Ahah!
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Io ci sono in tutto quello che scrivo. Ci son io, i miei sogni, le mie speranze, i miei progetti falliti e quelli, inaspettati, meravigliosamente realizzati… ne ricordo tre in particolare: Riccardo, Greta, Leonardo.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
I miei mostri.
Quelli che io chiamo "i miei mostri": le paure, le angoscianti vicende del passato, gli irrisolti rapporti relazionali e professionali del presente.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A Nicola, il mio compagno, il mio grande amore.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non lo so onestamente. Io amo le stanze piene di libri.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Splendida frontiera se non viene messa nelle mani della pigrizia.
 
 

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Venerdì, 27 Dicembre 2019 | di @BookSprint Edizioni