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19 Dic
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Intervista all'autore - Attilio Saletta

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Torino, dopo molti anni, sono andato via dalla mia città, ma rimango legato al luogo dove sono nato.
Il desiderio di ritornarci è sempre presente
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Bella domanda: ricordo che i primi libri che ebbi la possibilità di leggere, furono di avventura come quelli scritti da Emilio Salgari.
Poi, le opere di Gogol e Kafka mi diedero molto come ora, non solo loro naturalmente.
Da consigliare, non saprei, quel termine "Consigliare" mi piace assai poco.
Preferisco percorsi personali di scoperte tra libri, osservazioni e strade da aprire
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Quello che è importante sta nel non perdere il desiderio di creare, frutto di domande, osservazioni dell'esistente.
Il rischio vero è di essere sottomessi dalle tecnologie e non farsi affascinare da esse, ma da qualche frammento leggero che tu hai osservato.
Un esempio da me osservato: un parco, un passerotto che prende un rametto tra il suo becco, vola per crear il suo nido.
I due sistemi non devono essere dei separati in casa, ma collaborare.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Sin da piccolo amavo osservare piccoli frammenti di realtà e poi scriverci qualcosa.
Quando smisi di vederli, non ebbi più il desiderio di raccontare ciò che non vedevo più.
Ritornai a scrivere, quando i piccoli frammenti di vita quotidiana, comprese quelle mie, ebbi il desiderio di vederle e qualche cosa su cui valeva la pena di scriverci qualcosa; ma non usuale, fondata sulla sperimentazione del linguaggio.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Un aspetto basilare: in questa epoca si parla troppo, così il comunicare diventa privo di ritmicità.
Ho prove evidenti che la depurazione del linguaggio, assieme all'uso corretto delle definizioni delle parole e il combattere le dispute dialettiche che fanno da " Tappo" alla risoluzione dei problemi, determini sanità sociale, sviluppo economico e crescita progettuale.
Chi ha capito questo in economia ha potuto vedere come agendo così, si sia determinato lavoro e sviluppo economico.
Questo libro l'ho voluto mettere in questo quadro: ritmicità del tutto e senza pause.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Proprio questo: cercare di parlare di meno, osservare di più perché lo show è tuo quando, invece di passare la serata a vedere dispute dialettiche, te ne vai in giro a vedere cosa " Tu" concretamente puoi fare per cambiare le cose "Da subito".
Nessuno ti possiede e neanche tu possiedi altri.
Ci sono vastissimi territori di tue progettualità da conquistare se eviti di farti sotterrare da chi passa il tempo con l'unico scopo di vincere dispute dialettiche.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Sin da piccolo osservavo e scrivevo, poi smisi di far entrambe le cose.
Quando ritornai ad usarle, ritornai a scrivere, ma parlando sempre di meno quando è la natura ad agire verso di te.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Sì: le persone negative, solite lamentarsi di tutto, ma senza mai muovere un singolo pollice verso far qualcosa; la base della mancanza del senso del ridicolo quando si lamentano che qualcuno fa qualcosa di bello per ridar vita ad una piazza degradata, ed assieme, anche decoro nei rapporti umani.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Impossibile visti i tanti episodi di nonsense.
L'unico problema è che sono sempre di più, come se nel film: "La carica dei 101”, a vincere, oggi ci fosse Crudelia.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Sono tanti: Aristofane, Plauto, Gogol, Kafka, Balzac, Dostoevskij, solo per citarne qualcuno.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Interessante, del resto, amo cimentarmi nel creare immagini digitali con dei contenuti e svolgere corti cinematografici brevi come quando, in una giornata di pioggia, attorno ad un lago... con l'ombrello aperto... dissi che non stava piovendo, giacché oggi, con le parole si può dire tutto, anche negare le più evidenti circostanze.
 

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Giovedì, 19 Dicembre 2019 | di @BookSprint Edizioni